I Media hanno parlato in questi giorni di Don Alessandro Minutella, prete di Palermo che è stato sollevato dal suo incarico di parroco perché ha organizzato un "Movimento di resistenza cattolica" contro papa Francesco e i vescovi che lo seguono in particolare il vescovo di Palermo.
Si sa che alcuni, anche alti prelati, esprimono
pensieri di perplessità o di chiara opposizione nei confronti del magistero e dell’azione
pastorale di papa Francesco. Ci sono gruppi ristretti che gli fanno una lotta molto
serrata e molto rumorosa, usando ogni sorta di argomenti e di
eventi, dai più grandi fino ai fatterelli di minima importanza.
Ultimamente quel sacerdote avendo l’impressione
che c'è grande confusione nella Chiesa di oggi ha creato un “movimento di
resistenza cattolica” contro la “Chiesa Massone, guidata dal falso profeta
Bergoglio”.
Certe parole non sono proprio innocue. Ma se uno
pensa questo del papa o della sua Chiesa e lo vuole dire può anche farlo. Quello
che è totalmente incomprensibile, è che don Minutella per primo si sia ribellato
alla prospettiva di essere sollevato dal suo incarico di parroco.
Come posso pretendere di dire che il papa è eretico,
va contro Gesù Cristo, e la Chiesa l’ha rinnegato, e rimanere in un posto dove la mia missione è di comunicare ai fedeli l’insegnamento della Chiesa, e in
particolare di manifestare la comunione con il papa e i vescovi?
Santa Caterina da Siena non viveva in un tempo in
cui i papi davano tanto buon esempio. Davano piuttosto scandalo sia nel
comportamento che in tanti discorsi. Molta gente diceva che il papa era un “demonio
incarnato”. Ma lei faceva un ragionamento molto semplice: Gesù è il mio
Salvatore. Egli è onnipotente. La Chiesa è sua. Se voleva darmi un papa diverso
lo poteva fare. Io obbedisco al papa che mi ha dato Gesù Cristo. Altrimenti non
ho più fede in Dio.
Questo non significa che Lei imitava i difetti del papa
… ma lo chiamava “Babbo mio”, “Dolce Cristo in Terra” e così via. E anche se
gli parlava con franchezza, lo faceva con deferenza e gli obbediva, invitando
gli altri a fare altrettanto!
Questo è avere compreso cosa significa essere discepolo
di Gesù Cristo.
Anche san Francesco aveva lo stesso atteggiamento verso
la Chiesa. È vero che i papi del suo tempo erano migliori ma non tutto andava
bene nella Chiesa, anzi ( gli disse Gesù: "Va, Francesco, e ripara la mia Chiesa che, come vedi, cade in rovina"). San Francesco ha fatto una riforma più profonda e duratura nella Chiesa
con la sua umiltà e minorità, che tanti contestatori che gridano.
In risposta a questi avvenimenti il vescovo di
Palermo, Corrado Lorefice ha fatto una ora di adorazione nella cattedrale
gremita (si parla di 4000 persone). Ha concluso così: «Preghiamo per tutti – ha
detto il presule al termine della serata –, nessuno si senta escluso, preghiamo
per l'unità della Chiesa, nessuno si senta condannato. Grazie, Chiesa amata
di Palermo, perché non siamo venuti qui perché dovevamo dimostrare
qualcosa contro qualcuno, siamo venuti qui perché non vogliamo soffocare lo
Spirito, e non c'è Chiesa se non camminiamo insieme». E solo alla fine,
fuori dal contesto liturgico, un applauso fragoroso ha visibilmente commosso
l’arcivescovo di Palermo.
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