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venerdì 30 dicembre 2022

06 ITINERARI ... nn. 6-9 / A chi spetta questo compito?

 


Il matrimonio non è un punto di arrivo: è una vocazione, è un cammino di santità che abbraccia tutta la vita delle persone.

Sacramento dell’Ordine, consacrazione religiosa e sacramento del matrimonio meritano tutti la medesima cura, poiché il Signore chiama con la medesima intensità e con lo stesso amore uomini e donne ad una vocazione o all’altra.

« Non si può definire “preparazione al matrimonio” tre o quattro conferenze date in parrocchia. La preparazione deve essere matura e ci vuole tempo. Non è un atto formale: è un sacramento. Ma si deve preparare con un vero catecumenato »

 

A chi spetta questo compito

6.L’elaborazione di un itinerario di preparazione al matrimonio di tipo catecumenale e l’accompagnamento concreto delle coppie lungo questo percorso sono un compito che spetta a tutta la comunità ecclesiale, in un cammino condiviso tra sacerdoti, sposi cristiani, religiosi e operatori pastorali, che debbono collaborare fra loro e in accordo col proprio vescovo. Il matrimonio non è solo un fatto sociale, ma per i cristiani è un fatto “ecclesiale”. Dunque tutta la Chiesa, come corpo di Cristo, se ne fa carico e sente il bisogno di mettersi al servizio delle future famiglie.7

7.La convinzione da cui partire, sia per le coppie che si preparano alle nozze sia per gli operatori pastorali che li accompagnano, è che il matrimonio non è un punto di arrivo: è una vocazione, è un cammino di santità che abbraccia tutta la vita delle persone.8 Inoltre, in virtù della propria partecipazione al sacerdozio profetico e regale di Cristo, anche i fedeli laici ricevono nel sacramento del matrimonio una specifica missione ecclesiale per la quale hanno bisogno di essere preparati e accompagnati.9 Come, dunque, la Chiesa ha cura di preparare al meglio i sacerdoti e i religiosi a vivere la loro vocazione e la loro missione dedicando loro lunghi anni di formazione, allo stesso modo è compito della Chiesa preparare adeguatamente i fedeli laici, che si sentano a ciò chiamati, ad accogliere la vocazione matrimoniale e a perseverare in essa per tutta la vita, svolgendo la missione che è loro propria.10 Sacramento dell’Ordine, consacrazione religiosa e sacramento del matrimonio meritano tutti la medesima cura, poiché il Signore chiama con la medesima intensità e con lo stesso amore uomini e donne ad una vocazione o all’altra.

8. Per mettere in atto in modo efficace una rinnovata pastorale della vita coniugale è ormai indispensabile che sia le coppie di accompagnatori, nelle parrocchie e nei movimenti familiari, sia i presbiteri, già dalla formazione in seminario, sia i religiosi che i consacrati siano adeguatamente formati e preparati alla reciproca complementarietà e corresponsabilità ecclesiale.11  Questa naturale comunione nell’apostolato fra sposi e celibi consacrati è stata presente nella vita ecclesiale fin dal suo sorgere, come dimostra l’esempio di Paolo affiancato nell’evangelizzazione da Aquila e Priscilla,12 ma va oggi riscoperta e vissuta appieno nelle parrocchie e a livello diocesano, poiché la diversità di stile e di linguaggio, la diversità di esperienze di vita, la diversità di carismi e doni spirituali propri di ciascuna vocazione e stato di vita sono di grande arricchimento nella trasmissione della fede alle giovani coppie e nella loro iniziazione alla vita matrimoniale.

9. Coloro che sono incaricati dell’azione pastorale – parroci, religiosi, vescovi – svolgono un importante compito di animazione e di coordinamento.13 sacerdoti e i parroci, in particolare, essendo normalmente i primi che ricevono la richiesta dei giovani di sposarsi in chiesa, han­no la grande responsabilità di accogliere, di incoraggiare e di ben indirizzare le coppie, facendo fin da subito apparire la profonda dimensione religiosa implicata nel matrimonio cristiano, ben superiore ad un semplice “rito civile” o “fatto di costume”.14

7. « La stessa comunità cristiana è chiamata a farsi coinvolgere nella preparazione degli sposi al matrimonio, che è una missione ecclesiale. Gli sposi, infatti, possono contribuire a rinnovare il tessuto stesso di tutto il corpo ecclesiale » (Amoris laetitia, 207).

8 « […] i fidanzati non vedano lo sposarsi come il termine del cammi­no, ma che assumano il matrimonio come una vocazione che li lancia in avanti, con la ferma e realistica decisione di attraversare insieme tutte le prove e i momenti difficili » (Amoris laetitia, 211).

9 « In forza del sacramento, [gli sposi] vengono investiti di una vera e propria missione, perché possano rendere visibile, a partire dalle cose semplici, ordinarie, l’amore con cui Cristo ama la sua Chiesa, continuando a donare la vita per lei » (Amoris laetitia, 121).

10 « Non si può definire “preparazione al matrimonio” tre o quattro conferenze date in parrocchia. La preparazione deve essere matura e ci vuole tempo. Non è un atto formale: è un sacramento. Ma si deve preparare con un vero catecumenato » (Francesco, Catechesi sui Comandamenti, 11/A: Non commettere adulterio, 24 ottobre 2018).

11 Cfr. Amoris laetitia, 203; Catechismo della Chiesa Cattolica, 1632.

12 Cfr. At 18,1-3; 18, 18-19; 18,26; Rm 16,3-5; 1 Cor 16,19.

13 « A voi parroci, indispensabili collaboratori dei vescovi, è principalmente affidato tale catecumenato. Vi incoraggio ad attuarlo nonostante le difficoltà che potrete incontrare » (Francesco, Discorso ai partecipanti al corso sul processo matrimoniale, 25 febbraio 2017).I

14 « I sacerdoti, soprattutto i parroci, sono i primi interlocutori dei giovani che desiderano formare una nuova famiglia e sposarsi nel sacramento del matrimonio. L’accompagnamento del ministro ordinato aiuterà i futuri sposi a comprendere che il matrimonio tra un uomo e una donna è segno dell’unione sponsale tra Cristo e la Chiesa, rendendoli consapevoli del significato profondo del passo che stanno per compiere » (Francesco, Discorso ai partecipanti al corso diocesano di formazione su ma­trimonio e famiglia promosso dal Tribunale della Rota Romana, 27 settembre 2018).

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