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sabato 29 aprile 2017

MORTE - RISURREZIONE - VITA / III domenica di Pasqua

La Messa di questa mattina al Cairo
Questa volta, prima ancora che iniziamo le nostre celebrazioni domenicali, il papa ha già celebrato in una cornice veramente eccezionale e ha dato un commento alle letture che vale la pena riprendere (http://w2.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2017/4/29/messa-egitto.html.). Dice il papa che “il vangelo – dei discepoli di Emmaus – si può riassumere in tre parole: morte, risurrezione e vita”. 
Ognuna di queste parole è importantissima e sono necessarie tutte e tre. Leggendo io mi sono fermato come credente e come pastore sulla prima: la morte.

Riprendendo a ritroso la sequenza indicata dal papa, egli dice che l’annuncio non è credibile se non è appoggiato a una vita trasformata, a una fede vissuta. La risurrezione poi è il fondamento della nostra fede. Non c'è prima la Chiesa e poi, all’interno, l’avvento di un dono straordinario: la risurrezione. No! La Chiesa nasce dalla risurrezione, esiste per evangelizzare e la vita cristiana sgorga dalla risurrezione di Cristo, dalla sua vittoria sulla morte, si nutre e si conforma ad essa.
La morte. La morte di Cristo non è solo la perdita di un amico carissimo, di un leader necessario per sostenere e cementare le volontà di chi desidera riformare il mondo. In questo caso, una volta risorto, una volta ritrovato, tutto poteva ricominciare come prima e meglio di prima. Invece tutto è cambiato perché Dio nella morte di Gesù si è rivelato molto diverso da come si pensava, ci si aspettava. Nella morte di Gesù è morta l’idea di Dio sulla quale si erano appoggiati da sempre i discepoli. E noi
un'icona dei martiri copti in Libia
vorremmo tanto essere “sopravvestiti e non spogliati e rivestiti”, vorremmo tanto aver Dio come alleato ma non aver bisogno di fargli fiducia in tutto e per tutto, perfino nella morte e nella morte così dolorosa e umiliante di croce, vorremmo tanto lottare molto e poi vincere e non essere sconfitti totalmente sul piano umano e poi essere risorti da Dio. Crediamo alla fedeltà di Dio ma fino ad un certo punto, amiamo Dio ma non al punto di dargli tutto. Ai musulmani il papa ha detto che Dio onnipotente non ha bisogno di essere difeso dagli uomini, è Lui che protegge gli uomini che si affidano a Lui. Gesù l’ha creduto e per questo ha accettato di morire nell’ignominia. Il fatto che sia oggi il Signore non può essere separato dalla via che ha scelto, e io ne devo tener conto per sempre nel mio rapporto con lui.

“la morte di Cristo era una morte di ciò che (i discepoli) immaginavano fosse Dio. Erano loro, infatti, i morti nel sepolcro della limitatezza della loro comprensione.” Quante volte l’uomo si auto-paralizza, rifiutando di superare la propria idea di Dio, di un dio creato a immagine e somiglianza dell’uomo! Quante volte si dispera, rifiutando di credere che l’onnipotenza di Dio non è onnipotenza di forza, di autorità, ma è soltanto onnipotenza di amore, di perdono e di vita!”

Prima Lettura  At 2, 14a. 22-33
Non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere.

Dagli Atti degli Apostoli
[ Nel giorno di Pentecoste, ] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così:
«Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso.
Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”.
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: “questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione”.
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».

Salmo Responsoriale 
Dal Salmo 15
Mostraci, Signore, il sentiero della vita.
Oppure:  Alleluia, alleluia, alleluia.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Seconda Lettura
  1 Pt 1, 17-21
Foste liberati con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. 

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri.
Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia.
Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio.

Canto al Vangelo
   Cf Lc 24,32
Alleluia, alleluia.

Signore Gesù, facci comprendere le Scritture;
arde il nostro cuore mentre ci parli.
Alleluia.
   

   
Vangelo Lc 24, 13-35
Lo riconobbero nello spezzare il pane.

Dal vangelo secondo Luca
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. 

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