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lunedì 12 marzo 2018

GESU' USA UN LINGUAGGIO OSCURO / lunedì IV sett. Quaresima



Battistero di San Giovanni in Fonte, Napoli - La mano del Padre incorona la Croce gloriosa.
dalla Croce vengono ogni sorta di beni in abbondanza.
Il Signore per bocca del profeta Isaia promette cieli nuovi e terra nuova, la pienezza di vita, cioè la vita eterna, usando immagini di felicità terrena, per essere compreso dalla mente umana.

Gesù nel Vangelo ci offre opere di vita, di vita guarita, di vita felice, ma, prima, usa un linguaggio “oscuro”. Al padre disperato che gli chiede di guarire il suo figlio morente egli risponde bruscamente: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Che linguaggio è questo? Che modi, che carità? Possibile che ci sia più felicità nel credere senza chiedere segni o guarigioni in situazioni disperate? Dobbiamo costatare che è proprio ciò che il Signore ci suggerisce: c'è più felicità in una vita di fede pura. Ma, di fronte alla richiesta umile di questo papà addolorato, Gesù, dal profondo delle sue “viscere di misericordia”, opera la guarigione richiesta. Quindi, non è peccato chiedere, però Gesù vuole che non ci fermiamo alla grazia richiesta, ma che andiamo oltre. Perché ci vuole più felici, ci vuole dare la vita in abbondanza e non qualche grazia. So che è oscuro per noi …


Più di cento anni fa c'era a Pollena Trocchia, vicino al Vesuvio, una famiglia credente, felice e numerosa: undici figli avuti in 20 o poco più anni di matrimonio (in qualunque secolo, per fare undici figli in 20 anni, oltre alla fede, bisogna avere una bella armonia di coppia!). Il primo maschio aveva 17 anni ed era novizio dei cappuccini, pieno di energia e di zelo. Un ottimo soggetto, e i suoi genitori erano contenti di offrirlo al Signore. Durante questo anno di noviziato, improvvisamente, muore il papà. I Superiori dicono al giovane fra’ Tommaso: “Torna a casa per fare da capo famiglia e aiutare la tua mamma lavorando. Quando sarà più tranquilla la situazione, potrai tornare qui, ti accoglieremo molto volentieri ”. Quel giovane firma tra i Carabinieri e … pian  piano perde la fede fino a deridere la Chiesa oscurantista, la Scrittura invenzione degli uomini, ecc... Aveva solo conservato radicata una certa devozione alla Vergine Maria che gli faceva dire qualche Ave Maria quando incontrava una sua immagine per strada.
Possiamo immaginare lo strazio della mamma che perde il marito che ama ed era il sostegno di lei e dei suoi figli e vede perdersi questo figlio … Dove sta il Signore, perché fa questo, che male abbiamo fatto??? Lei crede nell’amore di Dio malgrado la croce pesante e sperimenta il suo aiuto nella forza che le dà la sua fede, e prega per questo figlio che parte a fare la guerra in Africa. E se muore lì, senza fede, senza sacramenti!? La mamma prega, serve il Signore, si fida di Lui. Il figlio è fatto prigioniero e, per una sfida, per dimostrare che è tutta una sciocchezza, legge la Bibbia e … si converte. Torna dalla prigionia a 39 anni e va diritto dai Cappuccini senza passare dalla  fidanzata. Dopo 22 anni(!), veste di nuovo “i panni della penitenza” e ridiventa novizio, la mamma comprende che questa volta è definitivo e … se ne vola felice … Dove? Certamente in Cielo, dove poteva andare se non in Cielo?



Prima Lettura   Is 65, 17-21
Non si udranno più voci di pianto e grida di angoscia.

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra;
non si ricorderà più il passato,
non verrà più in mente,
poiché si godrà e si gioirà sempre
di quello che sto per creare,
poiché creo Gerusalemme per la gioia,
e il suo popolo per il gaudio.
Io esulterò di Gerusalemme,
godrò del mio popolo.
Non si udranno più in essa
voci di pianto, grida di angoscia.
Non ci sarà più
un bimbo che viva solo pochi giorni,
né un vecchio che dei suoi giorni
non giunga alla pienezza,
poiché il più giovane morirà a cento anni
e chi non raggiunge i cento anni
sarà considerato maledetto.
Fabbricheranno case e le abiteranno,
pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto».

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 29
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato
e non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera è ospite il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

Canto al Vangelo    Am 5,14
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Cercate il bene e non il male, se volete vivere,
e il Signore sarà con voi.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo
   Gv 4, 43-54
Va', tuo figlio vive.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea. 

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