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venerdì 9 agosto 2019

EDITH STEIN COMPATRONA DI EUROPA. PERCHE'? / Santa Teresa Benedetta della Croce 9 agosto



Edith Stein, nata in una famiglia ebraica molto religiosa, convertita al cristianesimo, diventata monaca carmelitana e morta in odio alla sua fede ebraico-cristiana nel campo di concentrazione di Auschwitz, è stata proclamata compatrona dell’Europa da Giovanni Paolo II il 1 ottobre del 1999: una vita e una vicenda straordinarie che meritano molti approfondimenti. Ma perché Patrona di Europa assieme a santa Brigida di Svezia e santa Caterina da Siena?
Ogni Santo costruisce la vita in obbedienza allo Spirito Santo, fermento nella pasta dei popoli, seme che germoglia e cresce molto a lungo dopo la fine della sua vita terrena. Ma questi Patroni hanno avuto una influenza particolare riguardo a quella comunità di popoli che formano l’Europa. Caterina da Siena ebbe un’influenza grande nello ristabilire il papato a Roma, e la sua dignità di segno di comunione per tutti i fedeli, libero da condizionamenti politici. Brigida di Svezia fu riconosciuta educatrice di governanti e ambasciatrice di pace presso sovrani e popoli in fasi di rottura. E perché Edith Stein? Perché è stata una filosofa instancabile ricercatrice di verità, perché è stata la voce del popolo ebraico perseguitato di cui è rimasta solidale offrendo la sua vita per esso e per tutti gli oppressi dall’ideologia, dalla violenza dello Stato e del più forte. Perché Dio è più forte del male e i santi che ci hanno creduto ci incoraggiano per le nostre lotte di oggi.
In quanto testimone della seconda guerra mondiale e di tutte le violenze disumane che colpiscono i deboli, Giovanni Paolo II ha, già nel 1999, voluto attirare fortemente la nostra attenzione sulle derive sempre possibili e purtroppo anche attuali sul nostro continente. Leggiamo la conclusione della sua Lettera Apostolica:
Patrone d'Europa
10. Cresca, dunque, l'Europa! Cresca come Europa dello spirito, sulla scia della sua storia migliore, che ha proprio nella santità la sua espressione più alta. L'unità del Continente, che sta progressivamente maturando nelle coscienze e sta definendosi sempre più nettamente anche sul versante politico, incarna certamente una prospettiva di grande speranza. Gli Europei sono chiamati a lasciarsi definitivamente alle spalle le storiche rivalità che hanno fatto spesso del loro Continente il teatro di guerre devastanti. Al tempo stesso essi devono impegnarsi a creare le condizioni di una maggiore coesione e collaborazione tra i popoli. Davanti a loro sta la grande sfida di costruire una cultura e un'etica dell'unità, in mancanza delle quali qualunque politica dell'unità è destinata prima o poi a naufragare.
Per edificare su solide basi la nuova Europa non basta certo fare appello ai soli interessi economici, che se talvolta aggregano, altre volte dividono, ma è necessario far leva piuttosto sui valori autentici, che hanno il loro fondamento nella legge morale universale, inscritta nel cuore di ogni uomo. Un'Europa che scambiasse il valore della tolleranza e del rispetto universale con l'indifferentismo etico e lo scetticismo sui valori irrinunciabili, si aprirebbe alle più rischiose avventure e vedrebbe prima o poi riapparire sotto nuove forme gli spettri più paurosi della sua storia.
A scongiurare questa minaccia, ancora una volta si prospetta vitale il ruolo del cristianesimo, che instancabilmente addita l'orizzonte ideale. Alla luce anche dei molteplici punti di incontro con le altre religioni che il Concilio Vaticano II ha ravvisato (cfr Decreto Nostra Aetate), si deve sottolineare con forza che l'apertura al Trascendente è una dimensione vitale dell'esistenza. Essenziale è, pertanto, un rinnovato impegno di testimonianza da parte di tutti i cristiani, presenti nelle varie Nazioni del Continente. Ad essi spetta alimentare la speranza di una salvezza piena con l'annuncio che è loro proprio, quello del Vangelo, ossia la "buona notizia" che Dio si è fatto vicino a noi e nel Figlio Gesù Cristo ci ha offerto la redenzione e la pienezza della vita divina. In forza dello Spirito che ci è stato donato, noi possiamo levare a Dio il nostro sguardo e invocarlo col dolce nome di "Abba", Padre! (cfr Rm 8, 15; Gal 4, 6).
11. Proprio questo annuncio di speranza ho inteso avvalorare additando a una rinnovata devozione, in prospettiva "europea", queste tre grandi figure di donne, che in epoche diverse hanno dato un contributo così significativo alla crescita non solo della Chiesa, ma della stessa società.
Per quella comunione dei santi, che unisce misteriosamente la Chiesa terrena a quella celeste, esse si fanno carico di noi nella loro perenne intercessione davanti al trono di Dio. Al tempo stesso, l'invocazione più intensa ed il riferimento più assiduo ed attento alle loro parole ed ai loro esempi non possono non risvegliare in noi una più acuta consapevolezza della nostra comune vocazione alla santità, spingendoci a conseguenti propositi di impegno più generoso.
Pertanto, dopo matura considerazione, in forza della mia potestà apostolica, costituisco e dichiaro celesti Compatrone di tutta l'Europa presso Dio santa Brigida di Svezia, santa Caterina da Siena, santa Teresa Benedetta della Croce, concedendo tutti gli onori e i privilegi liturgici che competono secondo il diritto ai patroni principali dei luoghi.
Sia gloria alla Santissima Trinità, che rifulge in modo singolare nella loro vita e nella vita di tutti i santi. Sia pace agli uomini di buona volontà, in Europa e nel mondo intero.
Dato a Roma, presso san Pietro, il 1° ottobre dell'anno 1999, ventunesimo di Pontificato.

Prima Lettura    Os 2,16.17.21-22
Ti farò mia sposa per sempre.
Dal libro del profeta Osèa
Così dice il Signore:
«Ecco, la condurrò nel deserto
e parlerò al suo cuore.
Là mi risponderà
come nei giorni della sua giovinezza,
come quando uscì dal paese d’Egitto.
Ti farò mia sposa per sempre,
ti farò mia sposa
nella giustizia e nel diritto,
nell’amore e nella benevolenza,
ti farò mia sposa nella fedeltà
e tu conoscerai il Signore».

Salmo Responsoriale    Dal Salmo 44
Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore.
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio. 
Entra la figlia del re: è tutta splendore,
tessuto d’oro è il suo vestito.
È condotta al re in broccati preziosi;
dietro a lei le vergini, sue compagne,
a te sono presentate. 
Condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.
Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli;
li farai prìncipi di tutta la terra.

Canto al Vangelo
    
Alleluia, alleluia.
Vieni, sposa di Cristo, ricevi la corona,
che il Signore ti ha preparato per la vita eterna.
Alleluia.

Vangelo   Mt 25,1-13
Ecco lo sposo! Andategli incontro!
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

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