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lunedì 6 febbraio 2023

06 GIORNI APPARENTEMENTE INUTILI E FALLIMENTARI SI TRASFORMARONO IN UNA SCUOLA INCOMPARABILE ... / Totum Amoris Est.


Incontrare quelle persone e riconoscere le loro domande fu una delle circostanze provvidenziali più importanti della sua vita. Giorni apparentemente inutili e fallimentari si trasformarono, in tal modo, in una scuola incomparabile, al fine di leggere, senza mai blandirli, gli umori del tempo. In lui, l’abile e infaticabile controversista si andava trasformando, per grazia, in un fine interprete del tempo e straordinario direttore d’anime. La sua azione pastorale, le grandi opere (Introduzione alla vita devota e Trattato dell’amore di Dio), le migliaia di lettere di amicizia spirituale che ne verranno, inviate dentro e fuori le mura dei conventi e dei monasteri a religiosi e monache, a uomini e donne di corte come alla gente comune, l’incontro con Giovanna Francesca di Chantal e la stessa fondazione della Visitazione nel 1610, risulterebbero incomprensibili senza questa svolta interiore. Vangelo e cultura trovavano allora una sintesi feconda, da cui derivava l’intuizione di un metodo vero e proprio, giunto a maturazione e pronto per un raccolto durevole e promettente.

In una delle primissime lettere di direzione e amicizia spirituale, inviata a una delle comunità visitate a Parigi, Francesco di Sales parla, pur con umiltà, di un “suo metodo”, che si differenzia da altri, in vista di una vera riforma. Un metodo che rinuncia all’asprezza e conta pienamente sulla dignità e capacità di un’anima devota, nonostante le sue debolezze: «Mi viene il dubbio che si possa opporre alla vostra riforma anche un altro impedimento: forse coloro che ve l’hanno imposta, hanno curato la piaga con troppa durezza. […] Io lodo il loro metodo, sebbene non sia quello che soglio usare, specialmente nei riguardi di spiriti nobili e ben educati come i vostri. Credo che sia meglio limitarsi a mostrar loro il male e mettere il bisturi nelle loro mani, perché pratichino essi stessi l’incisione necessaria. Ma non tralasciate per questo la riforma di cui avete bisogno». [19] Traspare in queste parole quello sguardo che ha reso celebre l’ottimismo salesiano e che ha lasciato la sua impronta durevole nella storia della spiritualità, per fioriture successive, come nel caso di don Bosco due secoli dopo.

Rientrato ad Annecy, fu ordinato vescovo l’8 dicembre dello stesso anno 1602. L’influsso del suo ministero episcopale sull’Europa dell’epoca e dei secoli successivi appare immenso. «È apostolo, predicatore, scrittore, uomo d’azione e di preghiera; impegnato a realizzare gli ideali del Concilio di Trento; coinvolto nella controversia e nel dialogo con i protestanti, sperimentando sempre più, al di là del necessario confronto teologico, l’efficacia della relazione personale e della carità; incaricato di missioni diplomatiche a livello europeo, e di compiti sociali di mediazione e di riconciliazione». [20] Soprattutto è interprete del cambiamento d’epoca e guida delle anime in un tempo che, in modo nuovo, ha sete di Dio.

[19] S. Francesco di Sales, Lett. 168 Aux religieuses du monastère des «Filles-Dieu» (22 novembre 1602), in Œuvres de Saint François de Sales, XII ( Lettres, II: 1599-1604), Annecy 1902, 105.

[20] Benedetto XVI, Catechesi, 2 marzo 2011: Insegnamenti, VII /1 (2011), 272.

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