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venerdì 17 febbraio 2023

UNA NOVENA DI PREGHIERA PER LA FINE DELLA GUERRA NEL COMPIERSI DI UN ANNO DALL'INIZIO DEL CONFLITTO

Mio nipote (a destra) porta altre due ambulanze in Ucraina, date dai Vigili del Fuoco francesi.

Il 24 febbraio saranno 365 giorni dall'invasione su larga scala dell’Ucraina, Stato democratico, indipendente e internazionalmente riconosciuto nelle sue frontiere del 1991 da tutti, compresa la stessa Federazione Russa con un trattato internazionale! Nessuno pensava che la Russia avrebbe scatenato la guerra perché con un esercito di 150.000 uomini non puoi tenere un territorio così vasto come quello  ucraino. Questa invasione ha dimostrato dal primo giorno fino ad oggi il suo carattere folle sul piano strategico, e particolarmente criminale sul piano umano, con un disprezzo totale della vita degli ucraini ma anche di quella del proprio popolo, dei propri soldati, dei carcerati arruolati con false promesse e trasformati in carne da cannone.

I vescovi ucraini latini hanno lanciato ieri una novena per “la fine della guerra, la vittoria sul nemico e l’instaurazione di una pace giusta in Ucraina”. Alla messa conclusiva sarà presente anche l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, nunzio apostolico in Ucraina. Approfittiamo anche noi di questi 9 giorni per elevare a Dio una supplica insistente per tutte le vittime, per la pace  nel mondo, per riflettere su quanto siamo davvero uomini e donne di pace oppure elementi di divisione o di indifferenza. Il male è sempre negativo e quindi è un eccesso. E il mondo è pieno di eccesso di male. Solo un eccesso di bene può rimarginarlo. È quello che ha fatto Gesù ed è la via che egli ci ha indicato.


(Chiesa greco-cattolica ucraina, Segretariato dell’Arcivescovo Maggiore, Roma) 16 febbraio 2023

Sia lodato Gesù Cristo!

Cari fratelli e sorelle in Cristo, oggi è giovedì 16 febbraio 2023, e in Ucraina è in corso il 358 ° giorno della grande e sanguinosa guerra che l'occupante russo ha portato nella pacifica terra ucraina.

Nottetempo l'Ucraina ha vissuto un altro crimine sanguinoso e potente che la Russia ha commesso in Ucraina. Di notte abbiamo vissuto un pesante attacco missilistico che si è abbattuto sulle pacifiche città ucraine mentre la gente stava dormendo, stava riposando nelle proprie case. Stamattina sappiamo che di notte in Ucraina sono stati lanciati almeno 32 missili da crociera. Purtroppo la maggior parte di loro ha centrato l’obiettivo. Hanno subito danni da esplosioni la regione di Leopoli e quella di Kirovohrad, la regione di Poltava e di Dnipropetrovsk. Sfortunatamente, ci sono gravi distruzioni delle infrastrutture critiche che assicurano la vita delle nostre città e dei villaggi. Un attacco missilistico notturno sulle città e sui villaggi pacifici è un atto particolarmente cinico, che mira non solo a distruggere alcune cose ma ancora una volta a intimidire, demoralizzare gli ucraini e spezzare la loro volontà di essere liberi.

Sempre ieri è avvenuta una tragedia nella città di Pokrovsk, nella regione di Donetsk, lungo la linea del fronte. La città di Pokrovsk è diventata un enorme hub umanitario della nostra regione di Donetsk, dove sono arrivati molti rifugiati provenienti da quella parte della regione dove ci sono ostilità in corso. Lì erano in funzione gli ospedali, c'erano molti luoghi che accoglievano gli sfollati interni, e il nemico ha deliberatamente distrutto quei centri in cui le persone, vittime di questa guerra venivano salvate. Ieri e la notte scorsa sono stati prestati dei soccorsi e sono state rimosse le macerie, perché i danni li hanno subito i condomini a più piani. Oggi sappiamo che almeno tre persone sono morte e più di undici risultano ufficialmente registrate come ferite.

Pertanto, questa mattina l'Ucraina si sveglia con un'altra ferita, con un altro dolore, ma saluta il nuovo giorno con la preghiera, con la fede nel Signore Dio, con la fede che Dio è sempre dalla parte dell’innocente che soffre. Inoltre, sentiamo che il Signore Dio accoglie oggi le ferite dell'Ucraina come le sue ferite personali. Cristo soffre ancora una volta, soffre nel corpo di un uomo ferito, ferito dalla guerra, della guerra grande e sanguinosa come la sta vivendo oggi l'Ucraina. Al fronte sono in corso pesanti combattimenti. Il nemico non rinuncia ai suoi tentativi di impadronirsi di ulteriori territori, e uno dopo l’altro i potenti attacchi arrivano su Bakhmut, Avdiivka e Vuhledar. È in fiamme la nostra regione di Luhansk.

Ma oggi, mettendosi al lavoro e alla preghiera, l'Ucraina ringrazia Dio per un nuovo giorno. Tutti ringraziamo le Forze Armate ucraine, la nostra difesa aerea per essere vivi. Oggi ancora una volta diciamo a noi stessi e al mondo: l'Ucraina resiste! L'Ucraina combatte! L'Ucraina prega!

