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mercoledì 24 agosto 2016

AMORIS LAETITIA: ARIDITA' E AMORE

 Più leggo “Amoris Laetitia” di papa Francesco, più trovo questo testo meraviglioso e provvidenziale per le famiglie e per tutta la Chiesa.
Uno dei suoi pregi è lo stile. Mi sono formato con Giovani Paolo II. La mia mamma diceva: “Paolo VI lo capivo meglio”. Infatti Paolo VI scriveva in modo semplice anche se con un vocabolario eletto. Giovanni Paolo II era un po’ più difficile. Quando divenne papa Benedetto XVI mio fratello prete mi disse: “per noi francesi, Benedetto è più chiaro di Giovanni Paolo II”. Con “Deus Charitas est” di papa Benedetto ho pensato che se mi avessero spiegato le cose in quel modo al liceo avrei colto subito il punto. Ma comunque i testi di questi tre papi dovevano in qualche modo essere “mediati” per portarli alla gente. Sembra che il livello scolastico necessario per comprendere papa Francesco si abbassa ancora, ma sopratutto egli fa sentire il Vangelo e l’insegnamento della Chiesa maggiormente vicini alla vita concreta, egli necessita ancora meno di “mediazione”. Ed è stupendo. Gesù si è fatto capire direttamente dalla gente, gli Apostoli, nel loro greco imparato per strada, hanno conquistato i cuori e le anime senza nessuno addetto a tradurre in linguaggio popolare e in esempi i loro documenti.
Non usiamo più le lingue nelle quali è stata scritta la Bibbia, e la cultura di allora è diventata lontana. Anche questo fa che non percepiamo più così facilmente la vicinanza popolare delle parole di Gesù e degli ApostoliSembra che papa Francesco, riesca a colmare questo gap.

Riporto quindi direttamente un paragrafo di AL per chiarire un problema molto presente nella vita del credente e di cui ho parlato ieri: il valore dei sentimenti, del gusto interiore, nel cammino di fede.

AMORIS LAETITIA 145. Provare un’emozione non è qualcosa di moralmente buono o cattivo per sé stesso. Incominciare a provare desiderio o rifiuto non è peccaminoso né riprovevole. Quello che è bene o male è l’atto che uno compie spinto o accompagnato da una passione. Ma se i sentimenti sono alimentati, ricercati e a causa di essi commettiamo cattive azioni, il male sta nella decisione di alimentarli e negli atti cattivi che ne conseguono. Sulla stessa linea, provare piacere per qualcuno non è di per sé un bene. Se con tale piacere io faccio in modo che quella persona diventi mia schiava, il sentimento sarà al servizio del mio egoismo. Credere che siamo buoni solo perché “proviamo dei sentimenti” è un tremendo inganno. Ci sono persone che si sentono capaci di un grande amore solo perché hanno una grande necessità di affetto, però non sono in grado di lottare per la felicità degli altri e vivono rinchiusi nei propri desideri. In tal caso i sentimenti distolgono dai grandi valori e nascondono un egocentrismo che non rende possibile coltivare una vita in famiglia sana e felice.

Allo stesso modo, credere che siamo cattivi solo perché “non proviamo dei sentimenti” è un tremendo inganno. Che io stesso o qualcun altro giudichi il mio cammino di fede a seconda delle sensazioni, delle emozioni che si provano è sbagliato. Conta la volontà o meno di amare, che spinge sempre alla concretezza delle azioni. Conta la misura in cui cerco di fare la volontà di Dio, anche quando non ci provo gusto e quando devo rinunciare ad un’altra cosa che mi sembrava più gradevole.

Scambiare i sentimenti, le emozioni, per dei valori è uno dei grossi problemi di oggi. Ricordo un questionario rivolto ai giovani di una parrocchia prima di un’esperienza di ritiro. Lessi solo un foglio. Alla domanda: “cosa ti aspetti da questo ritiro”, era scritto: “provare emozioni nuove”. Mi sembra molto caratteristico della mentalità attuale. E se non ti fa sentire bene sul momento, non segui Gesù?

San Giovanni della Croce dice: lasciati guidare solo dalla fede, questo ha valore anche se tu  non dovessi provare emozioni. Anzi, nella misura in cui perseveri umilmente pur stando nell’aridità, hai più merito. 

Ricordo a tutti gli appuntamenti in parrocchia a san Castrese per la presentazione di Amoris Laetitia: 5 - 6 - 7- 8 settembre, ore 20.

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