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mercoledì 15 febbraio 2023

10 LA DEVOZIONE (=SANTITÀ) È PER TUTTI MA DEVE ESSERE VERO AMORE DI DIO; NON UN AMORE QUALSIASI / Totum Amoris Est.


La novità e la verità della devozione, invece, si trovano altrove, in una radice profondamente legata alla vita divina in noi. In tal modo «la vera e viva devozione […] esige l’amore di Dio, anzi non è altro che un vero amore di Dio; non un amore genericamente inteso». [38] Nella sua fervente immaginazione essa non è che, «a dirla in breve, una sorta di agilità e vivacità spirituale per mezzo della quale la carità agisce in noi o, se vogliamo, noi agiamo per mezzo suo, con prontezza e affetto». [39] Per questo essa non si pone accanto alla carità, ma è una sua manifestazione e, insieme, conduce ad essa. È come una fiamma rispetto al fuoco: ne ravviva l’intensità, senza mutarne la qualità. «In conclusione, si può dire che la carità e la devozione differiscono tra loro come il fuoco dalla fiamma; la carità è un fuoco spirituale, che quando brucia con una forte fiamma si chiama devozione: la devozione aggiunge al fuoco della carità solo la fiamma che rende la carità pronta, attiva e diligente, non soltanto nell’osservanza dei Comandamenti di Dio, ma anche nell’esercizio dei consigli e delle ispirazioni del cielo». [40] Una devozione così intesa non ha nulla di astratto. È, piuttosto, uno stile di vita, un modo di essere nel concreto dell’esistenza quotidiana. Essa raccoglie e interpreta le piccole cose di ogni giorno, il cibo e il vestito, il lavoro e lo svago, l’amore e la generazione, l’attenzione agli obblighi professionali; in sintesi, illumina la vocazione di ognuno.

Si intuisce qui la radice popolare della devozione, affermata fin dalle prime battute di Filotea: «Quasi tutti quelli che hanno trattato della devozione si sono interessati di istruire persone separate dal mondo o, perlomeno , hanno insegnato un tipo di devozione che porta a questo isolamento. Io intendo offrire i miei insegnamenti a quelli che vivono nelle città, in famiglia, a corte, e che, in forza del loro stato, sono costretti, dalle convenienze sociali, a vivere in mezzo agli altri». [41] È per questo che si sbaglia di molto chi pensa di relegare la devozione a qualche ambito protetto e riservato. Piuttosto, essa è di tutti e per tutti, ovunque siamo, e ciascuno la può praticare secondo la propria vocazione. Come scriveva San Paolo VI nel quarto centenario della nascita di Francesco di Sales, «la santità non è prerogativa dell’uno o dell'altro ceto; ma a tutti i cristiani è rivolto il pressante invito: “Amico, sali più in alto” ( Lc 14,10); tutti sono vincolati dall’obbligo di salire il monte di Dio, anche se non tutti per la stessa via. “La devozione dev’essere esercitata in modo diverso dal gentiluomo, dall’artigiano, dal cameriere, dal principe, dalla vedova, dalla giovane, dalla sposa. Ancor più, la pratica della devozione deve essere adattata alle forze, agli affari e ai doveri di ognuno”». [42] Attraversare la città secolare, custodendo l’interiorità, coniugare il desiderio di perfezione con ogni stato di vita, ritrovando un centro che non si separa dal mondo, ma insegna ad abitarlo, ad apprezzarlo, imparando anche a prendere le giuste distanze da esso: questo era il suo intento, e continua a essere una lezione preziosa per ogni donna e uomo del nostro tempo.

È questo il tema conciliare della vocazione universale alla santità: «Muniti di salutari mezzi di una tale abbondanza e di una tale grandezza, tutti i fedeli di ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità la cui perfezione è quella stessa del Padre celeste». [43] “Ognuno per la sua via”. «Dunque, non è il caso di scoraggiarsi quando si contemplano modelli di santità che appaiono irraggiungibili». [44] La madre Chiesa ce li propone non perché cerchiamo di copiarli, ma perché ci spronino a camminare sulla via unica e specifica che il Signore ha pensato per noi. «Quello che conta è che ciascun credente discerna la propria strada e faccia emergere il meglio di sé, quanto di così personale Dio ha posto in lui (cfr  1 Cor 12,7)». [45]

[38] S. Francesco di Sales, Introduction à la vie dévote, I, 1: ed. Ravier – Devos, Paris 1969, 32

[39] Ibid.

[40] Ibid.: 33.

[41] Ibid., Préface: ed. Ravier – Devos, Paris 1969, 23.

[42] Epist. Ap. Sabaudiae gemma, nel IV centenario della nascita di san Francesco di Sales, dottore della Chiesa (29 gennaio 1967): AAS 59 (1967), 119.

[43] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm.  Lumen gentium, 11.

[44] Esort. ap. Gaudete et exsultate, 11: AAS 110 (2018), 1114.

[45] Ibid.


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