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sabato 6 agosto 2022

PERCHE' LA MESSA NON S'HA DA FARE SUL MATERASSINO?

 


Perché la messa sul materassino pneumatico a Crotone non doveva farsi?

È passato già molto tempo ma avevo promesso di scrivere qualcosa. Cosa è andato storto quella domenica a Crotone sulla spiaggia? Vediamo innanzitutto le reazioni.

Ci sono state le reazioni scandalizzate di quelli che “solo la Messa in latino” che dicono: “ecco questo è il Concilio Vaticano II e la Chiesa di Bergoglio!”. No, non è il Concilio Vaticano II né la Chiesa di Bergoglio.

C'è un prete della diocesi di Napoli che scrive: “qual è il problema? Ci sono tante cose più importanti. Questo prete faceva un campo scuola. Se ci fossero più preti a fare campi scuola ci sarebbe meno delinquenza giovanile!” Un plauso di cuore per chi porta i giovani nei campi scuola. Ma se il campo scuola è una buona cosa, non significa che anche la messa sul materasso pneumatico sia una cosa buona oppure il modo come celebri sia senza importanza.

Molti dicono che “quello che conta è il cuore, l’interiorità. Ci fissiamo sull’apparenza. Dove due o tre sono riuniti nel suo nome, Gesù è in mezzo a loro …”

C'è perfino qualcuno che si appiglia all’ultima recentissima lettera di Papa Francesco “Desiderio desideravi” per dire che la Liturgia usa gli elementi del Creato per “dire Dio” e quindi, il mare, il sole, il vento e la sabbia, ecco … questa messa è stata meglio delle altre.

Perché era sbagliato celebrare in questo modo?

È chiaro che le polemiche contro il Concilio e contro Papa Francesco o la Chiesa di Papa Francesco sono solo pretestuose. Purtroppo gli abusi liturgici danno anche corda a chi vuole polemizzare contro la Chiesa e destabilizza molte persone semplici.

Sorprende che un prete dica che l’unica cosa che conta è portare i ragazzi in campo scuola, perché un prete dovrebbe sapere l’importanza dell’Eucaristia e i suoi significati. Nessuno toglie valore ai campi scuola, e men che meno a quelli di don Ciotti. Ma è evidente che la formazione di giovani – e dei cristiani in modo generale – dipende dal nutrimento spirituale e dalla testimonianza che gli dai. Voglio fare una provocazione: anche i nazisti, i fascisti italiani e spagnoli, i sovietici e tanti altri facevano campi scuola con i giovani. Ci sono delle sette e dei regimi dittatoriali che, anche oggi, fanno molte attività di formazione delle nuove generazioni. Ma il nutrimento non è lo stesso.

Secondo le notizie avute dall’inizio, il gruppo aveva deciso che, essendo l’ultimo giorno, si faceva la giornata di spiaggia. Ma … siccome è domenica si doveva anche celebrare … Non essendo disponibile la pineta dove si pensava di farlo, ecco, perché non nell’acqua, in costume da bagno? Quel prete ha chiesto scusa di quel che ha fatto, con una lettera. Penso quindi che era ben consapevole che quel modo di celebrare non fosse il migliore. Per cui, ecco la mia intuizione. Invece di dire: “ragazzi, ci è andata male, la pineta non è disponibile, rinunciamo alla spiaggia – almeno per un paio d’ore – e andiamo in una parrocchia vicina, poi torniamo” – “wah, Don, andare in parrocchia, mentre stiamo qui, l’ultimo giorno, sulla spiaggia, uffà!” – “proprio questo, ragazzi. Il giorno del Signore è più importante della spiaggia. Il Signore ci darà tante grazie. Ne abbiamo bisogno per fare fino in fondo la nostra lotta per la legalità. Se non siamo pronti a fare rinunce non saremo mai cristiani né andremo fino in fondo nella lotta per la legalità” – “eh, don, non è che esageri un po’? Il Signore è misericordioso, ce lo dici sempre, no? Che fa se per una volta manchiamo la Messa?” – “Va bene, io vado a celebrare in parrocchia, chi vuole viene con me. Gli altri fanno quello che vogliono…”

Se il prete avesse reagito così, avrebbe dato una testimonianza autentica, avrebbe seminato semi di immortalità, di forza spirituale per i combattimenti della vita, avrebbe fatto per lo meno interrogare i suoi ragazzi. I santi hanno sempre messo la comunione con il Signore e con la Chiesa al di sopra di ogni cosa. Ma, sempre secondo la mia intuizione, la spiaggia ha avuto la precedenza sull’Eucaristia e il Giorno del Signore.

