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sabato 22 ottobre 2022

L'OPERA DI GIOVANNI PAOLO II / 22 ottobre.

 


Giovanni Paolo II! Quanta gratitudine per quel vescovo di Roma “venuto da lontano”. Dal suo tesoro di testimonianza e di insegnamento, le letture mi aiutano a distaccare alcuni punti:

“Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose”. Appena eletto, la prima Enciclica del nuovo Papa fu “Redemptor Hominis". Presentava Cristo come il centro della Storia e del Cosmo e l’uomo come unica via della Chiesa. Insisteva sull’incarnazione e sui diritti della persona umana. La sua intensa devozione mariana era tutta al servizio di Cristo. Lui stesso racconta come all’inizio, come tanti di noi, vedeva nella devozione mariana una via parallela e quasi concorrente a Cristo e questo gli procurava scrupoli. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù” (1Tm 2,5), e nessuno può porre un altro fondamento. La lettura di san Luigi di Montfort gli permise di comprendere il vero posto di Maria accanto a Gesù, unita a lui.

“Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri …” Senza il Concilio Vaticano II e la guida coraggiosa dei Papi che seguirono, l’emergere di molti nuovi carismi, in particolare laicali, non sarebbe stata possibile. Chiamandosi Giovanni Paolo come suo predecessore, con i nomi dei due Papi del Concilio Vaticano II, incarnò fortemente la volontà di applicare il Concilio e far conoscere i suoi Documenti. Quanto bene mi ha fatto, in convento, la lettura a tavola dei discorsi del Papa che citava continuamente i Documenti del Concilio!

“Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina,” Subito Giovanni Paolo II annunciò che una stagione di libere sperimentazioni permesse da Paolo VI per prendere contatto con la novità del Concilio si concludeva e che bisognava focalizzare i punti fermi della Dottrina perenne aggiornata nel linguaggio e nei suoi sviluppi. Fece un’opera di insegnamento enorme tanto che circolava la battuta che con lui “il Verbo si era fatto carta”. Ho attinto tanto a questo “Verbo fatto carta” per la mia formazione, e specialmente all’inizio avevo bisogno del senso di sicurezza ritrovata che diffondeva.

Nessuno è solo. Giovanni Paolo II era figlio di un popolo, quello polacco, e della sua Chiesa particolare. Emerse da una storia di fede straordinaria che lo ha preceduto e formato. Poi ha guidato con umiltà e fermezza la Chiesa, ottenendo grandi successi e anche insuccessi. Ci vuole un grande coraggio, ancorato in Cristo, per servire una realtà così grande come la Chiesa fatta anche di resistenze forti allo Spirito Santo. Ma la Parola di Dio rimane. Non possiamo non annunciare la verità.

Malgrado il bilancio straordinariamente positivo del suo servizio alla Chiesa e al Vangelo, egli fece anche errori. Il Papa, i santi, sono uomini in cammino. Solo uno è Gesù Cristo, Dio stesso incarnato. C'è chi assolutizza un Papa e vorrebbe fermare tutto al suo idolo. In pratica però questo significa fermarsi alla comprensione personale che si ha avuto del suo insegnamento e delle sue decisioni. Chi idolatra il Papa idolatra sé stesso, si erige a criterio della verità. C'è chi, al contrario, visto che anche il Papa è un uomo, “si affida solo a Dio”. È un altro inganno. Il risultato è sempre di erigersi personalmente a criterio della verità. 

Prima Lettura  Ef 4, 7-16
Cristo è il capo: da lui tutto il corpo cresce.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli, a ciascuno di noi, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto:
«Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri,
ha distribuito doni agli uomini».
Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.
Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all’errore. Al contrario, agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare se stesso nella carità.  
 
Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 121
Andremo con gioia alla casa del Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.

Secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.  

Canto al Vangelo 
  Ez 33,11
Alleluia, alleluia.

Io non godo della morte del malvagio, dice il Signore,
ma che si converta dalla sua malvagità e viva.
Alleluia.
 
Vangelo 
  Lc 13, 1-9
Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

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