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martedì 25 settembre 2018

SI PUO' CRITICARE IL PAPA PER L'ACCORDO CON LA CINA?

Il vescovo Giuseppe Wei Jingyi.

La Chiesa Cattolica è nata da Gesù duemila anni fa. Non 1000 o 500 anni fa. Ed è nata subito Una, Santa, e Petrina-Collegiale. Senza Pietro non c'è Chiesa Cattolica. Fu questo l’errore più grosso di Lutero: rigettare Pietro e accettare della Tradizione autentica solo che ciò che comprendeva. In Pietro-Roccia era incluso fin dall’inizio in seme l’essere “Romana”della Chiesa. Ma la Chiesa Cattolica è Romana solo perché Pietro è morto come Sorvegliante e Guida (Vescovo) delle comunità cristiane di Roma e che i suoi successori – i Successori di Pietro – erano a loro volta Episcopi (Vescovi) di Roma. Non esiste per i cristiani un “Dove è Roma c'è la Chiesa”, ma il “Dove c'è Pietro lì c'è la Chiesa”. I Vescovi sono tutti fratelli ma escludendo Pietro non sono più Chiesa Cattolica. Infatti i Vescovi Ortodossi sono Vescovi cristiani ma non Cattolici perché benché riconoscendo un primato d’onore a Pietro (al Papa) non accettano totalmente il suo mandato. Ora i fratelli-vescovi formano un Collegio “Cum Petro et sub Petro”, Con Pietro e sotto Pietro.
San Roberto Bellarmino nel 1500 definì le condizioni essenziali per essere cattolico: comune professione della fede, comunione nei sacramenti, legame-obbedienza all’autorità ecclesiale. La comunione nella fede comune non significa che tutti devono esprimerla al modo mio. Questo modo di pensare è profondamente luterano e ha portato a tutte le divisioni che conosce il mondo protestante. Allo stesso modo non sono io laico o semplice prete che decide la disciplina dei sacramenti. Si tratta sempre di non rompere la comunione con la Chiesa. Un Papa o un vescovo possono non piacermi o comportarsi in modo indegno. O semplicemente fare errori. Ma io devo riconoscere la loro autorità. È famoso l’episodio di Padre Pio con Padre Agostino Gemelli: padre Pio che si sottometteva sempre (malvolentieri) a tutte le verifiche sulle sue stigmate, quando arrivò Padre Gemelli gli chiese se aveva l’autorizzazione del vescovo o del Ministro Generale dei Cappuccini. Padre Gemelli che agiva di sua iniziativa disse: ma io sono Padre Gemelli, amico personale del Papa, Pio XII. E Padre Pio lo mandò a quel paese perché non era nell’obbedienza e lui, Padre Pio, non doveva far vedere le sue stigmate senza la copertura dell’obbedienza. Sappiamo che Padre Gemelli gliela fece pagare molto cara … Padre Pio non si ribellò alle sanzioni e restrizioni che gli vennero dalla Santa Sede dopo questo fatto.
La Santa Sede ha appena siglato un accordo pastorale con il Governo di Pechino. Il vescovo “clandestino” cinese Giuseppe Wei Jingyi, pastore di Qiqihar interrogato da “Vatican Insider” ha spiegato perché questo accordo è buono e necessario. In particolare ha detto:
Come hanno reagito il popolo di Dio, gli altri battezzati, i preti e altri vescovi che Lei conosce?  
«I fedeli e sacerdoti che io conosco speravano tutti nel miglioramento del rapporto tra Cina e Vaticano. Non solo, pregavano con perseveranza per questo. La firma dell’accordo rappresenta un miglioramento consistente. Per questo tutti lo accolgono e gli danno il benvenuto con grande gioia». 
Alcuni criticano il Papa per l’accordo tra Cina e Santa Sede, dicendo che si è trattato di una resa al “nemico”. Cosa ne pensa Lei, vescovo cinese?  
«Se uno che non ha la fede in Cristo, e critica il Papa di essersi arreso al governo cinese sulla nomina dei vescovi cinesi, può fare questo solo perché non ha la fede e quindi non può sapere cosa è davvero la Chiesa. E io, a uno così, lascerei dire quello che vuole, può dire quello che gli pare, tanto non sa di cosa parla. Ma se io appartengo alla Chiesa cattolica, non mi posso azzardare di star lì a dar giudizi sul Papa e attaccare ogni decisione particolare del Santo Padre. Io non sono il Papa e non ho la grazia di stato che Dio gli ha concesso e gli concede per fare il Papa. Io sono chiamato ad aderire a quello che il Papa indica col suo magistero. Io prego per il Papa in ogni messa, insieme con i sacerdoti di tutto il mondo». 
N.B.: Il vescovo Giuseppe Wei Jingyi tra le tante difficoltà della sua vita di pastore, è stato incarcerato per più di tre anni per la sua fedeltà al Papa. Credo che valga veramente leggere tutta l'intervista. Non l'ho ricopiata tutta perché c'è evidentemente il copyright del sito "Vatican Insider" e inoltre fa bene anche a tutti andare direttamente su questo sito di grande valore e conoscerlo meglio. Per leggere tutta l'intervista:

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