Domani, sotto lo sguardo della Vergine del Rosario, iniziamo le catechesi di evangelizzazione. A questo scopo, senza togliere in nulla valore a tutto ciò che il Papa ha detto riguardo ai migranti, cito alcuni passi della sua omelia di ieri 5 ottobre sull’evangelizzazione.
OMELIA DEL SANTO PADRE LEONE XIV
Siamo qui perché, presso la tomba dell’Apostolo Pietro, ciascuno di noi deve poter dire con gioia: tutta la Chiesa è missionaria, ed è urgente – come ha affermato Papa Francesco – che «esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 23).
C’è una vita, dunque, una nuova possibilità di vita e di salvezza che proviene dalla fede, perché essa non solo ci aiuta a resistere al male perseverando nel bene, ma trasforma la nostra esistenza tanto da renderla uno strumento della salvezza che Dio ancora oggi vuole operare nel mondo. E si tratta di una forza mite: la fede non si impone con i mezzi della potenza e in modi straordinari.
Come affermava San Paolo VI, «a noi spetta di proclamare il Vangelo in questo straordinario periodo della storia umana, un tempo davvero senza precedenti, in cui, a vertici di progresso mai prima raggiunti, si associano abissi di perplessità e di disperazione anch’essi senza precedenti» (Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, 25 giugno 1971).
questo è il tempo – come affermava Papa Francesco – di costituirci tutti in uno «stato permanente di missione» (Evangelii gaudium, 25).
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