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domenica 5 febbraio 2023

05 LA SCOPERTA DI UN MONDO NUOVO / Totum Amoris Est.

Parigi nel 1600.

La scoperta di un mondo nuovo

Terminati gli studi umanistici, proseguì con quelli di diritto all’Università di Padova. Rientrato ad Annecy, aveva ormai deciso l’orientamento della sua vita, nonostante le resistenze paterne. Ordinato sacerdote il 18 dicembre 1593, nei primi giorni di settembre dell’anno seguente, su invito del vescovo, Mons. Claude de Granier, fu chiamato alla difficile missione nello Chablais, territorio appartenente alla diocesi di Annecy, di confessione calvinista, nuovamente passato, nell’intricato dedalo di guerre e trattati di pace, sotto il controllo del ducato di Savoia. Furono anni intensi e drammatici. Qui scoprì, insieme a qualche rigida intransigenza che in seguito gli darà da pensare, le proprie doti di mediatore e uomo di dialogo. Si mostrò, inoltre, inventore di originali e audaci prassi pastorali, come i famosi “fogli volanti”, appesi ovunque e fatti scivolare persino sotto le porte delle case.

Nel 1602 fece ritorno a Parigi, impegnato a svolgere una delicata missione diplomatica, per conto dello stesso Granier e su precisa indicazione della Sede Apostolica, in seguito all’ennesimo mutamento del quadro politico-religioso del territorio della diocesi di Ginevra. Nonostante la buona disposizione d’intenti da parte del re di Francia, la missione fu fallimentare. Lui stesso scrisse a Papa Clemente VIII: «Dopo nove mesi interi, sono stato costretto a tornare sui miei passi senza aver concluso quasi nulla». [17] Eppure quella missione si rivelò per lui e per la Chiesa di una ricchezza inattesa sotto il profilo umano, culturale e religioso. Nel tempo libero concesso dai negoziati diplomatici, Francesco predicò alla presenza del re e della corte di Francia, intrecciò relazioni importanti e, soprattutto, si immerse totalmente nella prodigiosa primavera spirituale e culturale della moderna capitale del Regno.

Lì tutto era cambiato e stava cambiando. Lui stesso si lasciò toccare e interrogare dai grandi problemi insorgenti del mondo e dal modo nuovo di osservarli, dalla sorprendente domanda di spiritualità che era nata, come dalle inedite questioni che essa poneva. In breve, si accorse di un vero “passaggio d’epoca”, cui occorreva rispondere attraverso linguaggi antichi e nuovi. Non era certo la prima volta che incontrava dei cristiani ferventi, ma si trattava di qualcosa di diverso. Non era la Parigi sconvolta dalle guerre di religione, che aveva visto nei suoi anni di formazione, e neppure la lotta aspra sostenuta nei territori dello Chablais. Era una realtà inattesa: una folla «di santi, di veri santi, numerosi e dappertutto». [18] C’erano uomini e donne di cultura, professori della Sorbona, rappresentanti delle istituzioni, principi e principesse e servi e serve, religiosi e religiose. Un mondo variamente assetato di Dio.


[17] S. Francesco di Sales, Lett. 165: À Sa Sainteté Clément VIII (fine ottobre 1602), in Œuvres de Saint François de Sales, XII ( Lettres, II: 1599-1604), Annecy 1902, 128.

[18] H. Bremond, L’humanisme dévôt: 1580-1660, in Histoire littéraire du sentiment religieux en France: depuis la fin des guerres de religion jusqu’à nos jours, I, Jérôme Millon, Grenoble 2006, 131.


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