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mercoledì 5 giugno 2024

QUANDO UNA COMUNITÀ ASCOLTA DAVVERO / Commento ad Atti 13,1-4


C'erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: "Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati". Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.

Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. (Atti degli Apostoli  13,1-4).


Ieri ho presentato un libro che si sta diffondendo molto anche in Italia: “Dio, la scienza, le prove”. Non è l’unico. Ci sono vari autori, in particolare di lingua inglese come Robert J. Spitzer  (“Nuove prove dell'esistenza di Dio. Contributi della fisica e della filosofia contemporanee” ed Paoline 2012), Joseph Selbie (“The Physics of God: How the Deepest Theories of Science Explain Religion and How the Deepest Truths of Religion Explain Science” 2021), Richard Swinburne (“The Existence of God” 1979), che hanno scritto sull’argomento. Da anni in Francia ci sono i meravigliosi album di fumetti di Brunor che fa in modo sintetico il punto del confronto scienza e fede. 

L’uomo, creato da Dio a sua immagine, fin dalla notte dei tempi ha sempre creduto in Dio anche se sotto forma di dèi. Questi dèi avevano sembianze e comportamenti simili agli uomini compreso i difetti (così gli antichi spiegavano la fortuna di alcuni e la sfortuna di altri, con arbitrarie protezioni o persecuzioni da parte delle divinità) oppure sotto le sembianze di animali, ecc. Sorprendentemente il piccolo popolo ebraico, composto di nomadi pastori e schiavi afferma di aver fatto alleanza con un Dio che si è manifestato loro e ha già le caratteristiche del Dio unico al quale giungerà il progresso della filosofia. C'è però una differenza fondamentale con la filosofia: il credere all’esistenza di questo Dio da parte degli ebrei non è frutto di un ragionamento logico ma di un’esperienza, della rivelazione che questo Dio fa di Sé quando stabilisce una comunione con loro. 

Estendendosi, il Cristianesimo continua il “lavoro” dell’ebraismo nell’affermare l’esistenza di un Unico Dio e la sua compatibilità con la ragione umana. Le “prove dell'esistenza di Dio” sono dunque antiche e ben stabilite sul piano logico-filosofico. Tra gli altri anche San Tommaso d’Aquino nella Summa contra Gentiles al capitolo 13 sviluppa le prove dell’esistenza di Dio. Ma nel Capitolo successivo precisa come questa conoscenza filosofica razionale è limitata, esterna, “negativa” (apofatica). Nel 1500 lo sviluppo delle scienze sperimentali sembrò attaccare le convinzioni religiose svalutando in particolare la Bibbia che finora era presa un po' come un libro strettamente scientifico e storico. Nel XIX secolo l’archeologia doveva dimostrare come la Bibbia fosse un racconto totalmente fantasioso e quindi falso. Tentò anche Freud con la psicanalisi a mostrare la religione come una illusione senza futuro di fronte all’avanzare della scienza. Ora ecco che man mano che progredisce la scienza moderna tutte le tesi contro l’esistenza di Dio cadono una dopo l’altra. Anzi si impone l’esigenza di un Dio trascendente per rendere conto in modo soddisfacente delle scoperte progressive. 

Ma che rapporto con il testo degli Atti messo in apertura a questo post? Appunto, l’esperienza dei credenti, soprattutto cristiani, non si limita ad una conoscenza negativa di Dio, razionale, anche se conforta l’esperienza di fede. I credenti hanno ricevuto lo Spirito  che scruta le profondità stesse di Dio e ripete loro tutto ciò che ha udito, parla loro, specialmente dove due o più sono riuniti nel nome di Gesù. Sembra che alcuni battezzati si accontentino della conoscenza razionale di verità su Dio, di un rapporto con un Dio distante, di una riflessione sulla sua Parola come se fosse fissa, morta, e non dell’Ascolto della Parola Viva ed Efficace in mezzo alla Chiesa. Nel brano degli Atti riportato, lo Spirito Santo non dice tante parole: "Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati". Una frase sola, breve. Possiamo dire che queste parole sono “incomplete”. Quale missione? Dove? Con quali mezzi? Eppure l’Assemblea, convinta che lo Spirito ha parlato, si affretta a mettere in pratica l’ingiunzione ricevuta: congeda Barnaba e Saulo dando loro solo un “bagaglio” di preghiere! È quindi lo Spirito Santo il protagonista assoluto di questa opera, che ne svela il programma man mano. Si lasciano guidare dallo Spirito Santo. SHEMA' ISRAEL!, Ascolta Israele. ASCOLTARE. 


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