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sabato 13 agosto 2022

L'ESPERIENZA DELLA LIBERTA' IN DIO / sabato XIX sett. T.O., pari., Martiri di Otranto.

 


“I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati”?

Questo proverbio degli israeliti esprime molto seriamente una grande verità: sono frutto del mio ambiente, della mia educazione, delle abitudini che si sono forgiate in me nella prima infanzia. Questo proverbio ha però due difetti: vede solo il negativo e non tutto il positivo che c'è nell’essere “figlio” delle generazioni passate, ed è parziale perché non tiene conto della mia libertà, della mia capacità di prendere in mano la mia vita. Porta soltanto ad una malattia spirituale molto diffusa oggi che si chiama vittimismo. Per scusare le persone devianti e offrire loro una possibilità di riscatto si è molto insistito sull’attenuante dell’essere vittima della società, del sistema, ecc. Mi rendo conto che sono radicati in me dei difetti che vedevo nel mio padre, e mi pesano. Ma a vedere solo questo aspetto – pur verissimo – si “abbassa solo il livello”, senza aprire vie di riscatto. Il sistema educativo in paesi come la Francia ha rinnegato l’eccellenza, arrivando a sopprimere delle materie scolastiche “perché non accessibili alle fasce meno favorite della società”! Quando sono arrivato al Liceo del Capoluogo di Provincia, all'ingresso c'era un elenco con tutti i nomi degli alunni premiati a livello nazionale. Molti erano provenienti dalla campagna e da famiglie umili. La cura dei maestri era di scoprire i migliori talenti e promuoverli. Negli ultimi anni non c'era più nessun nome. La Riforma scolastica aveva cambiato direzione.

Ecco che il Signore, per la bocca di Ezechiele ci annuncia una straordinaria Buona Notizia: la libertà di decidere della mia vita, di esserne responsabile. Ma la libertà con annessa responsabilità fanno paura e costano. Mettersi su una strada lasciando da parte le altre possibilità è un gesto di maturità contro il quale troppi maestri nella nostra società lottano. Bisogna potersi definire come si vuole, ogni giorno, cambiare quando e come si vuole.

Ricordo la testimonianza di un vecchio gesuita in Algeria: “quando feci la professione perpetua, dopo tutta la mia formazione precedente e il mese ignaziano di discernimento, avevo una profonda certezza morale che questa fosse la chiamata divina per me ma non assoluta. Quello che sapevo con certezza è che ero totalmente libero e decidevo di consegnare la mia vita a questo progetto”.

Anche se mi pesano tanti condizionamenti, se rinasco da un Padre che è Dio e che si fa mio alleato incondizionato, posso veramente prendere in mano la mia vita e deciderne il corso per essere libero e responsabile. Sarò realmente libero solo nel bene, nella verità e nella luce, ma so che questa libertà non sarà esente da difetti e da lotta spirituale. La libertà dell’uomo si trova nel camminare con Dio con umiltà (l’umiltà che è realismo) e con fiducia. Siamo salvati. Non siamo soli.

Nel Vangelo Gesù ci dice che anche i bambini, i piccoli, hanno accesso al Regno di Dio e nessuno è proprietario della vita di un altro.

I martiri di Otranto, che la Chiesa ricorda oggi, affermano questa esperienza di libertà totale come grazia e come decisione. Di fronte all’estrema violenza e la minaccia di morte, posso decidere ciò che per me ha veramente valore. Posso non temere “coloro che uccidono il corpo e dopo non possono fare nulla” (Luca 12,4); “non hanno potere di uccidere l'anima” (Matteo 10, 28).

 

Prima Lettura   Ez 18.1-10.13.30-32
Io giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta.

Dal libro del profeta Ezechièle
Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Perché andate ripetendo questo proverbio sulla terra d’Israele:
“I padri hanno mangiato uva acerba
e i denti dei figli si sono allegati”?
Com’è vero che io vivo, oracolo del Signore Dio, voi non ripeterete più questo proverbio in Israele. Ecco, tutte le vite sono mie: la vita del padre e quella del figlio è mia; chi pecca morirà.
Se uno è giusto e osserva il diritto e la giustizia, se non mangia sui monti e non alza gli occhi agli idoli della casa d’Israele, se non disonora la moglie del suo prossimo e non si accosta a una donna durante il suo stato d’impurità, se non opprime alcuno, restituisce il pegno al debitore, non commette rapina, divide il pane con l’affamato e copre di vesti chi è nudo, se non presta a usura e non esige interesse, desiste dall’iniquità e pronuncia retto giudizio fra un uomo e un altro, se segue le mie leggi e osserva le mie norme agendo con fedeltà, egli è giusto ed egli vivrà, oracolo del Signore Dio.
Ma se uno ha generato un figlio violento e sanguinario che commette azioni inique, questo figlio non vivrà; poiché ha commesso azioni abominevoli, costui morirà e dovrà a se stesso la propria morte.
Perciò io giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta, o casa d’Israele. Oracolo del Signore Dio.
Convertitevi e desistete da tutte le vostre iniquità, e l’iniquità non sarà più causa della vostra rovina. Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete morire, o casa d’Israele? Io non godo della morte di chi muore. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e vivrete». 

Salmo Responsoriale
    Dal Salmo 50 
Crea in me, o Dio, un cuore puro.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.

Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocausti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.

Canto al Vangelo  
Mt 11, 25
Alleluia, alleluia.

Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.


Vangelo
   Mt 19, 13-15
Non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là. 

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