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giovedì 9 febbraio 2023

TERREMOTO IN SIRIA E TURCHIA, PERCHÉ DIO PERMETTE QUESTI MORTI? ALCUNE RISPOSTE.


“Se non si muove foglia che Dio non voglia come dicono i cristiani, questo Dio non poteva avvisare che stava tutto per crollare?”

Da un ateo viene riproposto in questo modo, in occasione del terremoto che ha colpito così duramente le popolazioni di Siria e Turchia, il vecchio dilemma del male. È chiaramente una critica rivolta contro Dio (e la sua esistenza) e in particolare contro il Dio dei cristiani, i quali dicono che Dio è Amore. Nietzsche aveva espresso questa stessa critica in una frase forte: Se c'è un solo bambino che soffre ingiustamente ci sono due possibilità: O Dio non è onnipotente e quindi non è Dio, oppure è onnipotente e allora è un mostro!

La verità è che siamo tutti colpiti profondamente da quello che è successo e le risposte che sta dando la gente riguardo alla presenza e azione di Dio in quel momento sono esitanti e varie. Anche da credente si può chiedere a Dio: “perché l’hai permesso?”. “Signore se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”, dice Marta a Gesù (Gv 11,21). Ma la nostra domanda tocca anche il perché della sofferenza: “Perché devono soffrire, “pagare” degli innocenti?” (già quando diciamo “pagare”, manifestiamo che la nostra visione di Dio è ancora quella del Moloch che si nutre di sacrifici ed esige riparazione e sofferenza per le offese a lui fatte). E spesso ci sentiamo messi le spalle al muro dal dilemma che ci presenta  Nietzsche. Infatti se il terremoto che non è provocato dagli uomini ci riporta immediatamente a Dio o al suo concetto, tutte le sofferenze innocenti ci turbano, e in particolare le guerre, visto che Dio per definizione ha tutto nelle mani.

Diamo qualche risposta sul piano teologico e sul piano della responsabilità umana.

In che senso l’affermazione di Nietzsche non regge? Innanzitutto perché parla di Dio come se fosse possibile costringerlo nella sua logica umana. Dio è per definizione Unico e Trascendente e quindi supera le capacità della mente umana, non può essere rinchiuso in un solo ragionamento umano. Il Dio che riesce ad entrare tutto nei nostri ragionamenti è il dio che ci inventiamo noi e quindi non esiste. Nietzsche parla di un dio che non esiste. Parlare di Dio evacuando la dimensione del mistero è un errore di ragionamento. Il Dio vero è l’Unico e perché possiamo conoscerlo dentro di sé, deve rivelarsi, parlare lui di sé stesso. Lo Spirito che Gesù ci ha donato “scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio” (1 Cor 2,10). San Paolo prega affinché “il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria dia uno spirito di sapienza e di rivelazione (ai cristiani della comunità di Efeso)  per una più profonda conoscenza di lui” (Efesini 1,17). 

Ma Dio si è rivelato in Gesù Cristo e quindi senza dover essere mistici abbiamo dei punti fermi accessibili a tutti. Qualcuno che vuole ragionare sul Dio che seguono i cristiani sa che Egli ha affrontato la sofferenza innocente in Gesù Cristo che si è consegnato alla sofferenza pur essendo innocente, e l’ha riempita della forza del suo Amore e della potenza della sua Risurrezione. Per cui la croce da simbolo quasi assoluto di male è diventato segno universale di benedizione, anche se la maggior parte degli uomini e in particolare dei battezzati non la comprende e la usa più che altro come amuleto, talismano e non come via di vita. Ma almeno vediamo che questo Dio che si cala nella sofferenza lui stesso, anche se non lo comprendiamo, non è così illogico e assurdo come vuole dire Nietzsche. Giobbe quando incontrò Dio ed uscì dai suoi ragionamenti per lasciarsi abbracciare si pacificò. A maggior ragione noi che in Cristo abbiamo una risposta molto più completa al mistero della sofferenza innocente. Non abbiamo la spiegazione per ogni cosa, ma una RISPOSTA per ogni cosa e ci inginocchiamo davanti alla croce di Cristo. 

Ma c'è anche un aspetto solo umano. Ho letto che qualcuno sul web ha fatto una riflessione molto criticata: dice in sostanza che in una zona così fortemente sismica non è stato prudente costruire in questo modo i palazzi e le città. In modo generale se l’uomo, anche tenendo conto dei suoi limiti e della sua debolezza, decidesse di vivere per gli altri, con responsabilità e carità, quanti mali sarebbero evitati! Nell’ottobre 1980, un mese prima del terremoto in Irpinia, per lo stesso movimento tellurico ci fu un terremoto in Algeria con migliaia di morti. All'epicentro c'era un paese chiamato "El Asnam", ossia "Le Rovine"! Un nome significativo dato per i vari terremoti e distruzioni del passato. L’unico edificio rimasto illeso fu il cementificio costruito dai giapponesi secondo criteri antisismici. Dovettero battagliare per imporre il loro progetto, evidentemente più costoso. Ma hanno tenuto duro, perché quella era una zona sismica e dalla loro esperienza dei terremoti in Giappone, era l’unico modo ragionevole di costruire… 


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