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mercoledì 23 agosto 2017

GLI OPERAI DELL'ULTIMA ORA: METTI A FRUTTO IL TUO DONO! / mercoledì XX° sett. T.O.

Icona della Parabola degli Operai nella Vigna.
Nella prima lettura dal libro dei Giudici, Abimèlec, uno dei 70 figli che Gedeone ha avuto  con innumerevoli mogli, ordisce l’uccisione di tutti i suoi fratellastri. Solo Iotam, scampa al massacro e grida la sua ribellione contro l’efferata ingiustizia commessa, sotto forma di un poema allegorico ispirato che diventa Parola di Dio. Nel Vangelo gli operai della prima ora pensano anche loro di ribellarsi ad una ingiustizia ma sono accusati da Gesù di essere invidiosi. Perché questa differenza?
Abimèlec ha commesso un crimine. Gli operai della vigna hanno pattuito e ricevuto una ricompensa giusta. Dio non è ingiusto con loro anche se il suo trattare con gli uomini è dell’ordine della gratuità perché è dell’ordine dell’amore.

Quante energie perdiamo nel parlare male degli altri guidati dall’invidia, di quanta negatività riempiamo il mondo attraverso il nostro cuore invidioso! È importantissimo imparare a discernere nel
senso di giustizia che mi anima visceralmente ciò che è lotta sana e coraggiosa contro le ingiustizie e ciò che appartiene all’invidia, alla pigrizia, all’emulazione pura, cioè al volere essere come gli altri, magari sul davanti della scena ma sempre prendendo come criterio gli altri, “cercando gloria dal gruppo, dagli uomini e non da Dio” (cf. Giovanni 5,41-47).

Tra gli altri mezzi che mi offre il Vangelo, un buon mezzo per smetterla con l’invidia, è di scoprire i tanti doni che Dio ha fatto a me e metterli a frutto fino alla santità. Scoprirai di avere più doni di quanto ti serviva e di non aver più tempo ed energie per invidiare gli altri. Metti a frutto il tuo dono!



Prima Lettura   Gdc 9, 6-15
Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re.

Dal libro dei Giudici
In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem.
Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi!
Si misero in cammino gli alberi
per ungere un re su di essi.
Dissero all’ulivo:
“Regna su di noi”.
Rispose loro l’ulivo:
“Rinuncerò al mio olio,
grazie al quale
si onorano dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero gli alberi al fico:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose loro il fico:
“Rinuncerò alla mia dolcezza
e al mio frutto squisito,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero gli alberi alla vite:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose loro la vite:
“Rinuncerò al mio mosto,
che allieta dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero tutti gli alberi al rovo:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose il rovo agli alberi:
“Se davvero mi ungete re su di voi,
venite, rifugiatevi alla mia ombra;
se no, esca un fuoco dal rovo
e divori i cedri del Libano”».

Salmo Responsoriale  
 Dal Salmo 20 
Signore, il re gioisce della tua potenza!

Signore, il re gioisce della tua potenza!
Quanto esulta per la tua vittoria!
Hai esaudito il desiderio del suo cuore,
non hai respinto la richiesta delle sue labbra.

Gli vieni incontro con larghe benedizioni,
gli poni sul capo una corona di oro puro.
Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa,
lunghi giorni in eterno, per sempre.

Grande è la sua gloria per la tua vittoria,
lo ricopri di maestà e di onore,
poiché gli accordi benedizioni per sempre,
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.    

Canto al Vangelo 
  Eb 4,12
Alleluia, alleluia.

La parola di Dio è viva, efficace;
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia.

Vangelo   Mt 20, 1-16
Sei invidioso perché io sono buono?

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». 

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