Il documento della Santa Sede
del 1980 sul battesimo dei bambini di cui abbiamo già parlato in due post
precedenti (17 e 19 luglio) è dunque diviso in tre parti: 1. La Storia testimonia
che la Chiesa fin dalle origini ha battezzato i bambini di genitori cristiani,
2. La dottrina della Chiesa evidenzia il valore del battesimo dei neonati, 3. Che
fare con le famiglie che chiedono il battesimo per i loro bimbi ma non sono mature
nella fede? Tutto il documento è stato scritto proprio per i casi di famiglie
che chiedono il battesimo per i loro bambini ma non sembrano affidabili riguardo
all’educazione cristiana dei loro figli a casa, con la preghiera in famiglia,
con l’esempio e con l’insegnamento.
Eppure l’educazione cristiana in
casa, alla quale genitori e padrini si impegnano solennemente al momento del
battesimo,è fondamentale per due ragioni:
-1. innanzitutto
perché così ordina la Bibbia! Cosa dice lo“Shemà Israel”? – che abbiamo sentito
proclamare questa mattina a Messa! – ( Lo “Shemà” è la preghiera che ogni
credente deve ripetere due volte al giorno e che riassume l’essenza del
monoteismo, aggiungendovi una promessa di vita lunga e felice!). Lo “Shemà”
dice: “Ascolta,
Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il
Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze.
Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai
tuoi figli, ne parlerai (loro) quando sarai seduto in casa tua, quando
camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.(Deuteronomio
6:4-7; vedi Deut. 4,9). I versetti
successivi chiedono che lo “Shemà” sia scritto su un piccolo rotolo, la
“Mezuzàh”, e affisso sugli stipiti delle porte della casacome un ricordo
permanente: “quando esci e quando entri”(Metti anche tu la Mezuzàh sulla tua
porta di casa e ogni volta che esci ed entri ricordati che c'è un solo Dio e un
solo Signore, e che devi parlarne ai tuoi figli!).Per la Bibbia, i genitori sono
i catechisti dei loro bambini! Infatti il Vangelo non riporta mai che Gesù abbia fatto
una catechesi ai bambini.Vorrei sottolinearlo: Gesù non ha mai fatto una
catechesi ai buoni. Gli abbraccia, li benedice come richiesto dai genitori e li
riconsegna a loro.
Lo schema normale in parrocchia dovrebbe essere quello della
Catechesi degli Adulti: gli adulti, di ritorno a casa, insegnano ai loro
figli a pregare, ad aprire la Bibbia, a conoscere i comandamenti, spiegano il
Vangelo ascoltato insieme a Messa. E questo come minimo fino a dodici anni
secondo la Bibbia (Gesù a dodici anni al tempio di Gerusalemme divenne Bar
Mitzvah, cioè responsabile dei suoi atti di fronte alla Legge). Per i cristiani
il compito dei genitori e dei padrini è di accompagnare i figli fino al
ricevimento dei tre sacramenti della Iniziazione. Ma, come per gli Ebrei,
questo va molto oltre: fino alla fine della vita, i genitori e il padrino che
si sono fatti garanti per il piccolo battezzato, devono esserne gli esempi e i maestri.
I vescovi italiani hanno scritto un bellissimo
catechismo per i bambini da zero a sei anni, che però non utilizza quasi nessuno!
In esso si dice che come la mamma mangia e trasforma il cibo in latte per il
suo bebè, così il genitore si nutre della Parola di Dio, della Dottrina della Chiesa
e della Grazia dei Sacramenti e nutre a sua volta i suoi figli spiritualmente.
Invece nelle parrocchie abbiamo il 95% dei
(delle) catechisti dedicati al catechismo della prima comunione e quasi nessun
catechista per adulti. Non si tratta di cancellare l’opera più che benemerita dei
catechisti per i bambini o fanciulli, e la loro presenza indispensabile. Anche
nell’ebraismo ci sono catechisti per i bambini perché molti genitori sono
insufficienti: ogni mondo è paese! Però sarebbe utile, anzi, urgente, prendere
coscienza dello stravolgimento pratico operato nella Chiesa del modo voluto da
Dio di trasmettere la fede.
Quanto è prezioso e centrale che ci sia in
parrocchia una Iniziazione Cristiana per Adulti che a loro volta siano i
catechisti dei loro figli! Questo vuole la Bibbia!
-2. un'altra ragione di buon senso è che i bambini vivono i primi anni della loro vita
quasi esclusivamente sotto l’influenza diretta della loro famiglia e del loro
ambiente più stretto, che diventano i primi modelli di vita. È assolutamente
necessario catechizzare i genitori e i padrini su questo aspetto. Ci sono
almeno due aspetti che, dai colloqui con le persone che chiedono “l’atto
di idoneità” per fare i padrini o le madrine, mi sembra siano stati passati
quasi del tutto sotto silenzio nel passato: - a.Il padrino che non fa il padrino non serve
a nulla. La Chiesa desidera che ci sia un padrino solo per rendere più forte o eventualmente
sopperire l’azione educativa cristiana dei genitori verso i propri figli. Se
egli è già lo zio o il nonno, non ha bisogno di essere anche il padrino per
fare lo zio o il nonno. Se un bambino non dovesse avere un padrino al suo
battesimo viene battezzato lo stesso con tutta la grazia del sacramento – b.Il
padrino s’impegna ad accompagnare il figlioccio almeno fino alla fine della sua
Iniziazione Cristiana, cioè quando ha ricevuto i tre sacramenti
dell’Iniziazione: Battesimo, Cresima e Prima Comunione. Quindi la Chiesa vuole
che il padrino di Cresima sia lo stesso del Battesimo (vedi Diritto Canonico).
