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martedì 28 febbraio 2023

DIECI ANNI FA, LE DIMISSIONI DI PAPA BENEDETTO E LA SEDE VACANTE



Dieci anni fa, il 28 febbraio 2013, alle ore 20, iniziava il periodo di Sede Vacante, secondo le disposizioni di Papa Benedetto. Con la chiusura del Portone del Palazzo di Castel Gandolfo, dove Joseph Ratzinger era arrivato qualche ora prima, veniva significato  l’inizio di questo nuovo periodo, confermato dal saluto dell’ormai Papa emerito ad una piccola folla. Ancora la mattina, nel suo ultimo discorso, Papa Benedetto aveva detto:  “... Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti; non sono più Sommo Pontefice della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. …”. 

Tutto quindi, molto chiaramente deciso, annunciato con precise e limpide motivazioni, ed eseguito. 

Ecco, dal sito Vaticano, il testo della Declaratio davanti ai Cardinali dell’ 11 febbraio precedente: 

DECLARATIO

Carissimi Fratelli,

vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.

Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell'eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.

Dal Vaticano, 10 febbraio 2013

BENEDICTUS PP XVI

Come sempre le parole di Papa Benedetto sono tutte ponderate e ricche di senso. E la conclusione può essere una sola: più chiaro di così!

Fu certamente un periodo nuovo, carico di alcune incognite, e per molti un po' destabilizzante. Mi ricordo quell'11 febbraio. Ho saputo la notizia in carcere. Ci fu una emozione generale e palpabile. Una guardia, non un grande praticante, disse, molto turbato: “è la fine del mondo!”. Ma di fronte a tale chiarezza, sorprende che in tanti abbiano potuto seguire per dieci anni l’ipotesi “complottista”, il mito di "Benedetto ancora Papa", della "Sede impedita", del "Codice Ratzinger". Dal disturbo psichico che diventa malattia spirituale e si chiama "complottismo", dovremo parlare in modo specifico. In effetti, il dubbio e la domanda sono legittimi e indispensabili strumenti della ricerca della verità e del progresso della conoscenza. Ma possono diventare invece un ostacolo a questa ricerca e questo progresso, fino a causare gravi squilibri della personalità.

Anche in parrocchia purtroppo, alcuni, ingannati, hanno seguito le opinioni di Alessandro Minutella, o fatto propaganda per politici che, a fini elettorali, dichiaravano pubblicamente “Benedetto XVI è il mio Papa” contro il rinnovato soffio evangelico portato da Papa Francesco e la sua legittima autorità.


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