Noi invece continuiamo le nostre riflessioni sulla vocazione, sul suo contenuto, sui vari tipi di vocazioni perché ognuno di noi possa sentire la voce di Dio che ci chiama a un certo tipo di servizio, a un certo modo di essere cristiano, a un certo modo della vita e del servizio nella Chiesa di Cristo.

Oggi vorrei riflettere con voi su una vocazione particolare, molto speciale, che è la vocazione al sacerdozio. Sappiamo che, per compiere la sua missione, Cristo chiamò i suoi apostoli, dodici discepoli più stretti che furono testimoni dei suoi miracoli, testimoni della sua vita in mezzo a noi sulla terra, che si fecero portatori della sua parola, la parola del Vangelo.

Ma Cristo ha fatto la sua Chiesa in modo tale che il suo sacerdozio, il sacerdozio di Dio stesso, fosse disponibile per ogni persona, per le persone di tutti i tempi e di tutte le nazioni. Perciò, anche oggi, Cristo chiama alcuni eletti al suo eterno sacerdozio. Cristo dice ai suoi apostoli, ai suoi discepoli: "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga". Per questo, anche oggi Cristo vivo tocca il cuore dei giovani e chiama loro a prendere parte al suo eterno sacerdozio di Cristo.

Sappiamo che essere sacerdote non è una professione. Essere sacerdote è una vocazione a uno stile di vita speciale. Dal momento dell'ordinazione il sacerdote partecipa al sacerdozio eterno di Cristo. E come insegna la Chiesa di Cristo, riceve un sigillo speciale sulla sua anima eterna, diventa sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchisedek, come è scritto nella Lettera agli Ebrei. Questo eterno sacerdozio di Cristo ha bisogno di un giovane che risponda ad esso perché Cristo oggi vuole continuare la missione di guarire le ferite umane con le mani dei sacerdoti.

Sacerdote è un ministro speciale dei sacramenti della Chiesa di Cristo. Il vertice, il culmine dei sacramenti di Cristo è il sacramento dell’Eucaristia. Cristo vuole nutrire un giovane o una ragazza moderni, una persona moderna, un cristiano moderno con il suo Corpo e il suo Sangue.

Perciò è molto importante sostenere e alimentare la vocazione al Sacerdozio, e i genitori, gli amici, i parenti e i conoscenti, i sacerdoti e i padri spirituali colgano nell'animo del giovane alcuni segni di vocazione al sacerdozio. Tali segni sono l'amore per la preghiera, l'attenzione benevola alle persone, l'immedesimazione, l'empatia per i bisogni, le sofferenze, le speranze e le attese degli altri. Chi ama le persone, in futuro può essere un buon sacerdote.

Il servizio sacerdotale è svolto da persone che hanno scelto diversi stati di vita, come lo stato di vita monastica o lo stato di verginità consacrata, nonché lo stato coniugale. In particolare, nella nostra Chiesa abbiamo un'usanza antica, un'antica tradizione del sacerdozio uxorato.

Ma è importante che questi presupposti, segni di una vocazione al sacerdozio, possano essere ben sviluppati, che ci sia qualcuno accanto alla persona chiamata e lo aiuti a maturare in quella vocazione al sacerdozio per capire in quale stato questo dono può realizzarsi meglio. Dunque, è molto importante la vita, l'educazione e la formazione di un candidato al sacerdozio in un seminario, in una comunità. Il seminario, in quanto ambiente di discernimento e di nutrimento per la vita e il servizio sacerdotale, è un momento chiave nella preparazione al sacerdozio. Tutti dovrebbero avvicinarsi a questa scelta con grande rispetto per ciò che il Signore Dio ci ha dato, in comunicazione con Dio, per scoprire nel proprio cuore lo stato a cui il Signore chiama il candidato.

Oggi voglio rivolgermi anche ai nostri giovani: il Signore Dio chiama molti al sacerdozio. La nostra gente ha tanto bisogno di buoni sacerdoti, in particolare, dove in Ucraina oggi si soffre di più, dove le persone gridano giorno e notte al Signore e ai loro vescovi chiedendo: dateci sacerdoti buoni e santi, dateci i pastori. Lo sentiamo ogni volta che visitiamo le nostre parrocchie, le nostre comunità, la nostra gente. Abbiamo tanto bisogno di sacerdoti buoni e santi che continuino questo servizio di Cristo stesso nel corpo della sua Chiesa. Faccio quindi appello a tutti i giovani che mi ascoltano: non trascurate questa vocazione, non rifuggite da essa, abbiate il coraggio di rispondere, abbiate il coraggio di mettervi in cammino di preparazione al ministero sacerdotale.

Dio, benedici l'Ucraina! Dio, concedi al nostro popolo buoni e santi sacerdoti, attraverso i quali potrai continuare la Tua opera di salvezza degli uomini nei nostri tempi e nelle nostre circostanze. Dio, Ti affidiamo ogni seminarista del nostro seminario, i suoi genitori, i parenti e i familiari, i nostri insegnanti, i superiori del seminario affinché ciascuno dei nostri seminari diventi il centro della coltivazione dei santi servitori dell’altare di Dio.

Dio, benedici la nostra patria Ucraina con la Tua giusta pace celeste!



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