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domenica 2 giugno 2024

CHE RAPPORTO TRA LA MESSA E IL POPOLO AI PIEDI DEL SINAI? / Corpus Domini, 2024.


Oggi celebriamo il Corpo e il Sangue del Signore. Che relazione ha la prima lettura dal’Esodo con la nostra Eucaristia? Ci sono elementi comuni? 

C'è Mosè, il Profeta, il Presidente dell’Assemblea. C'è appunto l’Assemblea, l’intero popolo unito in un vero senso di appartenenza, è una comunità. C'è la Parola del Signore e il popolo che risponde con una formula che sembra più impegnativa dei nostri “rendiamo grazie a Dio” o “Lode a te o Cristo” più distaccati. Infatti il popolo risponde "a una sola voce", la seconda volta: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». Ci ritorneremo.

Quell’ascolto che è un dialogo di alleanza tra Dio e il suo popolo viene suggellato con sacrifici di comunione, cioè vittime animali la cui vita (il sangue) viene ridonata a Dio e le carni sono mangiate dall’Assemblea “in presenza del Signore” come comunione festiva con il Dio di Israele. Infatti si tratta di un momento estremamente impegnativo sulla base della fedeltà di Dio e di obblighi da rispettare da parte del popolo. Ma questi obblighi sono anche una saggezza superiore, un segreto di felicità e prosperità rivelato da Dio al popolo da lui eletto. Per questo è festa grandissima. 

Riconosciamo quindi la struttura delle nostre Assemblee Eucaristiche anche se con forme diverse: Comunità radunata con il suo Presidente alla presenza del Signore, Liturgia della Parola, Liturgia Eucaristica con la vittima sacrificale, Liturgia di Comunione.

Questo suscita alcune riflessioni: 

1.Dio non sbaglia mai e usa sempre lo stesso metodo. 

2.I cambiamenti sono parte di una pedagogia perché il popolo deve camminare con Dio e sotto la sua guida verso una comunione sempre più perfetta. 

3.Incontrarsi con Dio, ascoltare la sua Parola, comunicare al suo Mistero è un privilegio grandissimo e la più bella festa possibile. 

4.Dio crea comunità che vanno maturando. 

Come mai tante nostre celebrazioni sembrano meno gioiose, meno comunitarie, meno coinvolgenti per la nostra vita concreta di quella del popolo ai piedi del Sinai, mentre noi celebriamo un’Alleanza tanto superiore?

Sarebbe molto utile interrogarci: come vedo l’Eucaristia? Cos’è per me? Chiediamo al Signore di ravvivare e far crescere la nostra fede. 

Ma se già facciamo nostre le risposte del Popolo alla lettura del Libro dell’Alleanza, se abbiamo quello spirito di obbedienza:  «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo», usciremo dallo spirito di lamentela e di ribellione sorda che ci abita spesso e ci tarpa le ali. Anzi, il Popolo dice : «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». Sembra strano mettere in pratica prima di ascoltare. Ma il senso è semplice: la fede porta all’obbedienza senza chiedere garanzie, anche se la fede cerca di approfondire il Mistero vissuto, a scoprire sempre meglio il Sacramento nascosto nei secoli e ora rivelato. È proprio l’atteggiamento della Vergine Maria: “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola” (Luca 1,39). “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Luca 2,19).   


Prima Lettura  Es 24, 3-8  Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi.

Dal libro dell'Èsodo

In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!».

Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrifi­care giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.

Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare. Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».

Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».

 

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 115  Alzerò il calice della salvezza  e invocherò il nome del Signore.

Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli. Io sono tuo servo, figlio della tua schiava: tu hai spezzato le mie catene.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo.


Seconda Lettura  Eb 9, 11-15 Il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza. 

 Dalla lettera degli Ebrei

Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d'uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.

Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo - il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio - purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?

Per questo egli è mediatore di un'alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che era stata promessa.


 Canto al Vangelo    Gv 6,51 Alleluia, alleluia. Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Alleluia.

 

Vangelo  Mc 14, 12-16. 22-26 

Dal vangelo secondo Marco

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».

Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».

I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.


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