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mercoledì 21 agosto 2019

POLITICA E VANGELO, LEGGE E PROFEZIA / mercoledì XX° sett. T.O.

 
Rovi secchi.
 Gedeone è morto. Ha avuto molti figli (70!) da varie donne. Non indica un successore perché è Dio il Re d'Israele! Ma comincia allora la corsa alla poltrona. Abimelec, figlio di una concubina fa uccidere tutti suoi fratellastri e si proclama re. Iotam un altro figlio di Gedeone scampato al massacro compone il poema di protesta della prima lettura: vi siete scelti come re un rovo, menzognero (il rovo non fa ombra) e violento. Ne avrete solo danno.
Non ci vuole molto per riconoscere in questa scena la politica di sempre: ambizioni personali, tradimento, menzogna, violenza… ma anche la protesta della gente onesta e delle vittime.
Il Vangelo racconta la parabola del padrone che dona la stessa paga anche all’operaio dell’ultima ora. È generosità e misericordia. Lì non vediamo più la politica. Questa parabola diventata legge obbligatoria non funziona. I tentativi di imporre sistemi di giustizia simili sono tutti falliti. Il Vangelo non è una legge ma uno Spirito, una chiamata di alleanza da parte di Dio, un cammino con lui. In regime di cristianità – quando tutto un popolo si riconosceva nella Chiesa – si sono fatte leggi buone appoggiate sul Diritto Naturale che è la base del vivere umano, accessibile alla ragione retta e agli sforzi dell’uomo. Molto spesso l’esperienza mostra che dove non c'è il Vangelo, nemmeno il Diritto Naturale viene rispettato. Un esempio è l’aborto. Dal momento del concepimento esiste un altro essere, distinto dai suoi genitori anche se ancora invisibile, quindi con la stessa dignità di tutti gli esseri umani. Ucciderlo è un crimine. L’aborto è un crimine. Ma spesso solo chi ha fede in Dio ricorda questa verità di base e difende la vita ancora non nata.
La Cristianità con i suoi meriti può però creare distorsioni e confusione confondendo Stato e Chiesa. Si tende a chiamare Vangelo e comportamento cristiano quello che è solo Diritto Naturale che deve essere condiviso da tutti, credenti o meno. Allora chi rifiuta la Chiesa ha tendenza a rifiutare a priori tutti i valori che la Chiesa difende e a vedere come progresso anche ciò che va contro il Diritto Naturale. D’altra parte a chi accetta la Chiesa sembra che le leggi civili dello Stato “cristiano” siano tutte conformi al Vangelo. Quando cambia la legge (divorzio, aborto) sembra a molti che queste nuove leggi siano morali: quello che è legale è morale.
Non si deve mai confondere Stato e Vangelo, Stato e Chiesa. Lo Stato si appoggia sulla legge, il Vangelo e la Chiesa sono Profezia. Il Vangelo non come Legge ma come Luce, Lievito, Sale, fa bene alla Società e i cristiani possono avere un’influenza benefica nella vita della Società alla quale appartengono come cittadini e anche all’interno dello Stato. Anzi, per essere pienamente umana la vita (sociale) ha bisogno della profezia del Vangelo.
Per esempio in Colombia ci sono stati decenni di lotta sanguinosa tra le Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia (F.A.R.C.) e lo Stato e altri gruppi di varie tendenze che ha lacerato profondamente la Società. Con l’accordo raggiunto di recente si è voluto aprire un processo di pacificazione. Papa Francesco faceva notare come il compromesso politico, la non belligeranza tra fazioni diverse, è un passo necessario, ma non è ancora riconciliazione. Ora un popolo, una famiglia, una comunità non possono vivere solo di compromessi, di diritti da rispettare. Sono fatti per la comunione tra i loro membri. La Legge senza lo Spirito, senza la vita e il cammino che suscita, non basta per creare comunione. Il cristiano non può accontentarsi di andare incontro all’altro fermandosi a metà cammino (ho fatto la mia parte).

Prima Lettura   Gdc 9, 6-15
Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re.
Dal libro dei Giudici
In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem.
Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi!
Si misero in cammino gli alberi
per ungere un re su di essi.
Dissero all’ulivo:
“Regna su di noi”.
Rispose loro l’ulivo:
“Rinuncerò al mio olio,
grazie al quale
si onorano dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero gli alberi al fico:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose loro il fico:
“Rinuncerò alla mia dolcezza
e al mio frutto squisito,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero gli alberi alla vite:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose loro la vite:
“Rinuncerò al mio mosto,
che allieta dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero tutti gli alberi al rovo:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose il rovo agli alberi:
“Se davvero mi ungete re su di voi,
venite, rifugiatevi alla mia ombra;
se no, esca un fuoco dal rovo
e divori i cedri del Libano”».

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 20 
Signore, il re gioisce della tua potenza!

Signore, il re gioisce della tua potenza!
Quanto esulta per la tua vittoria!
Hai esaudito il desiderio del suo cuore,
non hai respinto la richiesta delle sue labbra.

Gli vieni incontro con larghe benedizioni,
gli poni sul capo una corona di oro puro.
Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa,
lunghi giorni in eterno, per sempre.

Grande è la sua gloria per la tua vittoria,
lo ricopri di maestà e di onore,
poiché gli accordi benedizioni per sempre,
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.    

Canto al Vangelo 
  Eb 4,12
Alleluia, alleluia.

La parola di Dio è viva, efficace;
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia.

  
Vangelo
   Mt 20, 1-16
Sei invidioso perché io sono buono?

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».


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