Anastasìa - Chesa copta di Milano |
Faccio miei, per mandarli a tutti voi, gli auguri di papa Tawadros II, papa della Chiesa Copta "Madre dei Martiri" per vivere questa Pasqua in comunione con tutti i nostri fratelli e sorelle cristiani del mondo in un momento particolarmente difficile per molti di loro e attingere forza assieme a loro dalla Risurrezione di Cristo.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Un
Solo Dio. Amen. Christos Anesti! Alithos Anesti! Cristo è risorto, in verità è
risorto. Mi congratulo con voi per la festa della gloriosa Risurrezione, la
quale quest’anno è festeggiata da tutti i cristiani nello stesso giorno
….
San Paolo ha detto: “Svegliati, o tu che dormi, destati dai
morti e Cristo ti illuminerà” (Ef 5: 14), illuminando in questo modo ogni
persona che dorme nel peccato, nella malvagità e nell’amore per il mondo, e che
dorme lontano da Cristo e dalla Sua vera conoscenza. La persona addormentata
non può conoscere la Risurrezione di Cristo né viverla né sperimentarla. San
Paolo attraverso la Santa Parola invita ognuno, dicendo: “Svegliati, o tu che
dormi, sorgi dai morti, i morti del peccato, e Cristo ti illuminerà”. Porgo a
tutti voi i miei auguri di cuore. I nostri cuori sono affranti dal dolore per
la separazione dai nostri amati e cari martiri; ma noi ci ricordiamo sempre che
si sono addormentati nella speranza della risurrezione, la risurrezione di
Cristo Signore. Che il Signore vi custodisca e benedica la vostra vita.
...
Vi
invio il mio saluto, il mio amore e l’amore di tutta la Chiesa madre qui in
Egitto, augurandovi di godere della Risurrezione di Cristo nella vostra vita.
Christos Anesti! Alithos Anesti! Cristo è risorto, in verità è risorto.
Sotto segue il testo completo del messaggio, che consiglio a tutti di meditare:
Papa Tawadros II |
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Un Solo Dio. Amen.
Christos Anesti! Alithos Anesti! Cristo è risorto, in verità è risorto.
Mi congratulo con voi per la festa della gloriosa Risurrezione, la quale quest’anno è festeggiata
da tutti i cristiani nello stesso giorno. Noi ricordiamo i martiri della settimana delle palme, che
con il loro sangue hanno scritto una nuova pagina della storia della Chiesa Copta d’Egitto. Noi ci
ricordiamo di loro con ogni bene, giacché il Signore ha scelto loro. E noi sappiamo che Dio è
l’Onnipotente ed è Colui che dirige la vita di tutti noi. Noi Lo ringraziamo in ogni momento,
dicendo: “Rendiamo grazie a Dio Benefattore …”. Ci ricordiamo di loro insieme a tutti i martiri;
e ci ricordiamo del nostro amato paese l’Egitto, pregando sempre il Signore che lo custodisca
nella pace, e allontani ogni male e ogni ombra di male dai confini della nostra patria e da tutta la
regione del Medio Oriente.
Meditando sulla Risurrezione di Cristo Signore, troviamo tanti versetti nella Bibbia che parlano
della Risurrezione, considerandola l’evento principale e fondamentale della storia cristiana. Infatti,
senza la Risurrezione e senza la Croce non sarebbe esistita la Cristianità. Uno dei tanti versetti,
che parlano della Risurrezione in modo personale, è stato scritto da quel santo che per molto tempo
non conobbe Cristo, forse per la metà della sua vita; ma verso la sua mezza età, Cristo gli apparve
e si fece conoscere. E di conseguenza Saulo di Tarso diventò San Paolo l’Apostolo. E nella sua
lettera al Filippesi, quando all’epoca era in prigione, egli scrisse una frase molto forte sullo
sperimentare la Risurrezione, scrisse nel terzo capitolo v. 10: “… perché io possa conoscere Lui,
la potenza della sua Risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme
nella morte” (Fil 3: 10). Questa conoscenza e questa esperienza spirituale della Risurrezione, sono
state specificate da San Paolo in quattro caratteristiche.
La prima caratteristica, quando egli ha detto: “… perché io possa conoscere Lui”. Queste parole
indicano la fermezza. E questa conoscenza è un’esperienza personale e non per sentito dire; ed è
la conoscenza della persona di Cristo stesso. Quindi, San Paolo la conferma dicendo “… io possa
conoscere Lui”. Giobbe il giusto parlò di questa conoscenza alla fine del libro di Giobbe, dicendo:
“Ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono” (Gb 42: 5). In questa conoscenza si
conosce l’amore di Cristo, i suoi comandamenti, la sua salvezza e la sua condotta, che Egli ci ha
indicato di seguire e conservare nei nostri cuori. Questa è la conoscenza sperimentata e vissuta.
La seconda caratteristica, San Paolo la menziona, dicendo: “… la potenza della sua Risurrezione”.
