Forse perché ho
celebrato un matrimonio ieri, della ricchezza immensa di questa solennità e delle
letture, un aspetto mi ha colpito: la parità che si crea nell’alleanza tra due
persone si ritrova (si deve ritrovare) nell’alleanza tra Dio e il suo popolo, tra
Dio e il suo fedele.
Si dice: “avere
santi in paradiso”. Ahimè questa espressione si riferisce quasi solo
esclusivamente a delle protezioni terrene e non celesti. E se dobbiamo muoverci
per avere queste protezioni terrene ci diamo da fare! Invece i veri santi in
paradiso li abbiamo tutti ma, in genere, li prendiamo poco in considerazione.
Siamo forse troppo
abituati alla passività, (mal) indirizzati dal fatto che il dono di Dio è
incommensurabilmente maggiore di quello che possiamo offrigli. Ma come in un
matrimonio anche se lui è immensamente ricco e lei poverissima, questa differenza
non impedisce che ci deve essere una uguaglianza di cuori, un donarsi reciproco
che crea comunione. Altrimenti se uno dei due si impegna totalmente e l’altro no,
malgrado l’amore del primo il matrimonio è nullo. Anche se senza di lui non possiamo
fare nulla, Gesù non ci chiama più servi ma amici e conta su di noi.
Quando stavo per
diventare presbitero mi ha sorpreso molto il fatto di dover scrivere al vescovo
che chiedevo di essere ordinato. Non dovevo
forse rispondere ad una chiamata di Dio e non a una mia volontà? Non era forse la
Chiesa che doveva verificare l’autenticità della mia vocazione? Certamente, ma dovevo
anche assumermi in prima persona la responsabilità di questa missione.
Prima Lettura Es 24, 3-8
Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi.
Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi.
Dal libro dell'Èsodo
In quei giorni, Mosè andò a riferire al
popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a
una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li
eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore.
Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici
stele per le dodici tribù d'Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti
di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione,
per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise
in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare. Quindi prese il libro
dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il
Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».
Mosè prese il sangue e ne asperse il
popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con
voi sulla base di tutte queste parole!».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 115
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.
Seconda Lettura Eb 9, 11-15
Il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza.
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.
Seconda Lettura Eb 9, 11-15
Il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza.
Dalla lettera degli Ebrei
Fratelli, Cristo è venuto come sommo
sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non
costruita da mano d'uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò
una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di
vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue dei capri e dei
vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li
santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo - il
quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio -
purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio
vivente?
Per questo egli è mediatore di
un'alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle
trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati
ricevano l'eredità eterna che era stata promessa.
Canto al Vangelo Gv
6,51
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.
Vangelo Mc
14, 12-16. 22-26
Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue.
Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue.
Dal vangelo secondo Marco
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si
immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a
preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli,
dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca
d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro
dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei
discepoli?. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala arredata e già
pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città,
trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso
il monte degli Ulivi.
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