Rubens - Gli angeli spingono Lot e la sua famiglia a fuggire |
Stiamo ascoltando la Buona Notizia
attraverso il testo della seconda ai Corinzi sviluppato negli schemi di letture
per la Messa di ogni giorno dell’ottavario.
Se uno è morto per tutti e tutti sono
morti, non vivono più per se stessi, la conseguenza è che le cose vecchie sono passate.
Nella storia di Lot (prima lettura)
gli angeli obbligano lui e la sua famiglia a staccarsi urgentemente da Sodoma che
sta per essere travolta, facendo divieto di fermarsi nella valle e addirittura anche
di solo guardare indietro.
Invece “la moglie di Lot guardò
indietro e divenne una statua di sale”. Mi ha sempre molto impressionato questa
immagine. Anche perché non so perché la moglie di Lot ha guardato indietro. Se fu
solo per curiosità, siamo (quasi) tutti in pericolo. Quello che è certo è che si
ha l’impressione ogni tanto di incontrare “statue di sale”. Persone che sono come
morte, ferme nel passato, nei risentimenti o nel dolore forte che porta alla depressione
profonda, quando non si tratta di rancori, di desiderio di vendetta.
Comprendiamo perché gli angeli “presero
per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di
misericordia del Signore”. Se è necessario guardare
al passato, alle proprie ferite per “riconciliarsi con la propria storia”,
bisogna farlo al momento giusto. Ci sono situazioni in cui il passato è come un
vortice negativo che rischia di inghiottire il dinamismo della vita e bisogna assolutamente
uscirne, rompendo gli indugi, e talvolta la persona in pericolo non è
consapevole o non ha la forza di staccarsi, può essere anche complice, per cui
indugia, anche mentendo a se e agli altri. È un grande atto di misericordia del
Signore quando c'è l’amico, l’avvenimento provvidenziale che aiuta a tagliare i
legami di morte col passato. Raccomando a tutti il libretto così semplice e
dico ispirato di Jean Vanier: “La depressione” (LDC) pubblicato in Francia
tantissimi anni fa col titolo: “La dépression” (Ed. Le Livre Ouvert). Su undici
capitoli, quello chiamato: “Quando è necessario inoltrarsi nelle tenebre” è solo il penultimo.
Come può tagliare uno che è drogato,
dipendente dal gioco d’azzardo, dalla pornografia, usuraio o avaro, irretito nel
rancore o in giri di malavita? Lot che ha scelto Sodoma per egoismo lasciando lo
zio Abramo, vecchio, correre nella steppa alla ricerca di pascoli, è complice della sua situazione. Eppure l’unica cosa da fare è scappare.
Ma in Cristo le cose vecchie sono passate.
Lui taglia, Lui da la vita nuova. Lui è la Vita vera.
Raffaello - Lot lascia Gomorra |
E in questo testo del Genesi c'è un
particolare straordinario: Lot è debole ma si appoggia a Dio. Indugia e solo l’intervento
deciso degli angeli lo fa uscire da Sodoma. Gli angeli gli impongono di andare
sulle montagne. Ma lui sente tutta la sua fragilità e propone a Dio un termine
meno lontano, Soar, una città ancora nella valle e Dio accetta, non ritira la
sua grazia se uno dialoga e fa tutto quello che può o crede sinceramente di
poter fare. La fede totale avrebbe certamente portato Lot sulle montagne. Sarebbe
stato senz’altro meglio se pensiamo al seguito della storia di Lot e del popolo di Moab. Vediamo anche le altezze alle quali arriva san Paolo che non
si ferma per questo ma continua a camminare (seconda lettura), le esigenze del discepolato secondo
il Vangelo…. Però la fede di Lot, pur essendo così vacillante non è riluttante, e
lo salva lo stesso attraverso la misericordia infinita di Dio per i suoi figli.
PRIMA LETTURA (Gen
19, 15-26)
Non voltarti indietro.
Dal libro della Genesi.
In
quei giorni, quando apparve l’alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo:
“Su, prendi tua moglie e le tue due figlie che hai qui, per non essere travolto
nel castigo della città”. Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui,
sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore
verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città.
