Secondo la tradizione, S. Bartolomeo morì scuoiato. |
Anche se la personalità di ognuno conta senz’altro,
e Bartolomeo, uomo senza falsità, risalta per una qualità di grande pregio e non
esageratamente comune (?), stupisce in lui e negli altri Apostoli la loro piccolezza
umana e sociale. da Wikipedia apprendo che il nome Bartolomeo deriva da
Bar Thalmai, ossia "figlio di
Thalmai". Thalmai è un antico nome aramaico che significa "campo
ben arato" oppure "solchi abbondanti" (i solchi dell'aratura).
Nel Vangelo di Giovanni il suo nome è Natanaele, chiarendo che nel
suo caso "Bartolomeo" non è che una specie di patronimico: Natanaele è figlio
di contadini e probabilmente contadino lui stesso.
Sappiamo che anche tra i vescovi famosi
per la loro santità ce ne sono molti di umili origini. La Chiesa ha sempre costituito
un “ascensore sociale”, un ambiente rilevante di promozione umana, molto più della
società laica che la circondava. Conservando, o scoprendo nel Vangelo, la
carità verso i più poveri, questa umiltà originaria si è spesso accentuata con la
condivisione fino all’estrema povertà. A Salazano dove era parroco, don
Giuseppe Sarto, figlio di contadini, che diventerà papa Pio X è ricordato con
la frase in dialetto Xe rivà coa veste sbrisa, xe partìo senza camisa: “È
arrivato con la talare logora, è ripartito senza camicia”. Però i nostri
vescovi sono persone che hanno studiato, che si sono comunque innalzati, in qualche
modo, e troppe volte la Chiesa ha indirizzato i suoi preti ad uno stile di vita
da notabili anche senza dargli le risorse economiche corrispondenti.
Farebbe impressione che un piccolo gruppo
di pescatori e contadini, “senza vestire abiti diversi” nel senso
proprio e nel senso figurato, senza cambiare linguaggio e vocabolario, fossero
di colpo responsabili di un movimento a vocazione mondiale che intende
rigenerare tutta l’umanità. Per farmi comprendere meglio, farebbe impressione che
un contadino semplice e limitato diventasse di colpo mio vescovo. Eppure è quello
che è successo con gli Apostoli.
Comprendiamo quanto in tutto questo
contano innanzitutto Gesù e il suo Messaggio, Gesù e la forza della sua
Risurrezione. Fa di persone più che ordinarie (con tutte le qualità che hanno le
persone ordinarie!) delle “Nuove Creature”. Non come l’ “ambasciatore che non
porta pena” che reca materialmente al destinatario una lettera da
parte di un altro senza esserne trasformato, ma persone che hanno questa lettera
scritta nel cuore, che sono diventate la lettera che portano perché vi hanno aderito
con tutta la persona, consegnandosi al messaggio, alla grazia che annunciano. Annunciano
dalla loro relazione con Gesù Risorto, senza libri, senza Nuovo Testamento. S.
Giuseppe da Copertino interrogato sugli argomenti spirituali era straordinario,
interrogato sugli argomenti profani lasciava vedere fino alla fine della sua vita
tutta la sua scarsità di cultura e di intelletto; scarsità per la quale i
cappuccini non avevano voluto accettarlo tra loro (Egli è patrono degli studenti perché gli
andò bene agli esami pur non essendo all’altezza!). Il Curato d’Ars invece non riuscì
mai ad apprendere il latino come voleva la formazione ecclesiastica di allora ma
era di intelligenza viva e lesse libri fino alla fine. Ma anche lui non divenne
mai una “persona colta”, tanto che una signora stimata in diocesi,
incontrandolo si esclamò: “ma è solo questo il famoso Curato d’Ars, è un
contadino!” – al che il vescovo replicò: “sì, è solo questo, ma io Vescovo,
quello che so dello Spirito Santo lo devo a lui!”
Rinnoviamo la nostra fiducia
nel Vangelo e nello Spirito del Signore. Il Signore non ci vuole saputelli, ignoranti
presuntuosi, ma credenti che si lasciano plasmare da Gesù e dal suo Vangelo.
Prima Lettura Ap 21, 9-14
Sopra i basamenti sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Uno dei sette angeli mi parlò e disse: «Vieni, ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell’Agnello».
L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino.
È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte.
Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 144
I tuoi santi, Signore, dicono la gloria del tuo regno.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.
Canto al Vangelo Gv 1,49
Alleluia, alleluia.
Rabbì, tu sei il Figlio di Dio,
tu sei il re d’Israele!
Alleluia.
Sopra i basamenti sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Uno dei sette angeli mi parlò e disse: «Vieni, ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell’Agnello».
L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino.
È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte.
Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 144
I tuoi santi, Signore, dicono la gloria del tuo regno.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.
Canto al Vangelo Gv 1,49
Alleluia, alleluia.
Rabbì, tu sei il Figlio di Dio,
tu sei il re d’Israele!
Alleluia.
Vangelo Gv 1, 45-51
Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
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