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mercoledì 12 ottobre 2022

MAESTRO, COME TI PERMETTI?, OFFENDI ANCHE NOI! / mercoledì XXVIII sett. T.O., pari.

 


“Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio”.

Paolo fa un elenco di vizi gravi. Oggi non piace sentire queste cose. Ma la Parola di Dio rimane. Notiamo che Paolo non condanna chi è tentato, anche abitualmente (ha la tendenza come si dice), ma chi fa del peccato la sua vita, non lotta per la sua conversione.

«Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi».

Il Vangelo è terribilmente concreto e attuale. Gesù se la prende con i farisei, che fanno opere alla vista di tutti per essere lodati, ma poi le cose essenziali, più difficili e nascoste, umili, non le fanno. Ed ecco che scatta un dottore della Legge mentre Gesù non lo prendeva di mira: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi».

Cosa poteva fare? -Stare zitto, Gesù non parlava di lui. -Farsi l’esame di coscienza: anch’io mi comporto così. Ha ragione il maestro? Sto sbagliando? - Comprendere (come di fatto ha compreso benissimo) di essere nel torto e invogliare gli altri: fratelli, il Maestro ha ragione, dobbiamo correggerci!

E invece scatta l’orgoglio: “Noi siamo maestri. Nessuno si deve permettere di criticarci, non devo essere offeso! Non importa che sia o meno la verità!”. “Ma, caro, nessuno parlava con te, tu ti sei sentito offeso, ti sei denunciato da solo! Se sei un dottore della Legge dovresti essere innamorato dalla Parola di Dio e sempre pronto a metterti in discussione!”

E cosa fa Gesù? Invece di “abbozzare”, rincara la dose, denunciando i peccati particolari dei dottori della Legge. Gesù è un medico salutare ma scomodo che va fino in fondo. Lo sanno i suoi nemici che gli dicono: “non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno”. (Matteo 22,16).

 

Prima Lettura   Gal 5, 18-25
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.
Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio.
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge.
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.   

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 1 
Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.   
 
Canto al Vangelo 
  Gv 10,27
Alleluia, alleluia.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.

Vangelo
   Lc 11, 42-46
Guai a voi, farisei; guai a voi dottori della legge.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». 

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