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martedì 31 gennaio 2017

31 gennaio, SAN GIOVANNI BOSCO. CORRIAMO CON PERSEVERANZA NELLA CORSA CHE CI STA DAVANTI!

In parrocchia c'è una spiccata devozione e attenzione per san Giovanni Bosco e il suo metodo spirituale. C'è il parroco, cooperatore salesiano da sempre, e l’oratorio.  Da qualche anno c'è il gruppo dei cooperatori costituito dal nucleo delle ex-allieve del benemerito istituto delle salesiane, che hanno ripiegato sulla parrocchia quando le suore hanno lasciato la città. Per cui questa sera, in parrocchia, si celebra con grande solennità e affluenza di popolo la memoria di don Bosco con le letture proprie.

Questa mattina dalle suore ho celebrato con le letture del giorno e da lì sono partito per riflettere sulla figura gigantesca di don Bosco anche se la mia conoscenza di lui è troppo limitata.

- Un giorno ho chiesto ad un salesiano su quali pagine del Vangelo appoggiavano il loro carisma e mi rispose: “non c'è nessuna pagina veramente specifica anche se usiamo Gesù con i bambini nelle celebrazioni proprie di don Bosco, ma c'è la sollecitudine di Gesù per chi ha bisogno di aiuto e di amore e don Bosco si è incontrato col dramma dell’adolescenza abbandonata e sfruttata”. Don Bosco come segno che il Vangelo non è una legge ma uno Spirito che porta alla creatività infinita dello Spirito Santo e dei santi.

- Nella prima lettura contempliamo Gesù “che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori”. Anche don Bosco si è scontrato con tutte le forze del male. Il “grigio”, il cane che appariva per difenderlo nei momenti di pericolo fisico, un cane che non invecchiava mai e che sbucava dal nulla, ne è il segno. Il pericolo veniva anche dall’opposizione tenace del proprio vescovo, vissuta con grande sofferenza, in grande umiltà, costanza e obbedienza che non escludeva la libertà di spirito.
Spesso dimentichiamo la lotta spirituale dei santi. Spesso dimentichiamo che don Bosco, attraverso la scuola, l’apprendistato, i giochi e tutta la ricchezza del suo genio di educatore, vedeva innanzitutto i suoi allievi come “futuri cittadini del cielo”. Non diceva forse che le due cose maggiormente necessarie per l'educazione dei giovani erano la confessione e l'Eucaristia?
Il metodo preventivo di don Bosco viene spesso accolto come un qualsiasi metodo pedagogico, magari il più geniale, mentre è una spiritualità.

Un mio amico carissimo ha scritto questa mattina: "Io sono un allievo di don Bosco. In gioventù sempre con i salesiani!" 
Questa gratitudine dopo 50 anni dice molto di più di tante parole.

Prima Lettura  Eb 12, 1-4
Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, anche noi, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento.
Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio.
Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato. 

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 21
Ti loderanno, Signore, quelli che ti cercano.

Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre!

Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli.

A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.

Lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!».  

Canto al Vangelo 
 Mt 8,17 
Alleluia, alleluia.

Cristo ha preso le nostre infermità
e si è caricato delle nostre malattie.
Alleluia.

 
 
Vangelo   Mc 5, 21-43
Fanciulla, io ti dico: Alzati!

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.


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