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domenica 16 ottobre 2022

LA TRAGICITA' DELLA PREGHIERA / XXIX Dom del T.O., C.

 


Innanzitutto una introduzione, riprendendo il tema di ieri (La Gioia del Vangelo: SAN PAOLO SCRIVE COMPLICATO! PERCHE'? / S. Teresa d'Avila, 15 settembre.): la prima lettura e il Vangelo oggi insistono sulla preghiera ma la seconda lettura parla della Scrittura come “utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona”. Chi prega e non si nutre in modo sano e abbondante della Scrittura è squilibrato nella sua vita spirituale e spesso questo si riflette sulla vita psichica e pratica. La sua preghiera corre il rischio di non essere cristiana, e comunque disincarnata, mentre la Salvezza è “katabasis”, discesa del Verbo nella carne, nella condizione umana, che genera la nostra “anabasis”, la nostra salita a Dio attraverso la nostra umanità santificata nella Umanità di Cristo. Nessun genitore considererebbe sana l’educazione di un figlio rendendolo dipendente da lui senza mandarlo a scuola, senza aprirgli gli orizzonti sul mondo, senza attività fisica e confronto pratico con la vita concreta e sociale. Ma molte persone vivono la fede in questo modo disincarnato. Qualcuno si rifugia in chiesa come altri si rifugiano nel rapporto con un cagnolino perché delusi dal rapporto con le persone umane. Tu hai una vita di preghiera e sacramentale intensa assieme a una familiarità costante con la Scrittura e una vita cristiana comunitaria? Se ti manca uno di questi elementi la tua vita spirituale è monca, impoverita, forse deviante! Spesso questo squilibrio produce la ricerca spasmodica di benedizioni e di oggetti benedetti o di preghiere di liberazione, di miracoli, di messaggi di veggenti, di letture di pseudomistici, di confessioni iperfrequenti, di venerazione idolatrica di immagini e statue …

Veniamo alla preghiera. Le letture presentano situazioni tragiche. La protagonista del Vangelo è una vedova, senza appoggi umani per essere difesa. La sua insistenza indica che il suo problema è molto serio. In Esodo la tragicità è ancora più chiara. Il popolo è attaccato da Amalek che vuole sterminarlo. Sta in gioco la sopravvivenza e anche il progetto di Dio che ha costituito il popolo per salvare l’Umanità. Non possiamo non pensare alla guerra in Ucraina e al suo popolo aggredito barbaramente, e a tante altre guerre e vittime. La prima reazione di Mosè è di affidarsi alla preghiera, senza escludere il coraggio del combattimento armato. Dalla preghiera di Mosè sulla cima del colle dipende la sorte delle armi! Vediamo che è efficace anche nella misura in cui è “ecclesiale”: Aronne e Cur lo aiutano a tenere le mani alzate! Il Signore ci dice che le situazioni più disperate possono essere affrontate con la costanza nella preghiera di fede.

“Il mondo è in fiamme, vogliono crocifiggere di nuovo il Signore” avrebbe detto santa Teresa d’Avila. Infatti a suo tempo era in atto lo scisma protestante, l’Europa era lacerata e sconvolta in modo pericoloso e sanguinoso.

Di fronte a questa tua generazione che si perde, al Pensiero Unico che impone la sua ideologia (trans- ma anche dis-)umana, ai pericoli che corre il mondo con le guerre (se come credo l’Ucraina vincerà questa guerra, dalla Russia umiliata seguirà la destabilizzazione di tanti equilibri e saranno processi violenti), con il riscaldamento globale troppo veloce che minaccia la vita nel suo insieme, e altro ancora, non vedi che il mondo sta in fiamme, e tu rimani tiepido nella preghiera, chiuso su te stesso!?  

 

Prima Lettura  Es 17, 8-13
Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva.

Dal libro dell'Èsodo
In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm.
Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle.
Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.
Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada.

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 120
Il mio aiuto viene dal Signore.

Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra.

Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele.

Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.

Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre. 

Seconda Lettura
  2 Tm 3, 14-4, 2
L’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo
Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù.
Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento.

Canto al Vangelo
  Ebr 4,12
Alleluia, alleluia.

La parola di Dio è viva ed efficace,
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia.

  

Vangelo  Lc 18, 1-8
Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». 

 

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