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martedì 20 marzo 2018

LA GRAZIA DELLA VERGOGNA / Martedì V sett. Quaresima

Serpente di bronzo - Michelangelo, Cappella Sistina.

Gesù nel Vangelo (Giovanni 3, il dialogo con Nicodemo) riprenderà il simbolo del serpente innalzato nel deserto da Mosè che ci narra la prima lettura di oggi, tratta dal libro dei Numeri. Comprendiamo il senso di questo serpente di bronzo: guardare il male e in particolare il proprio peccato sotto e con lo sguardo di Dio. Senza lo sguardo di Dio non si può affrontare  il proprio peccato. Se uno tentasse di farlo con le proprie forze entrerebbe in disperazione. E anche con la grazia, vediamo quanto è difficile riconoscersi peccatore, non accusare  piuttosto gli altri o le circostanze. Rileggiamo questo testo del libro dei Numeri così importante e facciamone profitto: è un pilastro della nostra fede.
Anche nel vangelo di oggi, Gesù riprende in modo velato il simbolo del serpente (quando avrete innalzato il Figlio dell’Uomo). Purtroppo non crediamo abbastanza all’amore di Dio manifestato in Gesù, crocifisso per il nostro amore. Eppure come si può manifestare meglio di così l’amore? Come facciamo a non comprendere? E riconosciamo anche quanto siamo orgogliosi e letteralmente spaventati dalla vergogna che provocherebbe in noi il riconoscere i nostri peccati.

Gesù nel Vangelo di oggi afferma ai farisei: “dove vado io, voi non potete venire”.  Gesù va verso Dio, opera con la sua potenza e ci sono molte cose che fa Gesù che non riusciamo a fare: i miracoli, i digiuni, la preghiera continua. Ma non è questo il punto. Infatti la vera differenza tra Dio e noi è la Carità, la Carità pura e senza limiti. E ci rendiamo conto di non riuscire, nemmeno lontanamente, ad amare come lui, a non giudicare come lui, a perdonare come lui, umiliarci come lui, incoraggiare gli altri come lui. Se l’amore è Vita, noi siamo nella morte. Ma ci ha dato speranza, ha promesso di non abbandonarci.  Anzi, ha detto una cosa stratosferica: se tu credi in me, se ti lasci guidare passo passo, farai cose più grandi di me!

Prima Lettura    Nm 21, 4-9
Il nostro Dio viene a salvarci.
 
Dal libro dei Numeri

In quei giorni, gli Israeliti si mossero dal monte Or per la via del Mar Rosso, per aggirare il territorio di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti».
Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita».
Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.

Salmo Responsoriale    Dal Salmo 101
Signora, ascolta la mia preghiera.

Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido di aiuto.
Non nascondermi il tuo volto
nel giorno in cui sono nell’angoscia.
Tendi verso di me l’orecchio,
quando t’invoco, presto, rispondimi!

Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
«Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte».

Canto al Vangelo
  Cf Gv 3,16
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo   Gv 8,21-30
Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.  

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