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giovedì 26 aprile 2018

UN SERVO NON E' PIU' GRANDE DEL SUO PADRONE / giovedì IV sett. Pasqua



Paolo predica la Buona Notizia, ricordando il piano di Dio, la Storia nella quale il Signore ha agito. Importantissimo.
Gesù spiega come deve andare l’Apostolo: lavando i piedi ai suoi fratelli, non abitando in palazzi nobili o usando mezzi di trasporto lussuosi mentre Dio viveva povero, accettando le persecuzioni pur nella piena consapevolezza della propria dignità e autorevolezza divina. Così agivano san Paolo e gli altri Apostoli. Anche questo è importantissimo.
Spesso però la Chiesa l’ha dimenticato, predicando la Verità ma non con l’atteggiamento voluto da Gesù. Non solo questo ha tolto credibilità alla predicazione ma ha anche spesso intaccato il contenuto di questa stessa predicazione, soffocando il suo soffio profetico.
Secoli fa, un ordine religioso, arrivando nel Nord America, si mise a predicare con forza contro la schiavitù. Poi vennero dati in lascito proprietà agricole con inclusi tutti gli schiavi, e i cui redditi erano molto utili per le opere di questi religiosi. Qualcuno notò che la predicazione si trasformò dall'invito ad abolire la schiavitù a una più modesta raccomandazione di trattare bene gli schiavi!
Se per i maestri il giudizio è più severo (Giacomo 3,1-2), tutti siamo Chiesa e tutti dobbiamo associare l’annuncio e la testimonianza della verità con il modo di comportarsi ordinato da Gesù. In particolare la frase che ricorda Gesù: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”, ci mette in guardia per tutte le volte che approfitto della debolezza di un fratello o una sorella o dell’intimità che crea la vita di comunità per riferire fuori i suoi fatti o infierire contro di lui. Inoltre ricordiamo che più intimo e frequente è il rapporto, meno serve la parola e più serve invece la testimonianza.

Prima Lettura   At 13, 13-25
Dalla discendenza di Davide Dio inviò come salvatore Gesù.

Dagli Atti degli Apostoli
Salpàti da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge, in Panfìlia. Ma Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme. Essi invece, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagòga nel giorno di sabato, sedettero. Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagòga mandarono a dire loro: «Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!».
Si alzò Paolo e, fatto cenno con la mano, disse: «Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. Quindi sopportò la loro condotta per circa quarant’anni nel deserto, distrusse sette nazioni nella terra di Canaan e concesse loro in eredità quella terra per circa quattrocentocinquanta anni.
Dopo questo diede loro dei giudici, fino al profeta Samuèle. Poi essi chiesero un re e Dio diede loro Sàul, figlio di Chis, della tribù di Beniamino, per quarant’anni. E, dopo averlo rimosso, suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”».

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 88
Canterò in eterno l’amore del Signore.

Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

«Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l’ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza».

«La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui
e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte.
Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”».

Canto al Vangelo    Ap 1,5
Alleluia, alleluia.
Gesù Cristo,
testimone fedele, primogenito dei morti,
tu ci hai amati
e hai lavato i nostri peccati nel tuo sangue.
Alleluia.

Vangelo   Gv 13, 16-20
Chi accoglie colui che manderò, accoglie me.

Dal vangelo secondo Giovanni
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:
«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato

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