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domenica 16 giugno 2024

IL REGNO DI DIO È POTENTE MA ESIGE CURA. / XI Domenica t.o., B, 2024


Nella Bibbia abbondano immagini prese dalla natura, dall’agricoltura, per spiegare il rapporto dell’uomo con Dio e con il Regno dei Cieli. Le regole di sviluppo delle piante sono simili a quelle della vita spirituale! È bello stare in una parrocchia con molta natura e molti contadini. È più facile comprendere le parabole che parlano di semi e piante! È importante avere anche solo qualche vaso di fiori sul proprio balcone, insegnare ai bambini a coltivare un piccolo orto, a prendersi cura di un albero, di fiori o altre piante, di osservare gli insetti impollinatori … Aiuta all’educazione della vita e della fede. 

Come un seme molto piccolo può dare vita ad una pianta alta e forte, così il Regno di Dio che appare piccolo, debole ai nostri occhi condizionati dalla mentalità del mondo, possiede in sé una forza straordinaria. 

Il contadino non fabbrica la vita, non ha in sé il segreto della vita, ma lo ha il seme, la pianta stessa. Così l’uomo non ha in sé il potere della vita spirituale ma essa è dono di Dio, della sua Parola viva ed efficace, creatrice. 

E Dio supera la natura. Si può fare una talea da un oleandro, da una pianta di rose, o un pioppo … Ma non da un cedro, tanto meno cogliendo una punta dalla sua cima troppo alta. Dio invece lo può fare. 

Così il Regno di Dio è presente, potente, sotto apparenze e con mezzi deboli. 

Come il contadino, incapace di creare la vita, sa però che la vita opera nel grano che ha seminato e fa fiducia alla natura, deve solo avere la giusta pazienza, così noi dobbiamo lasciare Dio seminare con abbondanza nella nostra vita, fare fiducia a Dio che opera, con la giusta pazienza. 

Ma la seconda lettura ci parla del tribunale di Dio. Il contadino che non ha il potere della vita, ha il dovere di curarla. Un campo abbandonato si riempie di altre piante concorrenti, o di parassiti. Anche i più moderni metodi di coltivazione, conservativa, di permacultura, metodo  Miyawaki,  ecc., che cercano di rispettare in tutto la natura, esigono cura. A maggior ragione, se da  una parte dobbiamo essere coscienti di non essere padroni della nostra salvezza, e possiamo avere un’immensa fiducia nell’amore fedele di Dio, d’altra parte la cura della vita spirituale merita e richiede impegno. Troppe volte siamo superficiali in questo campo cruciale.

Vedi il commento alla XI Domenica del Tempo ordinario del 2021: La Gioia del Vangelo: PIU' VANGELO, PIU' VANGELO PURO! / XI Domenica T.O.

 

Prima Lettura  Ez 17, 22-24 Io innalzo l'albero basso.

Dal libro del profeta Ezechiele

Così dice il Signore Dio: «Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro, dalle punte dei suoi rami lo coglierò e lo pianterò sopra un monte alto, imponente; lo pianterò sul monte alto d’Israele.

Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico. Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno, ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.

Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso, faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco. Io, il Signore, ho parlato e lo farò». 


Salmo Responsoriale   Dal Salmo 91/92   È bello rendere grazie al Signore.

È bello rendere grazie al Signore e cantare al tuo nome, o Altissimo, annunciare al mattino il tuo amore, la tua fedeltà lungo la notte.

Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano; piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi, per annunciare quanto è retto il Signore, mia roccia: in lui non c’è malvagità. 

 

Seconda Lettura   2 Cor 5, 6-10  Sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere graditi al Signore.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo - camminiamo infatti nella fede e non nella visione - siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.

Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi. Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.


Canto al Vangelo  Alleluia, alleluia. Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo: chiunque trova lui, ha la vita eterna Alleluia.

Vangelo  Mc 4, 26-34 È il più piccolo di tutti i semi, ma diventa più grande di tutte le piante dell'orto.

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme ger­moglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».

Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene semi­nato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.  


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