Visualizzazioni totali

sabato 12 agosto 2017

BATTESIMO 3/4: perché battezzare ancora oggi tutti i bambini?

Il documento della Santa Sede del 1980 sul battesimo dei bambini di cui abbiamo già parlato in due post precedenti (17 e 19 luglio) è dunque diviso in tre parti: 1. La Storia testimonia che la Chiesa fin dalle origini ha battezzato i bambini di genitori cristiani, 2. La dottrina della Chiesa evidenzia il valore del battesimo dei neonati, 3. Che fare con le famiglie che chiedono il battesimo per i loro bimbi ma non sono mature nella fede? Tutto il documento è stato scritto proprio per i casi di famiglie che chiedono il battesimo per i loro bambini ma non sembrano affidabili riguardo all’educazione cristiana dei loro figli a casa, con la preghiera in famiglia, con l’esempio e con l’insegnamento.

Eppure l’educazione cristiana in casa, alla quale genitori e padrini si impegnano solennemente al momento del battesimo,è fondamentale per due ragioni:

-1. innanzitutto perché così ordina la Bibbia! Cosa dice lo“Shemà Israel”? – che abbiamo sentito proclamare questa mattina a Messa! – ( Lo “Shemà” è la preghiera che ogni credente deve ripetere due volte al giorno e che riassume l’essenza del monoteismo, aggiungendovi una promessa di vita lunga e felice!). Lo “Shemà” dice: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai (loro) quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.(Deuteronomio 6:4-7; vedi Deut. 4,9). I versetti successivi chiedono che lo “Shemà” sia scritto su un piccolo rotolo, la
“Mezuzàh”, e affisso sugli stipiti delle porte della casacome un ricordo permanente: “quando esci e quando entri”(Metti anche tu la Mezuzàh sulla tua porta di casa e ogni volta che esci ed entri ricordati che c'è un solo Dio e un solo Signore, e che devi parlarne ai tuoi figli!).Per la Bibbia, i genitori sono i catechisti dei loro bambini! Infatti il Vangelo non riporta mai che Gesù abbia fatto una catechesi ai bambini.Vorrei sottolinearlo: Gesù non ha mai fatto una catechesi ai buoni. Gli abbraccia, li benedice come richiesto dai genitori e li riconsegna a loro.
Lo schema normale in parrocchia dovrebbe essere quello della Catechesi degli Adulti: gli adulti, di ritorno a casa, insegnano ai loro figli a pregare, ad aprire la Bibbia, a conoscere i comandamenti, spiegano il Vangelo ascoltato insieme a Messa. E questo come minimo fino a dodici anni secondo la Bibbia (Gesù a dodici anni al tempio di Gerusalemme divenne Bar Mitzvah, cioè responsabile dei suoi atti di fronte alla Legge). Per i cristiani il compito dei genitori e dei padrini è di accompagnare i figli fino al ricevimento dei tre sacramenti della Iniziazione. Ma, come per gli Ebrei, questo va molto oltre: fino alla fine della vita, i genitori e il padrino che si sono fatti garanti per il piccolo battezzato, devono esserne gli esempi e i maestri.
I vescovi italiani hanno scritto un bellissimo catechismo per i bambini da zero a sei anni, che però non utilizza quasi nessuno! In esso si dice che come la mamma mangia e trasforma il cibo in latte per il suo bebè, così il genitore si nutre della Parola di Dio, della Dottrina della Chiesa e della Grazia dei Sacramenti e nutre a sua volta i suoi figli spiritualmente.
Invece nelle parrocchie abbiamo il 95% dei (delle) catechisti dedicati al catechismo della prima comunione e quasi nessun catechista per adulti. Non si tratta di cancellare l’opera più che benemerita dei catechisti per i bambini o fanciulli, e la loro presenza indispensabile. Anche nell’ebraismo ci sono catechisti per i bambini perché molti genitori sono insufficienti: ogni mondo è paese! Però sarebbe utile, anzi, urgente, prendere coscienza dello stravolgimento pratico operato nella Chiesa del modo voluto da Dio di trasmettere la fede. 
Quanto è prezioso e centrale che ci sia in parrocchia una Iniziazione Cristiana per Adulti che a loro volta siano i catechisti dei loro figli! Questo vuole la Bibbia!

