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martedì 25 ottobre 2022

SAN PAOLO VUOLE LE DONNE SOTTOMESSE? / martedì XXX sett. T.O., pari.

 


“Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore;”

Facilmente si ritiene che san Paolo sia un maschilista: vuole le donne sottomesse. Eppure ha proclamato: “nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri”. Ma sembra comunque che alcuni siano più sottomessi (le donne) degli altri (gli uomini). L'inganno si scioglie solo se notiamo che Paolo tiene conto dell’approccio particolare alla coppia della donna e dell’uomo, del femminile e del maschile e delle loro possibili derive. Infatti Paolo scrive appena due righi per le mogli e molto di più per i mariti che sembrano molto più difficili da convincere dei loro doveri!!! Quindi troviamo una vera parità complementare tra uomo e donna nel matrimonio, molto diversa dal braccio di ferro della parità femminista.

Ricordiamo poi tutto quello che san Paolo ha scritto in precedenza esponendo la bellezza e ricchezza del mistero di Cristo e dei cristiani, chiedendo per loro “uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui” (Efesini 1,17; vedi i seguenti). Ogni comportamento cristiano presume la redenzione e l’azione della grazia, e discende come frutto da essa. La forza della grazia, che agli occhi del mondo appare debole, ci è confermata dal Vangelo con le parabole del grano di senape e del lievito.

Ma se tutto dipende dalla grazia perché, secondo i cristiani, monogamia e fedeltà nel bene e nel male, nella salute e nella malattia fino a che morte separi, dovrebbero essere una legge civile, come lo fu per secoli? La ragione è semplice: l’uomo, creato ad immagine di Dio, si realizza solo se cresce spiritualmente e moralmente, solo se si dona nell’amore. Abbassarsi al livello degli istinti e dei bisogni materiali, non solo svilisce l’uomo ma crea disordine e confusione, non armonia, mette gli esseri umani, i gruppi, gli uni contro gli altri. L’uomo senza la grazia ha bisogno di essa per essere pienamente se stesso e felice. Ecco che se i cristiani sono come il lievito, la società, “la pasta”, viene fermentata e può offrire a tutti il modello cristiano del matrimonio come legge civile e anche chi è lontano dalla grazia potrà viverlo felicemente, sostenuto dal lievito che fermenta tutta la società, creando un consenso sociale attorno a valori condivisi.

Nostalgici della Cristianità vorrebbero difenderla solo con le leggi dello Stato: sono votati al fallimento e danno doppiamente contro testimonianza: non vivono la loro vocazione cristiana, vogliono imporre i valori in cui credono con la coercizione. Secoli di sacramentalizzazione superficiale delle masse ha prodotto questo risultato: un gruppo di Femen che, in una chiesa parigina, aveva messo in scena a seno nudo un simulacro di aborto di Gesù da parte della Madonna, condannate dalla giustizia francese, hanno ottenuto dalla Corte europea dei Diritti Umani di essere risarcite perché era stata "negata la loro libertà di espressione". Gli esempi di questo tipo sono purtroppo sempre più numerosi. Ma se non ci sono cristiani, se i cristiani hanno perso il sapore, anche se deplorevole questa crescente apostasia dal cristianesimo non potrà che continuare. Il problema centrale è quindi questo: Cristo ha dato se stesso per la Chiesa, ma la Chiesa, i cristiani, sono sottomessi a Cristo?

 

Prima Lettura  Ef 5, 21-33
Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto.
E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo.
Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito.  

 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 127
Beato chi teme il Signore.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

Canto al Vangelo 
 Mt 11,25 
Alleluia, alleluia.

Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.

Vangelo 
  Lc 13,18-21
Il granello crebbe e divenne un albero.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».    

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