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giovedì 17 marzo 2022

INFERNO, PARADISO, UN ABISSO E' FISSATO TRA LORO. / giovedì 2a sett. Quaresima.

 


1. Due sono le vie, una della vita e una della morte, e la differenza è grande fra queste due vie. 2. Ora questa è la via della vita: innanzi tutto amerai Dio che ti ha creato, poi il tuo prossimo come te stesso; e tutto quello che non vorresti fosse fatto a te, anche tu non farlo agli altri. 3. Ecco pertanto l'insegnamento che deriva da queste parole: benedite …

Grande è la differenza tra le due vie. Un grande abisso è fissato tra loro. Le letture di oggi ci dicono quanto questa verità di base è presente sempre nella Bibbia, nella mente di Dio. Eppure noi non siamo mai totalmente da una parte… Ma ecco che ciò che è impossibile all’uomo: stare solo dalla parte del bene, non è impossibile a Dio perché a lui tutto è possibile. E vuole salvarci, anzi, consolarci, risarcirci dalla sofferenza. Quella sofferenza che è prodotta dal male (per cui ci ribelliamo) e che lui ha schiodato dal male per inchiodarla all’amore, prendendola su di sé e trasformandola (grazie infinite al Padre missionario che, dalla sua esperienza, ha espresso questo su TV2000 questo pomeriggio). Lui trasfigura ciò che i non noi è sfigurato. Davvero “Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia”.

La carità, la condivisione, l’apertura all’altro è da sempre la via di Dio. E risiede nel cuore dell’uomo, anche il più semplice, persino l’analfabeta. Il cuore dell'uomo è l'alleato di Dio. Il cuore però si può aprire o chiudere. Uno deve quindi essere attento al proprio cuore, ai suoi movimenti intimi.  Il ricco dall’inferno invoca un prodigio per convertire i suoi fratelli (è una parabola, nessun dannato ha pensieri di misericordia, di amore gratuito). Abramo gli risponde: chi non apre il cuore alla predicazione della Parola di Dio quando essa bussa al suo cuore, non è convertito da un segno.

 

Prima Lettura  Ger 17, 5-10
Maledetto chi confida nell'uomo; benedetto chi confida nel Signore.

Dal libro del profeta Geremìa
Così dice il Signore:
«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo,
e pone nella carne il suo sostegno,
allontanando il suo cuore dal Signore.
Sarà come un tamerisco nella steppa;
non vedrà venire il bene,
dimorerà in luoghi aridi nel deserto,
in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
Benedetto l’uomo che confida nel Signore
e il Signore è la sua fiducia.
È come un albero piantato lungo un corso d’acqua,
verso la corrente stende le radici;
non teme quando viene il caldo,
le sue foglie rimangono verdi,
nell’anno della siccità non si dà pena,
non smette di produrre frutti.
Niente è più infido del cuore
e difficilmente guarisce!
Chi lo può conoscere?
Io, il Signore, scruto la mente
e saggio i cuori,
per dare a ciascuno secondo la sua condotta,
secondo il frutto delle sue azioni». 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 1
Beato l’uomo che confida nel Signore.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Canto al Vangelo   Lc 8,15 
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo   Lc 16, 19-31
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». 

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