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venerdì 18 marzo 2022

CARISSIMO FRATELLO TI UCCIDO / venerdì 2a sett. Quaresima.

 


Gesù racconta ai farisei la parabola dei vignaioli omicidi. La loro netta condanna mostra che non pensano minimamente di essere presi di mira. I cattivi sono gli altri, loro stanno nel giusto. Gesù non riesce ad aprire loro gli occhi ma suscita solo la loro ira contro di sé.

Il nostro camminare nella Chiesa in buona fede non deve mai diventare presunzione di essere nel giusto. La Chiesa è santa, ha le chiavi della Vita Eterna, ma io posso sempre essere condizionato dalle mie idee, dal mio peccato, dalla mia ignoranza fino al punto di sbagliare in parte o anche totalmente!

La lettura di oggi ne dà un esempio molto chiaro. I fratelli di Giuseppe, trascurati da Giacobbe (non hanno neppure la stessa madre per placare i loro animi), si lasciano sopraffare dall’invidia e dall’odio. Fino alla fine non dimenticano di essere fratelli ma non ne vivono la realtà. Avranno poi un profondo senso di colpa che li accompagnerà tutta la vita, ma intanto la loro condotta è guidata dalle loro pulsioni primarie. Anche noi rischiamo troppo spesso di avere le parole giuste senza troppo preoccuparci di approfondirne il senso, la ricchezza, le conseguenze che implicano. Nessuno è mai arrivato è chiaro, ma qualche voltaper esempio, parliamo di comunità  lì dove non c'è nemmeno la struttura di una comunità, il nostro comportamento è estraneo alle realtà che invochiamo o sbandieriamo. In questo modo si può arrivare per gradi fino al peggio. Purtroppo abbiamo sentito in questi giorni espressioni come “popoli fratelli”, “siamo un solo popolo”, “uniti nella fede”, usate per coprire l’aggressione del popolo fratello, il bombardamento della parte "sbagliata" del popolo.

 

Prima Lettura   Gn 37, 3-4. 12-13. 17b-28
Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! Orsù, uccidiamolo!

Dal libro della Gènesi
Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe. I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente.
I suoi fratelli erano andati a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. Israele disse a Giuseppe: «Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro». Allora Giuseppe ripartì in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan.
Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono contro di lui per farlo morire. Si dissero l’un l’altro: «Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in una cisterna! Poi diremo: “Una bestia feroce l’ha divorato!”. Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!».
Ma Ruben sentì e, volendo salvarlo dalle loro mani, disse: «Non togliamogli la vita». Poi disse loro: «Non spargete il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano»: egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre.
Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica con le maniche lunghe che egli indossava, lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz’acqua.
Poi sedettero per prendere cibo. Quand’ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Gàlaad, con i cammelli carichi di rèsina, balsamo e làudano, che andavano a portare in Egitto. Allora Giuda disse ai fratelli: «Che guadagno c’è a uccidere il nostro fratello e a coprire il suo sangue? Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è nostro fratello e nostra carne». I suoi fratelli gli diedero ascolto.
Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d’argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto.
 
Salmo Responsoriale    Dal Salmo 104
Ricordiamo, Signore, le tue meraviglie.

Il Signore chiamò la carestia su quella terra,
togliendo il sostegno del pane.
Davanti a loro mandò un uomo,
Giuseppe, venduto come schiavo.

Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,
finché non si avverò la sua parola
e l’oracolo del Signore ne provò l’innocenza.

Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
lo costituì signore del suo palazzo,
capo di tutti i suoi averi. 

Canto al Vangelo  Gv 3,16
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo   Mt 21, 33-43. 45
Costui è l'erede. Su uccidiamolo!

Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. 
Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. 
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. 
Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?».  Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». 
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: "La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri"? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare». 
Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.

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