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lunedì 24 giugno 2024

SAN GIOVANNI BATTISTA: PER NON MORIRE FOTOCOPIA / 24 giugno 2024.

Chiese una tavoletta e scrisse:
"Giovanni è il suo nome".

San (lo è già per noi) Carlo Acutis diceva: “Dio ci fa nascere tutti originali, molti muoiono fotocopia!”. Per un ragazzo di nemmeno 15 anni questa frase rivela una maturità non comune, anche nella percezione della grazia. Sì, nasciamo tutti originali e Dio vuole sviluppare in ciascuno di noi un capolavoro unico. Abbiamo spesso l’impressione che questo sia riservato solo ai santi. Nessuno dubita che alcune persone abbiano una vocazione particolare, siano mandati per una missione che li metterà in risalto. Ma Dio non compirà questo capolavoro senza la loro stretta collaborazione. Anche noi, se soltanto oggi decidessimo di cercare la nostra strada solo in Dio con la grazia dello Spirito Santo, diventeremmo subito quei capolavori che il Signore desidera che diventiamo. Non c'è dubbio che siamo influenzati dal nostro ambiente, dalla nostra famiglia, dalla cultura del nostro popolo e del nostro secolo, ma se facciamo passare ogni aspetto della nostra vita, del nostro carattere al setaccio del Vangelo e di un dialogo intimo e fiducioso con Dio, tutto si purificherà e non saremo più schiavi ma liberi di percorrere la nostra via di santità. «Non dire: “Sono giovane”» (Geremia 1,7), non cercare più scuse, non dire più “se” ma dici “sì” al Signore man mano che conosci la sua volontà. Non aver paura perché il Signore è “con te per proteggerti”(Geremia 1,8, Messa della Vigilia). Di questa libertà tutti saranno meravigliati (cf Luca 1, 63). Invece quante fotocopie, quanti tatuaggi, quante labbra rifatte, e quanto conformismo interiore, e quanta ricerca di libertà che rende solo schiavi del proprio egoismo e delle passioni. 


Prima Lettura   Is 49,1-6  Ti renderò luce delle nazioni.

Dal libro del profeta Isaìa

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.

Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». 

Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra». 


Salmo Responsoriale   Dal Salmo 138  Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.

Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie.

Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda. 

Meravigliose sono le tue opere, le riconosce pienamente l’anima mia. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, ricamato nelle profondità della terra.  


Seconda Lettura   At 13,22-26 Giovanni aveva preparato la venuta di Cristo.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, [ nella sinagoga di Antiochia di Pisìdia, ] Paolo diceva:

«Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.

Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.

Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”.

Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza».


Canto al Vangelo   Cf Lc 1,76  Alleluia, alleluia. Tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade. Alleluia,


Vangelo   Lc 1, 57-66. 80  Giovanni è il suo nome.

Dal vangelo secondo Luca

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.

Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».

Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.

Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.


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