Ma poi perché non si poteva celebrare nell’acqua? Molti santi, incarcerati, anche prima del Concilio, hanno celebrato nella loro cella, senza camice e senza stola, senza messale, avendo per unici calice e pisside il palmo delle loro mani. La Chiesa ha legato il sacramento solo al pane fatto di farina di frumento e al vino fatto di succo di uva fermentato naturalmente, e a una formula di consacrazione approvata. Tutto il resto, nella più estrema necessità, diventa facoltativo. Questa estrema necessità non esisteva per dei giovani in vacanze in Italia.

Qual è però il quadro normale della celebrazione eucaristica? Innanzitutto, come detto, è necessaria la comunione con la Chiesa, e quindi l’obbedienza ad essa, alle norme liturgiche che essa stabilisce. Il prete o il gruppo non è proprietario della Messa. Il prete presiede e assicura appunto all’Assemblea di essere in comunione con la Chiesa di Cristo, con Cristo attraverso la sua Chiesa.

Ma poi queste norme non sono arbitrarie: è la natura stessa dell’Eucaristia che esige certe cose. Ogni Celebrazione ri-presenta la Pasqua del Signore, la Pasqua in cui Gesù ha detto: “ormai farete questo in memoria di me”. Ora, come Gesù ha celebrato la sua ultima Pasqua, l’Ultima Cena? Con grande solennità. La Chiesa sapendo che non riusciamo a fare ogni domenica, tanto meno ogni giorno, celebrazioni solennissime, ci chiede una “decorosa sobrietà” con tante precisazioni che preservano il decoro della Messa. Come Gesù ha celebrato la sua Ultima Cena che riviviamo in ogni Eucaristia? I tre Vangeli di Matteo, Marco e Luca ci parlano della sala e della preparazione di quella Cena. Anche Giovanni indirettamente, parlando della lavanda dei piedi, dice quanto ogni particolare fosse importante. Mc 14, 15: “Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già pronta; là preparate per noi”. Lc 22,12: “Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate”. Vedi anche Matteo 26,19 e Giovanni 13, 4 e seguenti. Una sala al piano superiore, grande, addobbata… Conoscendo il rito della Pasqua ebraica che Gesù ha osservato, sappiamo che si celebra una Cena, con dei segni particolari, con grande attenzione. Gesù, per l’occasione aveva voluto mettere un vestito particolarmente bello e costoso, “di festa”, la tunica senza cuciture di cui parla Giovanni 19,23-24. Quindi la Messa nell'acqua e in costume da bagno è proprio fuori luogo.

Ma non conta forse soprattutto l’interiorità? Certamente. Ma come sappiamo non solo l’esterno deve esprimere l’interno ma l’esterno educa l’interno. Poveri bambini che non ricevono segni di affetto, regali, gesti simbolici… Forse più poveri ancora i bambini che non imparano a dire grazie, a chiedere scusa, a salutare e dimostrare con i gesti il rispetto per gli altri. Stiamo assistendo ad un tremendo impoverimento del linguaggio della parola e dei gesti che danneggia anche gli adulti, tutta la Società! Invece, pur utilizzando realtà create (acqua, vino, pane, olio, ecc…) la Liturgia le trasforma in gesti, in doni umanizzati (non basta stare nella natura selvaggia) e si serve di gesti puri con parole, o soltanto parole  che ci formano dentro, ci danno forma. Al n. 47 di "Desiderio Desideravi", Papa Francesco parla del segno di croce e altro… La Liturgia è una raduno umano, una vera Cena, con i suoi codici. Non può essere una cosa arrangiata come fu su quella spiaggia di Crotone.

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