Gesù cammina sulle acque - Benjamin Mac Pherson |
Come mai però un atteggiamento così
accogliente, se nei primi secoli si faceva un catecumenato per poter entrare
nella Chiesa e ricevere il battesimo?
Precisiamo che all’inizio
dell’evangelizzazione si dava subito il battesimo dopo una breve eventuale
preparazione che non era certamente un catecumenato. San Paolo ricorda ai
Corinti (1 Cor 1,14 ss.) come, dopo aver annunciato la buona notizia e ricevuto
l’adesione di fede di chi voleva fare parte della comunità e pur rimanendo lui
l’autorità suprema nella comunità appena creata, egli non ha battezzato quasi
nessuno. Lasciava la preparazione immediata ad altri.
Il catecumenato è stato
inventato più tardi, già nel secondo secolo cristiano, come un sostegno, un
aiuto per chi, essendo di origine pagana, dopo aver ricevuto il kerigma, aveva
una mentalità troppo lontana dall’insegnamento biblico ed era troppo fragile
per impegnarsi da cristiano in un ambiente ostile.
Paragonando con la
situazione attuale, appare evidente che ogni battezzato ha il diritto di
ricevere dalla propria parrocchia un vero catecumenato. Questo diritto è
iscritto nella forma stessa del Rito del Battesimo, che sia quello dei Bambini
che in quello dei Fanciulli e degli Adulti.
Ma la Chiesa non vuole imporre
nulla a coloro che, in buona fede, chiedono il battesimo per i loro figli, pur
avendo una vita cristiana non educata e nemmeno fervente. Perché? La risposta è
doppia:
-1. Le persone che vengono oggi
a chiedere il battesimo per i loro figli appartengono a famiglie in cui, da
generazioni, si può dire millenni, tutti sono stati battezzati. Più una
famiglia è semplice, e anche povera culturalmente e lontana dalla pratica assidua
della Chiesa, meno comprenderebbe se le venisse rifiutato (o rinviato) il
battesimo. Si sentirebbe solo rigettata dalla Chiesa, “perderebbe la fede” o sarebbe
esposta ad altre proposte spirituali o pseudo spirituali (cioè le sette). Papa
Giovanni Paolo II diceva: “ogni volta
che una famiglia chiede un sacramento, accoglietela, fatele fare un passo
avanti e date il sacramento. Ritornerà in altre occasioni e le farete fare un
altro passo. Sta a voi pastori ad essere però missionari e santi, affinché
sentano la Chiesa e la Grazia vicine che li spingono a camminare”.
-2. Come la parabola della
zizzania ci ha insegnato di recente, non è permesso voler fare una Chiesa di
puri. Storicamente chi lo ha tentato ha avuto brutte sorprese. Non ci è donato
di sapere fino in fondo chi aderisce nel proprio intimo al Regno di Dio oppure
no. Il Signore ci ha dato il discernimento ma non è assoluto. Sappiamo
dall’esperienza anche personale che lo Spirito Santo può fare meraviglie di
grazia in coloro che apparentemente non erano finora interessati e non hanno
cultura ecclesiale, non partecipano a nessun gruppo. Il caso è un po’ diverso
quando si tratta di vocazioni alla responsabilità e al servizio costante, e/o
alla “consacrazione”. È grave frustrare un appello del Signore ma, in quei
casi, i segni sono più forti, più leggibili. E soprattutto chi vuole veramente
servire il Signore deve essere umile di fronte ad un eventuale rifiuto. Se il
Signore chiama aprirà una porta in qualche modo: la Chiesa è sua e i pastori
sono nelle sue mani. Sono basito di vedere che il Cardinale che il Papa non ha
confermato alla fine del suo mandato non abbia detto subito: “sono un servo
inutile, il Signore ha dato il Signore ha tolto, benedetto sia il Signore!”,
spegnendo ogni polemica.
Ma non significa che si deve
dare i sacramenti senza discernimento, e soprattutto senza formazione. Il fatto
del passo avanti ad ogni preparazione di sacramento, di cui parlava Giovanni
Paolo II, è fondamentale. Il cammino spirituale è gratuito, ma si deve
fare coinvolgendosi in prima persona, non si può comprare, non può essere sostituito da qualche buona offerta, da qualche elemosina, da qualche formula imparata a memoria che non corrisponde a nulla nella propria vita. La disponibilità delle persone a camminare si vede. A questo
proposito sarebbe molto benefico riuscire in parrocchia a fare due incontri per
la preparazione al battesimo, distanziati di almeno una settimana o due. Se una
famiglia si impegna in qualcosa di semplice – fa un passo avanti – oltre che
arricchita, ne è felice interiormente perché ha aperto il cuore al Signore, ha
obbedito all’invito, e partecipa molto meglio poi alla celebrazione del
battesimo del suo bambino. Mette le basi per un cammino ulteriore. Papa
Francesco ripete che egli teme soprattutto le persone che non camminano.
IL CATECUMENATO E’
OBBLIGATORIO?
Lo vedremo nel prossimo post ...
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