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mercoledì 31 agosto 2022

CHIUDE IL CONVENTO DI GIUGLIANO. E ADESSO? / mercoledì XXII sett. T.O., pari.

 

Gesù lascia Cafarnao e si rimette in cammino.

“Ma le folle … e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via”.

Dopo aver guarito molti infermi fisici e spirituali, Gesù lascia Cafarnao per seminare ovunque. Non è forse irresponsabile? Quanto ha fatto non rischia di andare disperso?

A Giugliano i frati erano presenti da 400 anni, ma il Capitolo Provinciale ha deciso di chiudere il convento. Proteste, fiaccolata per far recedere i frati dalla loro decisione. Si comprende benissimo il rammarico della gente, sia quelli vicini alla comunità che i lontani.

-          I frati hanno fatto tanto bene a questa popolazione, devono trovare un modo per lasciare due, tre frati nel convento.

Ma se non ci sono i frati, si possono comprare, o fare frati con la stampa in 3D?

            Io faccio parte dell’Ordine francescano secolare, abbiamo diritto ad avere frati che ci seguono…

Poniamoci a questo punto qualche domanda:

Il Cristianesimo non è fondato sulla Messa ma sul Vangelo e sul Battesimo. Se siete francescani secolari, con tutto il rammarico per la perdita della presenza dei frati, perché non capite invece che si apre a voi una grande sfida e che la testimonianza del Vangelo passa a voi? Il Signore vi sta vicino! Gesù sa che la Parola di Dio seminata in un cuore buono continuerà a crescere. Se il seme è caduto sulla strada, o tra le pietre, o tra i rovi, non serve molto insistere. Gesù non lascia soli gli abitanti di Cafarnao, rimane attraverso coloro che hanno capito la Parola e portano frutto (Matteo 13,1-9; Marco 4,1-9, Luca 8,4-8).

Siete il gruppo dei francescani secolari, laici, famiglie, impregnate di spirito francescano. Quante vocazioni avete dato negli ultimi trent’anni all’Ordine dei Frati Minori? Se aveste dato 10 vocazioni, non si chiudeva il convento di Giugliano, ma un altro convento. Ma se, e chiedo scusa della franchezza, siete un gruppo di devoti pii ma senza fervore evangelico tale da suscitare vocazioni, non vale la pena continuare. È logico.

È sicuro che se una comunità è fervente NELLA FEDE (non solo nelle attività, nei servizi, nei riti,  ecc…), se si tocca con mano la presenza di Dio in mezzo ai fratelli, i germi di vocazione presenti nel cuore delle persone germogliano e crescono. Tra i giovani qualcuno donerà la sua vita per la causa del Vangelo perché si sentirà chiamato, amato, scelto per un impegno per il quale valga veramente la pena spendere la propria vita. Se, come mi diceva un po’ scherzando un prete brasiliano parlando delle sue comunità di base, il calore della mia comunità è appena sufficiente per riscaldare il caffè, o per fare la cosiddetta “ciofeca”,  mi devo interrogare sul mio cammino.

Coraggio gente di Giugliano e anche coraggio a tutti noi. Il Signore permettendo ai frati di andare via, lancia una sfida che nessuno avrebbe scelto ma che è segno del suo amore.

 

Prima Lettura   1 Cor 3, 1-9
Noi siamo collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a esseri spirituali, ma carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, perché non ne eravate ancora capaci. E neanche ora lo siete, perché siete ancora carnali. Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana?
Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Che cosa è Paolo? Servitori, attraverso i quali siete venuti alla fede, e ciascuno come il Signore gli ha concesso.
Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere. Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio. 

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 32 
Beato il popolo scelto dal Signore.

Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini.

Dal trono dove siede
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui, che di ognuno ha plasmato il cuore
e ne comprende tutte le opere.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.
 
Canto al Vangelo 
  Lc 4,18
Alleluia, alleluia.

Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.

Vangelo
   Lc 4, 38-44
È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.

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