La Risurrezione infatti ha una forza; e questa forza è più forte di ogni cosa. La Risurrezione non è solo un evento storico, ma una situazione da vivere che l’uomo può sperimentare e godere. La
Risurrezione rivela che la morte non è la fine del cammino. La Risurrezione rialzò Maria Maddalena quando era sconcertata e sconfortata, al punto che,
immersa nella tristezza, pensò che Cristo Signore fosse l’ortolano; e quando Egli la chiamò per
nome, gioì nel vederlo.
La Risurrezione rialzò i discepoli dalla paura. Erano spaventati e le porte erano chiuse; ma quando
apparve loro Cristo Signore, dice la Bibbia, “gioirono al vedere il Signore” (Gv 20: 20). La
Risurrezione rialza l’uomo dal peccato. Infatti l’uomo non si può rialzare dall’abominio del
peccato, se non attraverso la Risurrezione di Cristo Signore; la quale ha fatto gioire tutta l’umanità,
essendo avvenuta dopo che Egli è stato appeso sulla croce ed è morto crocefisso per tutti gli
uomini.
La terza caratteristica dell’esperienza di San Paolo, egli la indica dicendo: “… la partecipazione
alle sue sofferenze”. Qui ci stupisce che egli ricorda la forza della Risurrezione prima della
partecipazione alle sue sofferenze. Nell’antica tradizione cristiana, si usava portare la croce senza
addosso una raffigurazione del corpo di Cristo. La ragione era perché Cristo è risorto dai morti. Di
fatto, la gioia della risurrezione è avvenuta per mezzo della croce, ma Cristo ora è risorto. Io mi
ricordo che una volta durante una visita all’estero ho visto una croce di legno con raffigurata la
figura di Cristo risorto; in quanto Cristo è presente con un corpo risorto dai morti. La
partecipazione alle sofferenze, di cui parla San Paolo, significa che la Risurrezione viene dopo le
sofferenze. Infatti, la partecipazione alle sofferenze avviene quando l’uomo le sperimenta; in
quanto non esiste gloria senza dolore, né corona di vita senza una corona di spine. La corona di
spine ci dà la corona della vita; e non c’è risurrezione senza croce. Per questo noi passiamo
attraverso la partecipazione alle sofferenze, per mezzo delle quali passa l’uomo e passa la storia
della Chiesa, e raffigurate in tanti capitoli di storie ed eventi di martirio. La nostra Chiesa Copta
d’Egitto è la Chiesa dei martiri ed è conosciuta con questo titolo in tutto il mondo. Per questo noi
cantiamo: “La madre dei martiri è bella …”, intendendo la Chiesa.
La quarta caratteristica dell’esperienza di San Paolo, egli la indica dicendo: “… diventandogli
conforme nella morte”, nel senso che una persona cristiana che cammina nella via del Signore è
morta al peccato. In ogni Divina Liturgia noi sentiamo la conclusione della lettura dalle lettere
cattoliche citata con queste parole: “Non amate il mondo, né le cose del mondo” (1Gv 2: 15).
Infatti, lo sguardo del cristiano e il suo desiderio costante sono rivolti verso il Cielo. “…
diventandogli conforme nella morte”; sperimentando fortemente questa morte spirituale, San
Paolo disse: “Per amor tuo siamo messi a morte tutto il giorno” (Rm 8: 36). Questa esperienza
spirituale sperimentata da San Paolo è stata espressa da lui molte volte. Egli ha detto: “Svegliati,
o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà” (Ef 5: 14), illuminando in questo modo
ogni persona che dorme nel peccato, nella malvagità e nell’amore per il mondo, e che dorme
lontano da Cristo e dalla Sua vera conoscenza. La persona addormentata non può conoscere la
Risurrezione di Cristo né viverla né sperimentarla. San Paolo attraverso la Santa Parola invita
ognuno, dicendo: “Svegliati, o tu che dormi, sorgi dai morti, i morti del peccato, e Cristo ti
illuminerà”.
Porgo a tutti voi i miei auguri di cuore. I nostri cuori sono affranti dal dolore per la separazione
dai nostri amati e cari martiri; ma noi ci ricordiamo sempre che si sono addormentati nella speranza
della risurrezione, la risurrezione di Cristo Signore. Che il Signore vi custodisca e benedica la
vostra vita.
Rivolgo questo mio messaggio ai padri metropoliti e vescovi, ai padri sacerdoti, egumeni e preti,
a tutti i diaconi e i servitori e le servitrici, ai consigli e alle assemblee delle chiese, a tutti i giovani
e bambini, a tutte le famiglie in tutte le chiese della nostra Chiesa Copta distesa per tutti i continenti
del mondo, in America, Canada, America Latina, Europa, Africa, Asia e Australia.
Vi invio il mio saluto, il mio amore e l’amore di tutta la Chiesa madre qui in Egitto, augurandovi
di godere della Risurrezione di Cristo nella vostra vita. Christos Anesti! Alithos Anesti! Cristo è
risorto, in verità è risorto.
Tawadros II
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