Dopo
averli condotti fuori, uno di loro disse: “Fuggi, per la tua vita. Non guardare
indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere
travolto!”. Ma Lot gli disse: “No, mio signore! Vedi, il tuo servo ha trovato grazia
ai tuoi occhi e tu hai usato grande bontà verso di me salvandomi la vita, ma io
non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia.
Ecco quella città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è
piccola cosa! Lascia che io fugga lassù – non è una piccola cosa? – e così la
mia vita sarà salva”. Gli rispose: “Ecco, ti ho favorito anche in questo, di
non distruggere la città di cui hai parlato. Presto, fuggi
là, perché io non posso far nulla finché tu non vi sia arrivato”. Perciò quella
città si chiamò Soar.
Il
sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar, quand’ecco il Si-gnore
fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti
dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti
delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e
divenne una statua di sale.
Parola
di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Sal
77 [76], 6-16)
Dio è sempre fedele.
Rit.: Ricordiamo con gioia, Signore, le tue meraviglie.
Ripenso
ai giorni passati, ricordo gli anni lontani.
Un
canto nella notte mi ritorna nel cuore: medito e il mio spirito si va
interrogando. Rit.
Forse
il Signore ci respingerà per sempre, non sarà mai più benevolo con noi?
È
forse cessato per sempre il suo amore, è finita la sua promessa per sempre? Rit.
Può
Dio aver dimenticato la pietà, aver chiuso nell’ira la sua misericordia? E ho
detto: “Questo è il mio tormento: è mutata la destra dell’Altissimo”. Rit.
Ricordo i prodigi del Signore,
sì,
ricordo le tue meraviglie di un tempo. Vado considerando le tue opere, medito
tutte le tue prodezze. Rit.
O Dio, santa è la tua via;
quale
dio è grande come il nostro Dio? Tu sei il Dio che opera meraviglie, manifesti
la tua forza fra i popoli. Rit.
Hai
riscattato il tuo popolo con il tuo braccio, i figli di Giacobbe e di Giuseppe.
SECONDA LETTURA (Fil 3, 7-14)
Dimentico quel che sta alle mie spalle.
Dalla lettera di san Paolo apostolo
ai Filippesi.
Fratelli,
queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a
motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della
sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato
perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed
essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla
Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio,
basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua
risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua
morte, nella speranza di giungere alla risur-rezione dai morti.
Non
ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di
correre per conquistarla, perché anch’io sono stato con-quistato da Cristo
Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conqui-stata. So soltanto
questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta
di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù,
in Cristo Gesù.
Parola
di Dio.
CANTO AL VANGELO (cfr.
Fil 3, 8-9)
Alleluia, alleluia.
Tutto
ho lasciato perdere e considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere
trovato in lui. Alleluia.
VANGELO (Lc 9,
57-62)
Mettersi all’aratro.
Dal Vangelo secondo Luca.
In
quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: “Ti seguirò
dovunque tu vada”. E Gesù gli rispose: “Le volpi hanno le loro tane e gli
uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il
capo”.
A
un altro disse: “Seguimi”. E costui rispose: “Signore, permettimi di andare
prima a seppellire mio padre”. Gli replicò: “Lascia che i morti sep-pelliscano
i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio”. Un altro disse: “Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi
congedi da quelli di casa mia”. Ma Gesù gli rispose: “Nessuno che mette mano
all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio”.
Parola
del Signore.
Le cose vecchie non passano da sole, restano sempre la, se non le spostiamo noi ..... A me accade che a volte le tengo ferme, inalterate, le rimurgino e con esse rimurgino il dolore che mi hanno provocato . Quando poi non c'è la faccio più per non rimanere schiacciata, probabilmente istinto di conservazione o io dico Grazia: ; alzo gli occhi e guardo il cielo e chiedo, .....E la forza arriva, una forza che mi fa scoprire che quel muro che avevo davanti , altro non era che un miraggio , ma lo lo scopro solo, se con l' aiuto di Dio ho il coraggio di tentare ad attraversare il muro..... Ma quando questo non avviene, quando non lascio andare il passato nelle mani di Dio resto la ferma, bloccata, come una statua di sale, nella mia sofferenza, purtroppo!
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