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lunedì 20 febbraio 2023

11 LA VITA CRISTIANA È "ESTASI DELL'AZIONE E DELLA VITA" / Totum Amoris Est.



L’estasi della vita

Tutto questo ha condotto il santo Vescovo a considerare la vita cristiana nella sua interezza come «l’estasi dell’azione e della vita». [46] Essa, però, non va confusa con una facile fuga o una ritirata intimistica, tanto meno con un’obbedienza triste e grigia. Sappiamo che questo pericolo è sempre presente nella vita di fede. Infatti «ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua. […] Capisco le persone che inclinano alla tristezza per le gravi difficoltà che devono patire, però poco alla volta bisogna permettere che la gioia della fede cominci a destarsi, come una segreta ma ferma fiducia, anche in mezzo alle peggiori angustie». [47]

Permettere alla gioia di destarsi è proprio quanto Francesco di Sales esprime nel descrivere l’“estasi dell’azione e della vita”. Grazie ad essa «non viviamo soltanto una vita civile, onesta e cristiana, ma una vita sovrumana, spirituale, devota ed estatica, ossia una vita che in ogni caso è fuori e al di sopra della nostra condizione naturale». [48] Ci troviamo qui nelle pagine centrali e più luminose del Trattato. L’estasi è l’eccesso felice della vita cristiana, lanciata oltre la mediocrità della mera osservanza: «Non rubare, non mentire, non commettere lussuria, pregare Dio, non giurare invano, amare e onorare il padre, non uccidere, è vivere secondo la ragione naturale dell’uomo; ma abbandonare tutti i nostri beni, amare la povertà, chiamarla e ritenerla una deliziosa padrona, considerare gli obbrobri, il disprezzo, le abiezioni, le persecuzioni, i martiri come felicità e beatitudini, mantenersi nei limiti di un’assoluta castità, e infine vivere nel mondo e in questa vita mortale contro tutte le opinioni e le massime del mondo e contro la corrente del fiume di questa vita, con abituale rassegnazione, rinuncia e abnegazione di noi stessi, non è vivere secondo la natura umana, ma al di sopra di essa; non è vivere in noi, ma fuori di noi e al di sopra di noi: e siccome nessuno può uscire in questo modo al di sopra di se stesso se non l’attira l’eterno Padre, ne consegue che tale modo di vivere deve essere un rapimento continuo e un’estasi perpetua d’azione e di operazione». [49]

È una vita che ha ritrovato le sorgenti della gioia, contro ogni suo inaridimento, contro la tentazione di ripiegarsi su di sé. In effetti, «il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice e opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita». [50]


[46] S. Francesco di Sales, Traité de l’amour de Dieu, VII, 6: ed. Ravier – Devos, Paris 1969, 682.

[47] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 6: AAS 105 (2013), 1021-1022.

[48] S. Francesco di Sales, Traité de l’amour de Dieu, VII, 6: ed. Ravier – Devos, Paris 1969, 682-683.

[49] Ibid.: 683.

[50] Esort. ap. Evangelii gaudium, 2: AAS 105 (2013), 1019-1020.


1 commento:

  1. Tutta verità, si presi dal vortice della vita, ci allontaniamo dalla VERA VITA. AMEN

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