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mercoledì 21 dicembre 2022

IO SONO DEL MIO DILETTO E IL MIO DILETTO E' MIO / 21 DICEMBRE 2022

 

Ecco il mio amato, viene,
saltando sui monti.

In previsione del loro Nuovo Anno secondo il calendario ebraico, gli ebrei si preparano durante l’ultimo mese elevando suppliche a Dio per l’anno a venire ma anche leggendo il cantico dei Cantici. Questo ultimo mese dell’anno si chiama “Elul” che gli ebrei interpretano come l’acronimo dell’espressione: Anì ledodì wedodì lì (לי ודודי לדודי אני) le cui rispettive iniziali formano appunto לולא ("Elul"). Questa espressione è un versetto del Cantico, in italiano : "Io sono del mio diletto, e il mio diletto è mio" (Ct 6,3). Qualcuno sarà sorpreso di non trovare corrispondenza esatta (A/E; u/w) ma è tutto giusto per ragioni grammaticali e fonetiche. Concentriamoci sul bellissimo significato: il mese che conclude l’anno e in cui chiedo a Dio di soccorrermi è il mese in cui Egli si avvicina con amore ai suoi servi e figli come l’amato, il fidanzato. Si avvicina con potente grazia saltando come un cerbiatto sopra le montagne dei miei peccati. Montagne che, per avvicinarmi io a lui, avrei avuto bisogno di più vite di sforzi per scavalcarle. Ecco l’amore di Dio. Ecco Dio che si fa prossimo all’uomo rivestendo la sua carne, la sua condizione umana.  

Dio che si unisce totalmente a chi lo accoglie, che diventa suo bambino. Maria è Uno con Gesù e un suo semplice saluto come nella visita a Elisabetta diventa presenza di Dio che rallegra nel profondo, illumina, santifica. Il frutto è la gioia che contrassegna in particolare il Vangelo di Luca. Ma questa gioia è presente in tutta la Bibbia e corre con la diffusione della Buona Notizia della Risurrezione.

Accogliamo Maria per accogliere Gesù, e accogliamo direttamente Gesù secondo il suo desiderio profondo di salvarci nel suo amore.

Proclamare queste letture per un funerale come ho fatto questa mattina è un grande aiuto per illuminare il mistero della morte.

 

Prima Lettura   Ct 2, 8-14
Ecco, l’amato mio viene saltando per i monti.

Dal Cantico dei cantici
Una voce! L’amato mio!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
L’amato mio somiglia a una gazzella
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra,
spia dalle inferriate.
Ora l’amato mio prende a dirmi:
«Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
Perché, ecco, l’inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n’è andata;
i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
Il fico sta maturando i primi frutti
e le viti in fiore spandono profumo.
Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
O mia colomba,
che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è incantevole». 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 32
Esultate, o giusti, nel Signore; cantate a lui un canto nuovo.

Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.

Il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo. 

Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia.

O Emmanuele, nostro re e legislatore:
vieni a salvarci, Signore, nostro Dio.
Alleluia.

Vangelo
   Lc 1, 39-45

A cosa debbo che la madre del mio Signore venga a me?

Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». 

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