-2. un'altra ragione di buon senso è che i bambini vivono i primi anni della loro vita quasi esclusivamente sotto l’influenza diretta della loro famiglia e del loro ambiente più stretto, che diventano i primi modelli di vita. È assolutamente necessario catechizzare i genitori e i padrini su questo aspetto. Ci sono almeno due aspetti che, dai colloqui con le persone che chiedono “l’atto di idoneità” per fare i padrini o le madrine, mi sembra siano stati passati quasi del tutto sotto silenzio nel passato: - a.Il padrino che non fa il padrino non serve a nulla. La Chiesa desidera che ci sia un padrino solo per rendere più forte o eventualmente sopperire l’azione educativa cristiana dei genitori verso i propri figli. Se egli è già lo zio o il nonno, non ha bisogno di essere anche il padrino per fare lo zio o il nonno. Se un bambino non dovesse avere un padrino al suo battesimo viene battezzato lo stesso con tutta la grazia del sacramento – b.Il padrino s’impegna ad accompagnare il figlioccio almeno fino alla fine della sua Iniziazione Cristiana, cioè quando ha ricevuto i tre sacramenti dell’Iniziazione: Battesimo, Cresima e Prima Comunione. Quindi la Chiesa vuole che il padrino di Cresima sia lo stesso del Battesimo (vedi Diritto Canonico). Se per superficialità e vanità si sceglie un altro padrino per la Cresima è segno che non si è capita questa figura. Se il giovane cresimando non sceglie come padrino di cresima il suo padrino di battesimo per dissapori (succede) è, probabilmente, perché la scelta iniziale è stata fatta male o che il padrino non ha compiuto bene il suo mandato.

C'è un altro aspetto che deriva dal fatto che i bambini piccoli sono sotto l’influenza quasi totale della famiglia. Infatti l’importanza dell’educazione cristiana nei primi anni si desume, oltre che dalla Bibbia e dal buon senso, confermato però dalla Scienza. Esiste per tutte le specie animali un fenomeno nel primo periodo di vita del piccolo che si chiama “Imprinting”: si imprime in lui la coscienza della sua identità, della sua appartenenza ad una specie. Il piccolo serpente o la tartarughina escono dall’uovo già autonomi. Meno il piccolo sarà autonomo alla nascita più sarà lungo il periodo di identificazione con la propria specie e il proprio gruppo, e quindi più sarà ricco e vario. Un solo quarto d’ora per la piccola anatra, quindici giorni per il gattino, cinque anni per il piccolo uomo! Ma il bambino arriva al catechismo a otto anni. È un disastro per lui se la famiglia non lo ha aiutato a prendere coscienza prima dei cinque anni della sua fede battesimale! Umanamente sappiamo che i due anni di catechismo, vissuti anche con entusiasmo, non lasceranno tracce se c'è stato il vuoto prima e il nulla dopo. Non è lo stesso se il bambino ha imparato oppure no a conoscere, amare e a pregare Gesù e la Madonna nei primi anni di vita (lo ripeteva don Bosco). E una famiglia cristiana non solo “sveglia” la fede del bambino piccolo, ma è anche, ovviamente, la migliore garanzia che il bambino continuerà ancora a fare un cammino cristiano durante la sua crescita.

Qualcuno propone di sopprimere i padrini, perché “non servono a nulla”. Ma il padrino, parente stretto o amico di famiglia che sia, sarà comunque presente nei primi anni di vita del piccolo battezzato e lo influenzerà. Come, evidentemente, faranno i suoi genitori. Credo che bisogna invece conservare i padrini evangelizzandoli, per esempio quando chiedono l’idoneità per fare il padrino. 

Bisogna evangelizzare tutti gli adulti, con pazienza e umiltà, e cogliere e inventare ogni occasione per seminare e formare. È la conclusione logica di quanto esposto sopra e che ho visto ribadito senza tentennamenti dai papi in nome della Chiesa e della sua sapiente Tradizione.

Il Battesimo è un dono incredibile. Si parla spesso dei poteri dei sacerdoti. Sappiamo che sono una grazia immensa ma che poi dipende molto dal modo in cui l’uomo che li riceve saprà metterli in valore lasciandosi guidare dallo Spirito Santo. In particolare se il Sacerdote non vive il Vangelo, “non si comporta da cristiano”, non manifesta nella sua vita che egli è un discepolo di Gesù Cristo, pur con tutti i doni ricevuti egli evangelizzerà poco. Ecco: se “non manifesta nella sua vita che egli è un discepolo di Gesù Cristo”! Ogni battezzato riceve da Dio doni immensi, un vero potere, è figlio di Dio, può parlargli come a suo Padre e agire in suo nome. Ricordiamoci la parabola del figlio prodigo: non solo viene accolto ma riceve i sandali e soprattutto l’anello col quale può agire e perfino decidere con l’autorità del suo Padre. Questa parabola eminentemente battesimale non si rivolge solo ai presbiteri ma a tutti! Addirittura uno estraneo al gruppo che segue Gesù caccia i demoni in suo nome. Dobbiamo conoscere i doni del nostro battesimo e annunciarli con fiducia alle famiglie che chiedono alla Chiesa di far diventare i loro bambini figli figlio Dio.


La Madonna non era né sacerdote né vescovo. Quanti santi laici hanno salvato anime! Santa Caterina da Cortona era una laica, terziaria francescana, di mestiere faceva le pulizie dalle signore. Non potendo assolvere le persone che lei preparava al pentimento li mandava al convento di cappuccini vicino. Alla fine della sua vita, i (forse pochi) cappuccini sacerdoti di quel convento si lamentavano perché non avevano più riposo! Una donna sola metteva in crisi tutto un convento. 

Nessun commento:

Posta un commento