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sabato 28 gennaio 2017

sabato III settimana T. O., PER FEDE

P. Sieger Koder - Abramo conta le stelle
(anche l'abbraccio di Giuseppe
con i suoi fratelli era di P. Koder)
Il brano di oggi della lettera agli Ebrei fa una riflessione impressionante sulla fede, dando molti esempi. La fede è la condizione necessaria per essere approvati da Dio ed esige molti affidamenti “al buio” e molti distacchi successivi. Abramo lasciò concretamente il suo paese, la sua parentela, le sue abitudini e “partì senza sapere dove andava”, “soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera”, “Nella fede morirono tutti costoro (Abramo e la sua discendenza), senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra.”

La fede non è solo rinuncia ma è anche doni straordinari, incredibili: Sara divenne madre finalmente e completamente fuori tempo massimo!

La fede però non è acquisita una volta per sempre e non solo deve essere rinnovata giorno dopo giorno, ma Dio vuole farla crescere attraverso distacchi sempre maggiori, sempre più profondi. Abramo accettò nell’obbedienza un’apparente terribile contraddizione di Dio stesso. Tutti rabbrividiamo quando pensiamo al sacrificio di Abramo e al suo dialogo interno che immaginiamo (come ce lo suggerisce la stessa lettera agli ebrei): “Ma come? Questo è il figlio della tua promessa! Tu me l’hai dato! Perché te lo vuoi riprendere? È assurdo, non esisti, Dio non ama, se era così era meglio non darmi niente … Dio sei un mostro, perché mi dovrei fidare? Meglio che faccia come dico io, in fondo se Dio mi ama approverà quello che voglio io…”

È impressionante anche la notazione che chi voleva avrebbe potuto tornare indietro, ma non lo fece perché non aveva più di mira questa patria di origine ma la promessa di Dio.

P. Sieger Koder - Gesù dorme nella barca
 durante la tempesta
Il Vangelo ci esorta ad avere una fede più forte e completa di quella di Abramo in vista di doni più grandi ancora.

Prima Lettura   Eb 11,1-2.8-19
Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio stesso.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.


Salmo Responsoriale    Lc 1,68-75 
Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo.
 
Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo.

Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza.

Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
  
Canto al Vangelo   Gv 3,16
Alleluia, alleluia.
Dio ha tanto amato il mondo
da dare il Figlio, unigenito,
perché chiunque crede in lui non vada perduto,
ma abbia la vita eterna.
Alleluia. 
 
  
Vangelo   Mc 4,35-41
Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?
 
Dal Vangelo secondo Marco

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

1 commento:

  1. Ho scritto ieri con quasi già un giorno di ritardo ma qualche integrazione può essere utile.

    Ho solo sottolineato la forza della Parola di Dio. Quello che è scritto è verità.

    Da lì però due domande: tutti devono fare lo stesso? Tu l’hai fatto, lo fai?

    Non tutti siamo chiamati a fare le stesse cose e quindi il discernimento per ogni situazione è necessario, ma quello che è stato scritto “non può essere annullato” (cfr. Gv 10,35) e deve servire come confronto per cercare la volontà di Dio: “Ora, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra speranza” Rm 15,4. Tutti dobbiamo essere guidati dallo stesso Spirito per essere figli di Dio.
    Siamo tutti deboli e io per primo, ma se non voglio perdermi devo dialogare con Dio partendo da Lui, dalla Scrittura,e non da me stesso o altro.

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