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giovedì 26 gennaio 2023

TUTTO APPARTIENE ALL'AMORE 01 / Lettera Apostolica di Papa Francesco a 400 anni dalla morte di san Francesco di Sales

Il luogo dove è nato san Francesco di Sales in Haute Savoie.

Scoprire meglio san Francesco di Sales e il suo messaggio per il nostro tempo può essere molto utile. La ricchezza del "Dottore dell'amore divino" ha ispirato grandissimi santi come don Bosco che per questo fondò i "salesiani", Papa Giovanni XXIII, e tanti altri. Essa diventa ancora più interessante per noi in quanto ha saputo applicare il Concilio di Trento appena concluso in modo creativo leggendo i segni dei tempi nuovi, e anticipò la "Chiamata universale alla santità di tutti i battezzati 
del Concilio Vaticano II dando i criteri affinché ogni battezzato, in qualunque condizione o situazione sociale si trovi, possa vivere la "vera devozione". Questa lettera di Papa Francesco nel quarto centenario della morte del santo ci aiuterà, anche per comprendere meglio il cammino della Chiesa oggi.  


LETTERA APOSTOLICA

TOTUM AMORIS EST

DEL SANTO PADRE FRANCESCO

NEL IV CENTENARIO DELLA MORTE DI SAN FRANCESCO DI SALES


«Tutto appartiene all’amore». [1] In queste sue parole possiamo raccogliere l’eredità spirituale lasciata da San Francesco di Sales, che morì quattro secoli fa, il 28 dicembre 1622, a Lione. Aveva poco più di cinquant’anni ed era vescovo e principe “esule” di Ginevra da un ventennio. A Lione era giunto in seguito alla sua ultima incombenza diplomatica. Il duca di Savoia gli aveva chiesto di accompagnare ad Avignone il Cardinale Maurizio di Savoia. Insieme avrebbero reso omaggio al giovane re Luigi XIII, di ritorno verso Parigi, risalendo la valle del Rodano, a seguito di una vittoriosa campagna militare nel sud della Francia. Stanco e malandato di salute, Francesco si era messo in viaggio per puro spirito di servizio. «Se non fosse grandemente utile al loro servizio che io faccia questo viaggio, avrei certamente  molte buone e solide ragioni per esimermene; però, se si tratta del loro servizio, vivo o morto, non mi tirerò indietro, ma andrò o mi farò trascinare». [2] Era questo il suo temperamento. Giunto, infine, a Lione, prese alloggio presso il monastero delle Visitandine, nella casa del giardiniere, per non recare troppo disturbo e insieme essere più libero di incontrare chiunque lo desiderasse.

Ormai da tempo assai poco impressionato dalle «instabili grandezze della corte», [3] aveva consumato anche i suoi ultimi giorni svolgendo il ministero di pastore in un susseguirsi di appuntamenti: confessioni, conversazioni, conferenze, prediche, e le ultime, immancabili lettere di amicizia spirituale. La ragione profonda di questo stile di vita pieno di Dio gli si era fatta sempre più chiara nel tempo, ed egli l’aveva formulata con semplicità ed esattezza nel suo celebre Trattato dell’amore di Dio: «Se l’uomo pensa con un po’ di attenzione alla divinità, immediatamente sente una qual dolce emozione al cuore, il che prova che Dio è il Dio del cuore umano». [4] È la sintesi del suo pensiero. L’esperienza di Dio è un’evidenza del cuore umano. Essa non è una costruzione mentale, piuttosto è un riconoscimento pieno di stupore e di gratitudine, conseguente alla manifestazione di Dio. È nel cuore e attraverso il cuore che si compie quel sottile e intenso processo unitario in virtù del quale l’uomo riconosce Dio e, insieme, sé stesso, la propria origine e profondità, il proprio compimento, nella chiamata all’amore. Egli scopre che la fede non è un moto cieco, ma anzitutto un atteggiamento del cuore. Tramite essa l’uomo si affida a una verità che appare alla coscienza come una “dolce emozione”, capace di suscitare un corrispondente e irrinunciabile ben-volere per ogni realtà creata, come lui amava dire.

In questa luce si comprende come per San Francesco di Sales non ci fosse posto migliore per trovare Dio e aiutare a cercarlo che nel cuore di ogni donna e uomo del suo tempo. Lo aveva imparato osservando con fine attenzione sé stesso, fin nella sua prima giovinezza, e scrutando il cuore umano.


[1] S. Francesco di Sales, Traité de l’amour de Dieu, Préface: ed. Ravier – Devos, Paris 1969, 336.

[2] Id, Lett. 2103: A Monsieur Sylvestre de Saluces de la Mente, Abbé d’Hautecombe (3 nov. 1622), in Œuvres de Saint François de Sales, XXVI, Annecy 1932, 490-491.

[3] Id., Lett. 1961: À une dame (19 dic. 1622), in Œuvres de Saint François de Sales, XX ( Lettres, X: 1621-1622), Annecy 1918, 395.

[4] Id., Traité de l’amour de Dieu, I, 15: ed. Ravier – Devos, Paris 1969, 395.


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