Se per superficialità e vanità si sceglie un altro padrino per la Cresima è
segno che non si è capita questa figura. Se il giovane cresimando non sceglie come padrino di cresima il suo padrino di
battesimo per dissapori (succede) è, probabilmente, perché la scelta iniziale è
stata fatta male o che il padrino non ha compiuto bene il suo mandato.
C'è un altro aspetto che deriva dal fatto che i bambini piccoli sono
sotto l’influenza quasi totale della famiglia. Infatti l’importanza dell’educazione
cristiana nei primi anni si desume, oltre che dalla Bibbia e dal buon senso, confermato
però dalla Scienza. Esiste per tutte le specie animali un fenomeno nel primo
periodo di vita del piccolo che si chiama “Imprinting”: si imprime in lui la
coscienza della sua identità, della sua appartenenza ad una specie. Il piccolo
serpente o la tartarughina escono dall’uovo già autonomi. Meno il piccolo sarà
autonomo alla nascita più sarà lungo il periodo di identificazione con la
propria specie e il proprio gruppo, e quindi più sarà ricco e vario. Un solo
quarto d’ora per la piccola anatra, quindici giorni per il gattino, cinque anni
per il piccolo uomo! Ma il bambino arriva al catechismo a otto anni. È un
disastro per lui se la famiglia non lo ha aiutato a prendere coscienza prima
dei cinque anni della sua fede battesimale! Umanamente sappiamo che i due anni
di catechismo, vissuti anche con entusiasmo, non lasceranno tracce se c'è stato
il vuoto prima e il nulla dopo. Non è lo stesso se il bambino ha imparato
oppure no a conoscere, amare e a pregare Gesù e la Madonna nei primi anni di
vita (lo ripeteva don Bosco). E una famiglia cristiana non solo “sveglia” la
fede del bambino piccolo, ma è anche, ovviamente, la migliore garanzia che il bambino
continuerà ancora a fare un cammino cristiano durante la sua crescita.
Qualcuno propone di sopprimere i padrini, perché “non servono a nulla”. Ma
il padrino, parente stretto o amico di famiglia che sia, sarà comunque presente
nei primi anni di vita del piccolo battezzato e lo influenzerà. Come,
evidentemente, faranno i suoi genitori. Credo che bisogna invece conservare i
padrini evangelizzandoli, per esempio quando chiedono l’idoneità per fare il
padrino.
Bisogna evangelizzare tutti gli adulti, con pazienza e umiltà, e
cogliere e inventare ogni occasione per seminare e formare. È la conclusione
logica di quanto esposto sopra e che ho visto ribadito senza tentennamenti dai
papi in nome della Chiesa e della sua sapiente Tradizione.
Il Battesimo è un dono
incredibile. Si parla spesso dei poteri dei sacerdoti. Sappiamo che sono una
grazia immensa ma che poi dipende molto dal modo in cui l’uomo che li riceve saprà
metterli in valore lasciandosi guidare dallo Spirito Santo. In particolare se
il Sacerdote non vive il Vangelo, “non si comporta da cristiano”, non manifesta
nella sua vita che egli è un discepolo di Gesù Cristo, pur con tutti i doni
ricevuti egli evangelizzerà poco. Ecco: se “non manifesta nella sua vita che
egli è un discepolo di Gesù Cristo”! Ogni battezzato riceve da Dio doni
immensi, un vero potere, è figlio di Dio, può parlargli come a suo Padre e
agire in suo nome. Ricordiamoci la parabola del figlio prodigo: non solo viene
accolto ma riceve i sandali e soprattutto l’anello col quale può agire e
perfino decidere con l’autorità del suo Padre. Questa parabola eminentemente
battesimale non si rivolge solo ai presbiteri ma a tutti! Addirittura uno estraneo
al gruppo che segue Gesù caccia i demoni in suo nome. Dobbiamo conoscere i doni
del nostro battesimo e annunciarli con fiducia alle famiglie che chiedono alla
Chiesa di far diventare i loro bambini figli figlio Dio.
La Madonna non era né sacerdote
né vescovo. Quanti santi laici hanno salvato anime! Santa Caterina da Cortona
era una laica, terziaria francescana, di mestiere faceva le pulizie dalle
signore. Non potendo assolvere le persone che lei preparava al pentimento li
mandava al convento di cappuccini vicino. Alla fine della sua vita, i (forse
pochi) cappuccini sacerdoti di quel convento si lamentavano perché non avevano
più riposo! Una donna sola metteva in crisi tutto un convento.
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