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venerdì 4 ottobre 2019

LE STIMMATE: UN GIOGO DOLCE? / san Francesco d'Assisi 4 ottobre



Tutti abbiamo presenti le stimmate di san Francesco. Per i contemporanei di san Paolo le stimmate evocano il marchio (stygma) del padrone, impresso col ferro rovente nella carne dello schiavo fuggitivo e riacciuffato! Le stimmate di san Paolo sono le cicatrici dei colpi ricevuti, i segni delle fatiche e vari avvenimenti provocati dal suo servizio all’evangelizzazione. L’evangelizzazione che è il suo culto spirituale a Dio! In questo caso lo schiavo Paolo porta le stesse stimmate del Padrone Gesù che si è sottomesso volontariamente alla punizione suprema degli schiavi e dei barbari ribelli. San Paolo oppone le sue stimmate a "quelle" degli ebrei osservanti fieri della circoncisione.
Facciamo fatica ad associare le stimmate a un “giogo dolce” e a un “peso leggero” (Vangelo). Eppure questa è la visione della Chiesa quando contempla l’azione della grazia in san Francesco. È la via della grazia cristiana. La “leggerezza” di san Francesco e della sua spiritualità lo testimonia. Solo l'amore può unire queste due cose. Chi perde la sua vita per Gesù e il Vangelo la ritrova e fa un cammino di luce e di gloria. Chi conserva la sua vita la perde invecchiando nella tristezza e nella solitudine interiore. C'è in noi tutti una resistenza tremenda, ma è proprio quello che Gesù, offrendosi sulla croce ci da la forza di vincere e ci invita a combattere con la sua grazia, morendo con lui per risorgere con lui.
“Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura”. L’uomo, naturalmente, è superstizioso e si appoggia sui riti magici. E “chi la sa più lunga” diffonde ricette, preoccupazioni, divieti e tabù confondendo e deviando la fede delle persone semplici di buona volontà: la preghiera particolarmente efficace, le messe gregoriane, l’esposizione alla finestra della rosa di santa Rita o non so che. E ci sono pure i divieti e le superstizioni sulla permalosità dei santi se faccio la riverenza all'uno e non all’altro, sui rosari spezzati, sulle braccia incrociate nei saluti, su tutto ciò che “porta male” e così tante stupidità che non si riesce a farne l’elenco. Tutto questo dimenticando l’essenziale: essere nuova creatura. Ma per essere nuova creatura bisogna aver incontrato Gesù risorto e credere che è stato costituito Unico Signore. Essere “religioso” non significa essere cristiano.

Lettura  Gal 6,14-18
Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.  


Salmo Responsoriale  Dal Salmo 15
Tu sei, Signore, mia parte di eredità.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra

Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Francesco, povero e umile,
entra ricco nel cielo,
onorato con inni celesti.
Alleluia.

Vangelo  Mt 11,25-30
Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

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