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martedì 19 giugno 2018

E' GIUSTO CHE DIO FACCIA RICADERE IL PECCATO DEI PADRI SUI FIGLI? / martedì XI° sett. T.O.

Acab e Gezabele nella vigna di Nabot e Elìa - Sir Frank Dicksee.

Il Signore ci invita ad amare i nemici e pregare di cuore per chi ci perseguita. “Se no, cosa fai di straordinario?” (com'è potente questa frase, nella sua evidenza!). Chiaramente il primo che fa quello che ci chiede è Dio stesso. Vediamo come nella prima lettura di oggi.
Nabot è stato ucciso con iniquità e il re Acab, istigato dalla moglie, scende a prendere possesso della sua vigna. Ma Dio sa tutto di lui (e di ognuno di noi, ad ogni istante) e manda Elìa per rimproverarlo. Il suo peccato è così grave che merita una morte infame, lui e la moglie, e questo coinvolgerà tutta la loro famiglia.
Ma il re Acab, benché la sua vita sia stata finora un susseguirsi di peccati molto gravi sa rivolgersi al Signore e fa penitenza pubblica e Dio gli perdona! Dio ama i nemici. Sono tutti suoi figli ed è sensibile ad ogni pentimento sincero, pronto a dimenticare il passato.
Questo testo presenta abitualmente due difficoltà.

1.la prima suona più o meno così: perché Dio fa pagare al figlio le colpe del Padre? Infatti Dio dice ad Elìa: “Poiché (Acab) si è umiliato davanti a me, non farò venire la sciagura durante la sua vita; farò venire la sciagura sulla sua casa durante la vita di suo figlio.” Dio non colpisce ingiustamente il figlio. È ovvio che il male non si ferma così facilmente, la conversione è una cosa seria. È più facile seguire l’inclinazione delle cattive abitudini che correggere costumi traviati una volta che si sono radicati. Il figlio formato alla scuola di un cattivo padre ne imita facilmente la condotta. L’esempio migliore è forse quello di Davide, Salomone e Roboamo. Salomone formato da Davide inizia il suo regno con tanta umiltà e fede. Alla fine della sua vita, inebriato dal successo, si dona all’idolatria. Il suo figlio Roboamo è un signorino pieno di presunzione che provoca stupidamente la lacerazione del regno. Ma come Acab ha “rovesciato a suo favore” il decreto di condanna di Dio con la sua penitenza, così ogni figlio è libero e può intraprendere la via del bene e averne tutti i benefici.
2. è troppo facile, uno pecca allegramente poi alla fine si converte … Acab fa  una penitenza pubblica, sconvolgendo i rapporti con il suo entourage, irritando la moglie, stando sotto lo sguardo di tutti quelli che aspettano di vederlo cadere, e lo deridono dicendogli che “invecchiando il diavolo si fece monaco”, ecc. Egli è confrontato nella sua debolezza (il peccato rende debole) a tentazioni alle quali, un tempo, avrebbe ceduto senza troppo pensarci … 
Se è così facile cambiare perché non cambi, a casa tua, nel tuo cerchio di amici o nell’ambiente di lavoro ….?  Vengono persone a casa di domenica e tu, che non l’hai mai fatto, dici: “scusate, devo andare a Messa, non vi posso ricevere”, oppure proponi ai tuoi famigliari di pregare insieme, ecc… Sarebbe ottimo farlo e spero che lo farai e molto altro ancora, ma non è facile. Acab ha dato segni degni di penitenza. 

Prima Lettura  1 Re 21, 17-29
Hai fatto peccare Israele.

Dal primo libri dei Re
[Dopo che Nabot fu lapidato,] la parola del Signore fu rivolta a Elìa il Tisbìta: «Su, scendi incontro ad Acab, re d’Israele, che abita a Samarìa; ecco, è nella vigna di Nabot, ove è sceso a prenderne possesso. Poi parlerai a lui dicendo: “Così dice il Signore: Hai assassinato e ora usurpi!”. Gli dirai anche: “Così dice il Signore: Nel luogo ove lambirono il sangue di Nabot, i cani lambiranno anche il tuo sangue”».
Acab disse a Elìa: «Mi hai dunque trovato, o mio nemico?». Quello soggiunse: «Ti ho trovato, perché ti sei venduto per fare ciò che è male agli occhi del Signore. Ecco, io farò venire su di te una sciagura e ti spazzerò via. Sterminerò ad Acab ogni maschio, schiavo o libero in Israele. Renderò la tua casa come la casa di Geroboàmo, figlio di Nebat, e come la casa di Baasà, figlio di Achìa, perché tu mi hai irritato e hai fatto peccare Israele. Anche riguardo a Gezabèle parla il Signore, dicendo: “I cani divoreranno Gezabèle nel campo di Izreèl”. Quanti della famiglia di Acab moriranno in città, li divoreranno i cani; quanti moriranno in campagna, li divoreranno gli uccelli del cielo».
In realtà nessuno si è mai venduto per fare il male agli occhi del Signore come Acab, perché sua moglie Gezabèle l’aveva istigato. Commise molti abomini, seguendo gli idoli, come avevano fatto gli Amorrei, che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti.
Quando sentì tali parole, Acab si stracciò le vesti, indossò un sacco sul suo corpo e digiunò; si coricava con il sacco e camminava a testa bassa.
La parola del Signore fu rivolta a Elìa, il Tisbìta: «Hai visto come Acab si è umiliato davanti a me? Poiché si è umiliato davanti a me, non farò venire la sciagura durante la sua vita; farò venire la sciagura sulla sua casa durante la vita di suo figlio».

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 50
Pietà di noi, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.

Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.
Liberami dal sangue, o Dio, Dio mia salvezza:
la mia lingua esalterà la tua giustizia. 

Canto al Vangelo 
 Gv 13,34  
Alleluia, alleluia.

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.

Vangelo 
  Mt 5, 43-48
Amate i vostri nemici.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». 

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