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lunedì 29 gennaio 2018

SAPER VEDERE CHI E' IL VERO NEMICO / Lunedì IV sett. T.O.

Davide e i suoi fuggono da Gerusalemme - Sacra Bibbia illustrata.
Assalonne, uno dei figli di Davide, ha reclutato con pazienza un suo partito tra gli israeliti che ha lusingato con attenzioni e promesse e tenta di farsi proclamare re, pronto per questo ad uccidere Davide, suo proprio padre. Sembra essere il più forte e Davide evita il confronto diretto per evitare una strage e sa anche che, trincerandosi dietro le mura di Gerusalemme, in caso di sconfitta la popolazione della città verrebbe considerata come nemica. È molto intelligente e realista in questo atteggiamento e si rivela anche custode del suo popolo che non sacrifica a lotte di potere. Riesce ad avere questo discernimento perché egli mette da parte ogni orgoglio e superbia. Simei, un membro senza importanza della famiglia di Saul, uno che si è tenuto tanta rabbia in corpo, approfitta della situazione per uno sfogo contro Davide. Anche lì l’orgoglio è sollecitato, e nella profonda umiliazione di questa fuga, un capo di guerra di Davide gli propone di eliminare Simei, questo “cane” presuntuoso e vile. Davide ha un gesto di clemenza bellissimo che rivela la profondità della sua fede: “lasciatelo maledire, perché glielo ha ordinato il Signore”. Davide sa vedere chi è il vero nemico perché non dimentica mai che la sua vita sta nelle mani del Signore ed è guidata da Lui, anche quando egli non comprende: “E chi potrà dire (al Signore): “Perché fai così?”


Nel Vangelo invece gli abitanti di quel villaggio geraseno non sanno vedere chi è il vero nemico. Il disturbo creato da un loro compaesano posseduto da uno spirito demoniaco è pauroso, costante e molto grave. Hanno fatto molti tentativi per risolvere il problema, senza mai riuscirci. Gesù libera quest’uomo ma la popolazione invece di aprirsi alla fede di fronte a questo miracolo-beneficio così grande, preferisce cacciare dalla propria vita Gesù che li destabilizza, va troppo aldilà di ciò che sanno e comprendono. Purtroppo, agendo così, lasciano al demonio uno spazio dove potrà rientrare. Anch’io al momento della conversione ero così sorpreso mi sono pure chiesto se quel prete non fosse uno stregone. Ho avuto la grazia di fidarmi. In seguito ho ritrovato questa esperienza nella Sacra Scrittura. Da allora sono sotto la Parola di Dio, non la giudico. Gesù è risorto. È qualcosa di così immenso e inafferrabile che sconvolge tutti i nostri parametri. Chi non è povero e umile di fronte allo svelarsi del Mistero di Gesù non potrà mai credere: E chi potrà dire (al Signore): “Perché fai così?”.


Prima Lettura   2 Sam 15, 13-14. 30; 16, 5-13
Fuggiamo dalle mani di Assalonne. Lasciate che Simei maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore.

Dal secondo libro di Samuèle
In quei giorni, arrivò un informatore da Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti è con Assalonne». Allora Davide disse a tutti i suoi servi che erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi, fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di Assalonne. Partite in fretta, perché non si affretti lui a raggiungerci e faccia cadere su di noi la rovina e passi la città a fil di spada».
Davide saliva l’erta degli Ulivi, saliva piangendo e camminava con il capo coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva.
Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della famiglia della casa di Saul, chiamato Simei, figlio di Ghera. Egli usciva imprecando e gettava sassi contro Davide e contro tutti i servi del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla sua destra e alla sua sinistra. Così diceva Simei, maledicendo Davide: «Vattene, vattene, sanguinario, malvagio! Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne, tuo figlio, ed eccoti nella tua rovina, perché sei un sanguinario».
Allora Abisài, figlio di Seruià, disse al re: «Perché questo cane morto dovrà maledire il re, mio signore? Lascia che io vada e gli tagli la testa!». Ma il re rispose: «Che ho io in comune con voi, figli di Seruià? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: “Maledici Davide!”. E chi potrà dire: “Perché fai così?”».
Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi servi: «Ecco, il figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita: e allora, questo Beniaminita, lasciatelo maledire, poiché glielo ha ordinato il Signore. Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi».
Davide e la sua gente continuarono il cammino.

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 3
Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio!


Signore, quanti sono i miei avversari!
Molti contro di me insorgono.
Molti dicono della mia vita:
«Per lui non c’è salvezza in Dio!».

Ma tu sei mio scudo, Signore,
sei la mia gloria e tieni alta la mia testa.
A gran voce grido al Signore
ed egli mi risponde dalla sua santa montagna.

Io mi corico, mi addormento e mi risveglio:
il Signore mi sostiene.
Non temo la folla numerosa
che intorno a me si è accampata. 

Canto al Vangelo 
  Lc 7,16 
Alleluia, alleluia.

Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.


Vangelo 
  Mc 5, 1-20
Esci, spirito impuro, da quest'uomo!

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese.
C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

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