Monte delle croci - Lituania |
Mentre il Vangelo
ci presenta un’immagine di riposo (il contadino dorma o vegli, il seme germoglia e cresce) il brano
della lettera agli ebrei parla esplicitamente di “lotta grande e penosa”. Come conciliare
le due cose? Notiamo che non si dice che il contadino non fa nulla. Quando è
sveglio lavora nel campo. La più famosa parabola del seminatore dice che se non
si tolgono i rovi, questi soffocano la pianta. La parabola di oggi ritorna su
un concetto essenziale: non sei tu a creare la Vita Eterna in te, è un dono. E questo
dono ha una dinamica che devi solo assecondare, rispettare.
Ma tutto questo ci lascia una
visione di pace, non implica turbamento.
Perché allora la lettera agli ebrei
elenca tanti particolari “penosi”? I credenti all’inizio, sorretti dalla fede hanno
accettato “con gioia” tutte queste tribolazioni perché la fede operava in loro,
gli dava forza e pace. La raccomandazione è di non venir meno nella fede, non abbandonare
la franchezza (paressia), unica forza capace di far superare e vincere le
difficoltà.
La condizione del credente, se non viene
meno nella logica della fede è di vivere una vera pace nel profondo - la
pace che il mondo non può togliere, dice Gesù - e di soffrire esternamente.
L’esempio migliore è quello di Pietro che vedendo
Gesù camminare sulle acque del lago, dallo spavento naturale passa alla logica
della fede: “Signore se sei tu, dì che io venga verso di te sulle acque”. E Gesù:
“Vieni”. Pietro scopre di essere capace di camminare sulle acque, ma quando si affida al ragionamento solo umano di fronte al vento e alle onde, comincia subito ad
affondare.
Dal fumetto "Quo vadis" |
Un problema molto importante è che di
fronte alle difficoltà siamo tentati o di abbandonare tutto oppure di continuare
ostinatamente, sentendoci subito martiri, vittime di persecuzioni. Come faccio,
in un caso e nell’altro, a sapere che faccio la volontà di Dio e non la mia?
- Il primo criterio è di cercare la
pace interiore, vivendo una profonda preghiera di abbandono, chiedendo a Dio di
fare in tutto la sua volontà nella mia vita.
- Il secondo criterio, che non è
alternativo ma confermativo e talvolta l’unico che si presenti sicuro quando siamo
agitati, è l’obbedienza. Per non fare la mia propria volontà devo fare su questo
punto ciò che indica l’obbedienza alla guida legittima. La Chiesa esiste per questo,
per guidarci sicuramente alla salvezza e preservarci dagli inganni del nemico.
Prima Lettura Eb 10,32-39
Avete dovuto sopportare una lotta grande. Non abbandonate dunque la vostra franchezza.
Avete dovuto sopportare una lotta grande. Non abbandonate dunque la vostra franchezza.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, richiamate alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto la luce di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e penosa, ora esposti pubblicamente a insulti e persecuzioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di essere derubati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e duraturi.
Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso.
Ancora un poco, infatti, un poco appena,
e colui che deve venire, verrà e non tarderà.
Il mio giusto per fede vivrà;
ma se cede, non porrò in lui il mio amore.
Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 36
La salvezza dei giusti viene dal
Signore.
Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.
Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.
Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo
e si compiace della sua via.
Se egli cade, non rimane a terra,
perché il Signore sostiene la sua mano.
La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.
Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.
Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo
e si compiace della sua via.
Se egli cade, non rimane a terra,
perché il Signore sostiene la sua mano.
La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.
Canto al Vangelo Mt 11,25
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.
Vangelo Mc 4,26-34
L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.
L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.
Dal Vangelo
secondo Marco
In quel tempo, Gesù diceva [alla
folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno;
dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli
stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la
spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito
egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
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