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mercoledì 31 agosto 2016

DUE CRITERI mercoledì XXII sett T.O.

San Paolo vede che la Comunità dei cristiani di Corinto che ha fondata con l’Annuncio del Vangelo, è presa sul serio da Dio che opera in mezzo ad essa. Però costata che in quanto a crescita i suoi membri sono ancora molto piccoli nella vita spirituale, come “neonati in Cristo”. Da che cosa lo vede? Non dal tempo troppo breve trascorso dal giorno della loro conversione ma da un criterio molto chiaro: ci sono ancora invidia e discordia tra loro, e particolarismi.

Noi, come siamo: ancora “neonati”? Ma si può dire neonati dopo tanto tempo? Non si dovrebbe dire piuttosto “rimasti infantili”? Che figuraccia! Durante le vacanze ho detto a un mio fratello: “sono 40 anni che leggo la Bibbia”, per dire che la conosco un po’. Ma se 40 anni non sono serviti a uscire dai piagnucolii, a crescere un po’ seriamente, che fallimento! Stiamo quasi arrancando con gli acciacchi verso gli 80 anni di età e sempre i soliti immaturi, festeggiamo svariati decenni di cammino di fede e si litiga per piccole cose e senza umiltà in comunità, nella parrocchia …

La Chiesa tutta, infantile da 2000 anni? Il Cardinale Parolin in questi giorni ha parlato di
ostruzionismo delle potenze occidentali coloniali “cristiane” allo stabilimento di rapporti diretti tra Pekino e la Santa Sede, con l’aiuto però di vescovi amici  (“infantili”) che difendono gli interessi delle loro nazioni. Ha parlato di gruppi di potere con reparto ecclesiastico incorporato “infantile”, che ancora oggi giocano a giochetti simili. Papa Benedetto lamentava il nazionalismo dei cattolici, in particolare delle congregazioni cattoliche missionarie “infantili” del passato. Quando prendiamo coscienza di ciò che significa lasciarsi guidare dalla novità e dall'universalità di Cristo?

In senso positivo Gesù nel Vangelo ci da un criterio di “ricoverata salute”: la suocera di Pietro “si alzò in piedi e li serviva”. Se servi da servo non penserai a invidiare.

Dopo queste riflessioni un po' amare, viene una domanda: Ma valeva la pena che Gesù andasse senza riposo, per città e villaggi, ad annunciare il Regno di Dio visto la scarsità dei risultati? Questa riflessione me l'ha fatta una volta un ricoverato dell'OPG, sempre puntuale a Messa: "Gesù ha sbagliato a morire per i peccatori, vedi dopo 2000 anni il risultato. Io di certo non voglio morire per nessuno. Non se lo meritano!"

Nel mistero stupendo del suo Amore Gesù invece risponde: "certamente, valeva la pena!" e noi, riconoscenti per tanti doni e tanta gratuità rispondiamo: "certamente!"




Prima Lettura   1 Cor 3, 1-9. Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a esseri spirituali, ma carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, perché non ne eravate ancora capaci. E neanche ora lo siete, perché siete ancora carnali. Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana?
Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Che cosa è Paolo? Servitori, attraverso i quali siete venuti alla fede, e ciascuno come il Signore gli ha concesso. 
Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere. Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio. 

Canto al Vangelo 
  Lc 4,18
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Vangelo   Lc 4, 38. In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». 
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.

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