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sabato 7 maggio 2022

QUESTA GENERAZIONE HA BISOGNO DI VEDERE LA PRESENZA DEL SIGNORE / sabato III sett. Pasqua.

 



Pietro è protagonista di due miracoli che suscitano conversioni. La guarigione di Enea, un paralitico, è vista da tutti e si convertono tutti gli abitanti della città e anche della regione. La risurrezione dai morti di Tabità viene risaputa in città e soltanto molti credono.

Cerchiamo di comprendere che insegnamento è questo per noi.

-Sembra che il miracolo minore produca più frutti perché è visto da tutti. Una cosa è certa: le persone devono vedere dei segni della presenza del Signore. I segni fisici sono sempre accompagnati dalla predicazione del Mistero Pasquale, senza la quale rimarrebbero muti o addirittura fuorvianti (Giovanni  6, 26-28). La predicazione stessa della Parola è già un segno perché, come i miracoli fisici, scaturisce dalla potenza del Signore, ma, quando è necessario, il Signore ne rafforza la credibilità ai nostri occhi con i segni fisici .

-I miracoli li fa solo il Signore. Allo stesso modo l’uomo non può “fare” la predicazione. L’origine di entrambi è unica: lo Spirito Santo. L’uomo è collaboratore libero del Signore che decide chi deve essere guarito o meno. Per Pietro non importa che si tratti di un paralitico che mendica alla vista di tutti, oppure di una giovane donna che muore ed è riportata in vita nel rimpianto prima, nella esultanza poi di una cerchia ristretta. Certamente, nel secondo caso, la trasmissione della buona notizia passerà attraverso la testimonianza di chi ha visto e anche la fede di chi ha creduto. E quindi lo Spirito Santo sarà ancora il protagonista principale dell’evangelizzazione, agendo nel cuore di chi annuncia e di chi ascolta.

-Infatti Gesù nel Vangelo oggi dice chiaramente: È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla”. Questa nostra generazione incredula, indaffarata, confusa, sfiduciata, ha bisogno di segni della presenza del Signore. Mettiamoci totalmente nelle sue mani affinché possa agire senza ostacoli in noi e attraverso di noi. È quello che fa Pietro, rinnovando la sua fiducia a Gesù anche se vive una intensa perplessità di fronte alle sue affermazioni.

 

Prima Lettura   At 9, 31-42
La Chiesa si consolidava, e con il conforto dello Spirito Santo cresceva di numero.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, la Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.
E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enèa, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: «Enèa, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore.
A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». Pietro allora si alzò e andò con loro.
Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto alla salma, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva.
La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore.

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 115
Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.

Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore. 

Canto al Vangelo  Gv 6,63.68
Alleluia, alleluia.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Alleluia.

Vangelo
   Gv 6, 60-69
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

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