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sabato 24 marzo 2018

UNA MENTALITA' DA SCONFITTI / sabato V sett. Quaresima

Il Sommo Sacerdote Caifa  - Zeffirelli, "Gesù di Nazareth".


La gente parla sempre, commenta, elabora scenari. Così è nell’Italia dei venti milioni (almeno) di allenatori della Nazionale più quelli del Club del cuore, l’Italia dello share dei talk show, dei tribunali televisivi, e della posta per te, delle varie isole e delle case per guardoni, con le loro storie inventate o per lo meno modificate per fare più spettacolo, delle discussioni sulla politica, sui programmi e le coalizioni miracolose che tengono a malapena il tempo di una campagna elettorale, ecc… In Italia, ma non solo in Italia: in Francia, in Spagna, in tutte le nazioni e anche nell’Israele di duemila anni fa.


Le cose cambiano solo quando invece di fumo che si dilegua al vento c'è un avvenimento vero. La gente non cambia. Gesù però è l’Evento vero. Appare in mezzo alla gente di sempre, ma la sua Parola è vera, i suoi Segni sono veri, la sua Misericordia è vera ed efficace, la sua Promessa si compie, la sua Alleanza è eterna (prima lettura).

Ma come viene recepito? 
C'è il livello della gente comune, che forse non ha preso ancora posizione, e parla, trasmette la (buona) notizia  dei segni che compie Gesù o solo porta spia, è curiosa di sapere come va a finire anche a prescindere da ogni giudizio di valore.

C'è poi il livello di chi ha una mentalità da sconfitto: Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione”. Gesù si è mostrato più forte della morte risuscitando Lazzaro, ma non può essere più forte dei Romani, del loro esercito, della loro organizzazione, della loro tecnologia e finanza. Gesù è più forte della morte ma non può essere più forte della mentalità e dell’andazzo comune. Questa mentalità da sconfitti è molto comune. Io sento alcuni cristiani impegnati che dicono apertamente che duemila anni fa certo, ma oggi non si può vivere il Vangelo fino in fondo. Mi è stato riportato di alcuni catechisti che avrebbero detto in privato: “Vabbè noi dovevamo dirvi questo, ma mica si deve fare tutto, capito, eh!” Questi sono i casi più eclatanti, ma quanti di noi abbiamo questo nel cuore, come un’ombra muta e grigia: “il Vangelo è bello ma poi non si concretizza nella vita, non cambia mai nulla” e usiamo allora il Vangelo solo per gettare più confusione e dolore, puntando il dito contro “i colpevoli”. C'è chi, come disse il papa ai Cardinali a pochi giorni dalla sua elezione, preferisce essere il Generale di un esercito sconfitto che un soldato del Regno in trincea. Lui stesso dice che ha cominciato a vivere il periodo in cui si è sentito scartato con una mentalità da sconfitto. Poi, pian piano, pregando molto venne la purificazione. Non temere dunque: il male è potente ma Gesù è risorto, è il Signore. Non essere più un generale di un esercito sconfitto, e neppure un colonnello di questo esercito, né un osservatore al balcone. Scendiamo nella trincea (mi pare che ci sei già: bloccato nel tuo matrimonio, nel lavoro che non ti piace o non c'è, nei problemi di salute, ecc.) con lo Spirito di Gesù, lo Spirito di Nazareth, soldati umilissimi e deboli del Re Vittorioso che ci associa al suo combattimento.

Allora scoprirai che quel farabutto di Caifa (terzo livello?), sta pure lui nelle mani del Misericordioso e, senza rendersene conto, con uno spirito da sconfitto o forse da rinnegatore della fede, profetizza e annuncia il piano della redenzione attraverso la Croce del Cristo, del Servo sofferente: “è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo”. Questo potere assoluto di Dio non lo vedi nella Chiesa dei mediocri e degli scandali, nella tua comunità che non brilla per carità e zelo apostolico, perché tu (io!) rifiuti il piano di Dio che passa per la croce. Ma anche tu, malgrado la tua infedeltà, sei nelle mani di Dio come Caifa e Dio ti guida.

Viviamo con gioia e attenzione la Grande Settimana, seguendo Gesù passo passo nel suo ultimo combattimento verso il trionfo della Risurrezione, per essere salvati e comprendere come Dio salva.

Prima Lettura   Ez 37, 21-28
Farò di loro un solo popolo.

Dal libro del profeta Ezechièle
Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò i figli d’Israele dalle nazioni fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nella loro terra: farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d’Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non saranno più due popoli, né saranno più divisi in due regni.
Non si contamineranno più con i loro ìdoli, con i loro abomìni e con tutte le loro iniquità; li libererò da tutte le ribellioni con cui hanno peccato, li purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio.
Il mio servo Davide regnerà su di loro e vi sarà un unico pastore per tutti; seguiranno le mie norme, osserveranno le mie leggi e le metteranno in pratica. Abiteranno nella terra che ho dato al mio servo Giacobbe. In quella terra su cui abitarono i loro padri, abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli, per sempre; il mio servo Davide sarà loro re per sempre.
Farò con loro un’alleanza di pace; sarà un’alleanza eterna con loro. Li stabilirò e li moltiplicherò e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre. In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.
Le nazioni sapranno che io sono il Signore che santifico Israele, quando il mio santuario sarà in mezzo a loro per sempre.

Salmo Responsoriale   Ger 31,10-13
Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.

Ascoltate, genti, la parola del Signore,
annunciàtela alle isole più lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come un pastore il suo gregge».

Perché il Signore ha riscattato Giacobbe,
lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui.
Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion,
andranno insieme verso i beni del Signore.

La vergine allora gioirà danzando
e insieme i giovani e i vecchi.
«Cambierò il loro lutto in gioia,

Canto al Vangelo     Cf Gv 3,16
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Liberatevi da tutte le iniquità commesse, dice il Signore,
e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo   Gv 11, 45-56
Per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». 

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