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mercoledì 10 agosto 2022

SALVARE IL PIANETA NON C'ENTRA NULLA CON LA CHIESA?

 



“La gente va da un prete per cercare Dio, non per salvare il pianeta”. Sarebbero parole del Cardinale Sarah. Parole forse ripetute spesso. Mi colpiscono i commenti che leggo sui Social: “grande Cardinale!”, “finalmente uno che dice la verità!”, “Papa Francesco è massone”, “il cambiamento climatico non esiste”, “la Chiesa non parla più di Dio, di Gesù, del Vangelo!”

Leggendo le parole di Sarah, mi chiedo: – presentando le mie scuse – “Eminenza, in quale mondo vive?”. 

Innanzitutto a livello terra terra: nel 99 % dei casi la gente non va dal prete per cercare Dio, ma perché ha un problema! Col fidanzato/a, che ha, aveva o non riesce a trovare, col marito, la moglie, coi suoceri, con l’eredità dei genitori, con il lavoro. C'è chi chiede preghiere per i figli, per gli esami e per la salute, e via dicendo. Tra questi c'è anche chi viene per liberarsi da un senso di colpa ma spesso è ancora cercare sé stessi e non Dio. Dopo che il problema è stato risolto, il più delle volte si continua a cercare il prete solo per risolvere altri problemi. È una storia vecchia: Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati”. Gv 6:26.

L’esperienza dice che se uno va dal prete, piuttosto che da un'altra figura, è perché Dio lo cerca, e attraverso il suo problema vuole stringere un rapporto con lui. Ben venga allora andare dal prete se questo significa iniziare un cammino.

 

Ma passiamo al secondo punto: “ non si va dal prete per salvare il pianeta!” Secondo i tanti commenti che leggo, significherebbe: “salvare il pianeta, non riguarda la Chiesa, bisogna piuttosto pensare al rapporto con Dio, a ricevere i sacramenti e salvare l’anima”.

Di fatti, la gente non viene in parrocchia a parlare della salute del pianeta. Ha orizzonti molto più ristretti. E il prete, che deve fare? Egli deve accogliere le persone e indirizzarle a Dio attraverso il Vangelo. Sento più di uno esultare: “E il Vangelo non parla di ecologia!”. Non direttamente, ma il Vangelo parla di rapporto con Dio e con il prossimo (e molti passi dell’Antico Testamento si possono applicare facilmente all’ecologia…).

Prendiamo un esempio: un uomo va dal suo prete, ordinato quarant'anni fa. In seminario non ha mai sentito parlare di ecologia, ma della Dottrina Sociale della Chiesa, sì. L’uomo davanti a lui è uno che fa tutti i Primi Venerdì, ma è egoista e dilapida il suo patrimonio, rischiando il fallimento della sua ditta. “Tanto, dice, ho 70 anni, è tempo che mi goda la vita. Ognuno deve fare il suo, vero, reverendo? Chiaramente ci tengo ad andare in paradiso!” Il bravo prete, un po’ a disagio gli risponde: “guarda che i beni di questo mondo sono destinati a tutta l’umanità. Lo dice san Tommaso. Quello che possiedi non puoi dilapidarlo, come padre e nonno hai una responsabilità verso la tua famiglia, come imprenditore hai una responsabilità verso i tuoi dipendenti e le loro famiglie, come cittadino verso la tua città e la nazione (vorrebbe aggiungere: “verso tutta l’umanità”, ma vede gli occhi sbarrati del suo interlocutore e giudica più prudente fermarsi. Anche perché lui stesso, tante volte, non va oltre l’orizzonte della sua parrocchia, figuriamoci tutta l’umanità…). Devi pensare a loro e al loro futuro. Il cristiano è solidale!” E quell’uomo: “ma io tutto questo, padre, me lo sono guadagnato, con tanto sacrificio. Ci sono già troppi parassiti che vivono sulle mie tasse!” “Figlio mio, è vero che hai lavorato, e Dio ti renderà merito. Ma non hai inventato tutto, non hai fatto tutto. Sei nato e cresciuto in Italia e hai avuto opportunità che qualcuno nato altrove non poteva avere. Inoltre siamo nani sulle spalle dei giganti. Se le generazioni precedenti non avessero pensato a noi, non avremmo scoperte, tecnologie, infrastrutture, pensiero. Non è tutto perfetto e ogni generazione deve lavorare sodo per purificare, migliorare, far progredire, ma abbiamo ricevuto in eredità un patrimonio materiale, sociale, intellettuale, culturale, spirituale immenso.” Allora il Signore mandò un angelo e toccò il cuore di quell’uomo che vide tutto il suo egoismo e cominciò a detestarlo: “Padre ha ragione, sono un ingrato e uno stupido. Mio padre ha fatto tanti sacrifici per me. E anche nascere in Italia è stato un dono immenso non meritato. Devo lasciare in eredità alla mia famiglia e alla mia città, il meglio di ciò che ho ricevuto e sviluppato!” L’angelo colpì profondo e quell’uomo vide ancora e disse: “Ma padre, da sempre butto i miei scarti nei boschi, sul bordo della strada e assoldo gente per bruciarli di notte, inquino i fiumi e i mari, ….. anche questo è peccato e mancanza di solidarietà!? Se va avanti così, fra poco tutto sarà inquinato. Ha ragione Greta Thunberg…!?” Il buon parroco al sentire questo e in particolare il nome, “Greta”, si mise in piedi e disse: “Figlio mio, l’ecologia non c'entra niente con la fede, qui si viene per cercare Dio, non per salvare il pianeta! ”

Con la benedizione del suo parroco quell’uomo divise i suoi beni tra i suoi figli e lasciò una ditta florida. Figli e dipendenti però morirono tutti di tumore, qualcuno in un incendio di foresta, un altro nella piena di una fiume non più curato, e i nipoti vissero in un’Italia sempre più arida e impoverita, devastata da fenomeni climatici estremi, assediata da masse di immigranti indesiderati che fuggivano l’avanzata del deserto e il “ground grabbing”, l’accaparramento delle terre da parte delle nuove potenze coloniali.

 Fa bene Papa Francesco a ripetere che l’Enciclica “Laudato Sii” non è un’enciclica ecologica, ma un’enciclica sociale, fa parte dell’insegnamento sociale della Chiesa, del Vangelo applicato alla nostra vita odierna.

Quasi sessant’anni fa il Concilio Vaticano II affermava con grande solennità che “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. … Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia”. (GAUDIUM ET SPES, PROEMIO, 7 dicembre 1965)

 

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